In che modo lo sviluppo sociale ed economico influenzerà i cambiamenti ambientali nel 2030? Quali politiche bisogna intraprendere per rispondere alle principali sfide ambientali? In che modo i Paesi membri e non dell’OCSE dovranno collaborare per affrontare tali sfide? Il rapporto dell’OECD (Organization for Economic Co-operation and Development), dopo 7 anni dalla prima edizione, fornisce alcune analisi delle tendenze economiche e ambientali sino al 2030. L’ultimo rapporto è del 2008, ma rimane sempre attuale. Se non saranno adottate nuove politiche di intervento entro i prossimi decenni rischiamo di alterare in modo irreversibile le risorse ambientali indispensabili per una crescita economica sostenibile. L’emissione totale di gas serra crescerà di oltre il 37% con conseguente aumento della temperatura terrestre; gli effetti negativi dell’inquinamento sulla salute si moltiplicheranno in tutto il pianeta; le risorse idriche diminuiranno in misura consistente.
Ma il rapporto offre anche delle soluzioni: dare le priorità agli interventi nei settori maggiormente responsabili del degrado ambientale; garantire che la globalizzazione possa portare a un uso più efficiente delle risorse e allo sviluppo e diffusione dell’eco-innovazione; migliorare il partenariato tra i Paesi membri e non dell’OCSE e, infine, rafforzare l’attenzione verso l’ambiente nei programmi dello sviluppo e cooperazione e promuovere azioni più coerenti.
Senza nuove politiche, corriamo il rischio di provocare danni irreversibili all’ambiente e alle risorse naturali indispensabili per sostenere la crescita economica e il benessere umano. L’inazione politica ha un costo molto elevato.
Per approfondire: www.oecd.org
Romina Anardo
4 marzo 2010
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- Romina Anardo
- Laureata in Scienze internazionali e diplomatiche con una tesi in Storia e istituzioni del mondo musulmano, dal titolo “I presupposti ideologici della rivoluzione iraniana”, lavora presso l’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro Onlus.
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