Muoversi. Per diventare città sostenibile. Imperia ci prova. Con un Quaderno d’indirizzo per una riqualificazione urbanistica e paesaggistica della città1, una settimana di presentazione e dibattiti sui progetti che sostanziano uno studio unitario di riordino parziale della città e con la Giornata seminariale del 2 dicembre2, con la partecipazione dell’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro onlus, sezioni ligure e piemontese.
Confinata a fanalino di coda dei capoluoghi di provincia settentrionali nell’annuale report stilato da Legambiente e Ambiente Italia con la collaborazione editoriale de Il sole 24 Ore, Imperia non ci sta.
Il momento storico richiede volontà politica di trasformazione, ma anche chiarezza di idee, proposte sostenibili che superino l’episodicità e la parzialità di precedenti interventi.
Alcune opere significative sono già state poste in essere, come il Porto turistico (ultimato però soltanto nelle opere a mare); i due ascensori che collegano il Parasio alla Marina di Porto; la pedonalizzazione del centro storico di Oneglia e la bella e funzionale Biblioteca civica di Oneglia. Ma molto altro rimane da fare perché Imperia possa farsi ecosistema urbano sostenibile.
Così, il Comune ha raccolto in un Quaderno d’indirizzo le proposte progettuali di una trentina di architetti che hanno fatto da volano per discutere di una riqualificazione urbana a misura d’uomo, tecnologicamente innovativa e praticabile, innanzitutto finanziariamente.
Una Giornata di riflessione alla presenza di amministratori pubblici e di tecnici, che ha visto un forte impegno personale da parte dell’assessore comunale all’arredo urbano Emilio Broccoletti, del sindaco Paolo Strescino e della Stampa locale grazie al giornalista Giulio Geluardi, che ha moderato e presieduto le tavole rotonde del mattino e del pomeriggio.
L’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro Onlus4, ha illustrato le opportunità offerte dal Patto dei Sindaci, presentandolo come strumento strategico al percorso verso la sostenibilità ambientale della città di Imperia, organizzando un dibattito che sottolineasse gli strumenti tecnologici, finanziari e formativi a supporto della sua realizzabilità.
Se si accetta la tesi5 che sono tempi, questi, cui non basta più l’intervento urbanistico illuminato per fare di una città una città sostenibile, ma occorre un'”idea valoriale” che sintetizzi e accompagni per così dire “l’idea di città ” nei termini di brand equity, per renderla “comprensibile” e “identificabile” nella sua fisionomia sia ai cittadini che ai turisti ( processo che ha suddiviso le città in città/città e città/brand come ad es. Rimini, Berlino, Barcellona), ci si può affidare a due strumenti strategici possibili: il “management” spinto (al punto di sostituirsi alla gestione politica) o – ed è la nostra proposta – il Patto dei Sindaci.
Il Patto farebbe da ordinatore e catalizzatore del successo dell'”operazione brand”. Infatti consentirebbe al Comune di disporre di un’idea/strumento forte per: stabilire la priorità degli interventi di riqualificazione urbanistica e di arredo; per dotarsi di una mission visibile e con/divisibile con la cittadinanza e i turisti mediante campagne di comunicazione ambientale mirate e, infine, per attrarre finanziamenti a livello europeo.
Esistono infatti banche6 che iniziano a sostenere – in vario modo e misura- reti territoriali (Enti pubblici, imprese, agenzie energetiche, banche, associazioni, ecc) finalizzate al risparmio energetico e alla diffusione delle fonti di energia rinnovabile.
Esistono ditte importatrici di sistemi fotovoltaici/minieolici d’avanguardia che sono in grado di realizzare interventi di riqualificazione di arredo pubblico, supportati da imprese collegate, finanziatrici di leasing immobiliare o ESCO7.
Esistono, e non sono da sottovalutare ai fini dell’operazione, associazioni no profit in grado di accompagnare le P.A. nell’iter di attuazione del Patto, attraverso svariati strumenti di comunicazione educativa e ambientale. Come l’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro Onlus.
Su queste possibilità ha puntato il Comune di Camogli, che ha sottoscritto il Patto nel maggio scorso8.
Insomma, si potrebbe dire che è la riprova che l’economia riparte dalla green economy, anche in Italia, passando per la riqualificazione urbanistica e il turismo di qualità. Speriamo succeda così anche ad Imperia, i cui amministratori, in chiusura di convegno, si sono presi sei mesi per decidere se sottoscrivere il Patto. Sacrosanto, perché se non costa un euro sottoscriverlo (ci vuole soltanto la Delibera del Comune) costa molto invece, in termini di coerenza politica e gestionale, onorarlo
6 dicembre 2010
1 cui ha collaborato il prof. Lorenzo MAMINO del Politecnico di Torino
2 presso la Biblioteca L.Lagorio di Imperia Oneglia
3 Il PATTO dei Sindaci , nato in ambito di Commissione Europea nel 2008, è un’iniziativa su base volontaria che impegna le città europee a predisporre un Piano di Azione con l’obiettivo di ridurre di oltre il 20% le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche e misure vocaliche aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile, che migliorino l’efficienza energetica e attuino azioni ad hoc sul risparmio energetico e sull’uso razionale dell’energia.
4 Alessandra ROTTA per la sezione ligure e Annelise CAVERZASI per quella piemontese
5 presentata da Marco TEDESCHI, imprenditore e manager di livello internazionale
6 come illustrato dal dott. Cristofori della Paschi di Siena-
7 come illustrato da Mirco BAIOCCO della greenwire
8 che è stato rappresentato dal consigliere Italo MANNUCCI
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