Grande partecipazione al Forum della società civile
Roma. Si è svolto ieri (10 gennaio) il “Forum della società civile” convocato dal Ministero dell’Ambiente in vista della conferenza
Roma. Si è svolto ieri (10 gennaio) il “Forum della società civile” convocato dal Ministero dell’Ambiente in vista della conferenza internazionale di Rio de Janeiro. Sala affollata, interventi di grande interesse per un importante appuntamento che ha visto riunite aziende, associazioni, istituzioni scientifiche, università, enti di ricerca, fondazioni culturali, organizzazioni di categoria e molte altre componenti della società civile.
L’evento avrà un seguito tramite il portale del ministero e tramite eventi tematici e settoriali in cantiere.
Presentando l’iniziativa, Palo Soprano (il dirigente del Ministero dell’Ambiente che rappresenta l’Europa nel comitato preparatorio di Rio+20 e ne è vicepresidente) ha spiegato il senso della giornata: promuovere la conoscenza del summit delle Nazioni Unite, consolidare un’azione comune tra istituzioni e società civile, raccogliere idee, proposte e buon pratiche.
Ascolto, assunzione di responsabilità, legittimazione reciproca sono stati valori sottolineati da molti degli intervenuti. Insieme alla necessità di integrazione tra settori e multilivello: la costruzione di un futuro sostenibile, è stato ribadito, non è un affare riservato a “quelli dell’ambiente”, ma riguarda tutti e richiede un approccio integrato di politiche ambientali, sociali e economiche.
Rilanciare la partecipazione, “educare” la classe politica (il mondo dell’economia reale su questi temi è molto più sensibile e più avanti del mondo politico, ha detto qualcuno), accrescere la resilienza, riequilibrare le disuguaglianze in nome dell’equità, riconvertire in profondità i nostri modelli socioeconomici, fondare la sviluppo su soluzioni collettive per la qualità della vita sono state alcune delle raccomandazioni emerse dalle varie tavole rotonde. Il tutto (come ha ricordato Gianfranco Bologna) avendo finalmente ben chiari in cosa consistono i “limiti” fisici della crescita, ovvero quali sono i confini del pianeta che l’umanità non può impunemente superare.
M.S.
11 gennaio 2012
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