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Alberi in società. La partecipazione concima il bosco

| MARIO SALOMONE

Tempo di lettura: 4 minuti

Alberi in società. La partecipazione concima il bosco

Si moltiplicano le iniziative di riforestazione e di protezione dei boschi e crescono le foreste urbane. Il pericolo del greenwashing esiste, l’antidoto sono l’educazione alla eco-cittadinanza e la partecipazione. Spesso sono gruppi di cittadine e cittadini a organizzarsi e a raccogliere i fondi necessari grazie al “crowdfunding”. È un movimento letteralmente “grass-roots”. A una di queste iniziative destiniamo una quota degli importi raccolti per associarsi alla Rete WEEC Italia o per abbonarsi alla riviste della rete.

Si sa, le foreste sono scrigno di biodiversità, proteggono dal riscaldamento globale, preservano il suolo, assorbono CO2 e assicurano servizi ecosistemici a miliardi di esseri umani. Nelle aree urbane e periurbane sono un attore essenziale di benessere.

Si sa anche che milioni di ettari di foreste (tragico il caso del Brasile) vengono persi ogni anno insieme a tutte le forme di vita di cui sono fatte (non solo piante di varie specie, età e dimensioni, ma anche animali, funghi, batteri ed altri organismi). Allevamento, estensione delle coltivazioni, estrazione di materie prime, commercio di legname, incendi dolosi e colposi, crisi climatica: le cause abbondano, purtroppo.

Ci sono anche gli sforzi in senso opposto, con le comunità e il volontariato in prima fila in iniziative di successo.

In città, la regola del 3-30-300

In città, suggerisce il Nature Based Solutions Institute, occorrerebbe seguire la regole del 3-30-300 (con adattamenti alle specifiche situazioni): poter vedere almeno tre alberi dalla propria abitazione, avere il 30 per cento della superficie di ogni quartiere occupata da alberi, disporre di un parco o spazio verde adeguato nel raggio di 300 metri.

C’è allora il pubblico che si impegna in progetti di riforestazione urbana, chi abbina compensazione delle emissioni e impresa puntando sulla responsabilità sociale delle aziende e le sponsorizzazioni (vedi tra gli altri AzzeroCO2 con “Mosaico verde”, Arbolia S.p.A. promossa da SNAM e Fondazione CDP, WOWnature di Etifor, uno spin-off dell’Università di Padova, Rete Clima con il progetto Foresta Italia).

Riforestazione “dal basso”

E poi c’è, appunto, la riforestazione dal basso che vuole unire benessere umano e rispetto della natura. Il Fondo forestale italiano, ad esempio, «Preserva la biodiversità e argina il consumo di suolo conservando e creando boschi su terreni di cui acquisisce la proprietà. Tutti i boschi sono lasciati nel loro stato naturale, senza tagli a scopo economico», ad Aprilia è attiva l’associazione Il Bosco urbano. A Carlentini (Siracusa) sono stati dei giovani agricoltori a lanciare una raccolta fondi per mettere a dimora alberi «…in un’area che alterna grande bellezza paesaggistica ad un forte degrado legato all’abusivismo edilizio, ai cumuli di rifiuti, ai continui incendi. (…) …se non ci impegniamo nel rigenerare gli equilibri che abbiamo distrutto il futuro che ci attende non sarà facile».

A Rivoli (Torino) è stata Pro Natura a promuovere – con successo – una campagna di crowdfunding per tutelare un bosco sulla collina, come ha avuto successo la campagna della Fondazione Alberitalia creata dalla Società di Selvicoltura ed Ecologia Forestale, Slow Food e altri enti per far rinascere il bosco di proprietà della Comunità del Bosco del Monte Pisano Onlus (in Toscana) ridotto in cenere da un incendio.

Le raccolte fondi per i boschi hanno successo

Agostino Barbieri, giovane carabiniere forestale scomparso nel 2021.

Un dato interessante, infatti, è che spesso le campagne di raccolta fondi per l’acquisto o la creazione di boschi superano l’obiettivo prefissato. Un successo che auguriamo al Fondo biodiversità e foreste, che sta raccogliendo fondi per l’acquisto di un bosco in località Corniolino, in prossimità di Corniolo, frazione del comune di Santa Sofia (FC). Il bosco sarà dedicato a Agostino Barbieri, giovane carabiniere forestale mancato prematuramente nel 2021.

Il Fondo biodiversità e foreste «Compra boschi, tramite raccolte fondi, per restituire alla natura almeno una piccola parte di ciò che le spetta» e per tutelare le foreste esistenti, ma intende anche progettare e gestire nuovi sistemi forestali su terreni non boscati.

Un caso di eco-cittadinanza che l’educazione deve promuovere

La campagna del Fondo biodiversità e foreste è stata scelta dalla Rete WEEC per il 2023: anche noi daremo il nostro contributo, devolvendo al fondo il 3 per cento delle quote associative e degli abbonamenti alle riviste edite dalla rete (“.eco”, “il Pianeta azzurro” e “Culture della sostenibilità”).

I confini tra i tre grandi gruppi di attori del movimento di difesa delle foreste e di riforestazione sono comunque permeabili: amministrazioni pubbliche, privato non profit e aziende profit fanno spesso sinergia. Il pericolo del greenwashing, di dinamiche clientelari o di favori alle lobby ovviamente c’è. L’antidoto è l’azione educativo-ambientale: occorre vedere l’impegno per le foreste “dal basso” come un gande strumento di eco-cittadinanza e sviluppare la partecipazione al livello più ampio possibile. È la comunità, infatti, che deve avere il controllo di queste iniziative e le istituzioni devono essere al servizio della comunità, e non viceversa. Del resto, in inglese “”che viene dalla base”, “popolare”, si dice “grass-roots”, composto da “erba” (grass) e “radici (roots).

Mario Salomone ha trattato il tema della riforestazione “dal basso” anche al convegno nazionale “Alberi: linfa della città” svoltosi il 22 novembre 2022 a Reggio Calabria su iniziativa dei Carabinieri forestali, in un intervento da cui sono tratte le immagini che illustrano questo articolo.

Scrive per noi

MARIO SALOMONE
MARIO SALOMONE
Sociologo dell'ambiente, giornalista e scrittore, Mario Salomone dirige ".eco" dalla fondazione (1989), è autore di saggi, romanzi e racconti e di numerosi articoli su quotidiani e riviste. Già professore aggregato all'Università di Bergamo, è Segretario generale della rete mondiale di educazione ambientale WEEC, che realizza ogni due anni i congressi del settore.