Il dono crea relazione mentre lo scambio, si sa, è una situazione fugace, di pochi istanti, trascorsi i quali i contraenti riprendono la propria strada senza che si sia creato alcun legame fra loro.La maggior parte dei nostri negozi, soprattutto quelli nei grandi centri urbani, sono esempi emblematici di queste non-relazioni, luoghi in cui si […]
Il dono crea relazione mentre lo scambio, si sa, è una situazione fugace, di pochi istanti, trascorsi i quali i contraenti riprendono la propria strada senza che si sia creato alcun legame fra loro.
La maggior parte dei nostri negozi, soprattutto quelli nei grandi centri urbani, sono esempi emblematici di queste non-relazioni, luoghi in cui si entra e si esce rapidamente, dove spesso si scambiano poche parole ma si bada fin troppo alle merci in esposizione, al loro prezzo e a come possono combinarsi efficacemente nei nostri universi di consumo. Per andare contro questa tendenza e per dimostrare che è possibile pensare un processo di scambio differente, un gruppo di volontari di Bolzano ha inaugurato a metà aprile il
Freeshop Passamano, un negozio basato sulla filosofia del recupero, del riutilizzo e del dono. In un
freeshop si può entrare in possesso di un oggetto senza pagare nulla, dando in cambio qualcosa di cui ci si può o ci si deve liberare, ma che potrebbe essere recuperato da un altro cliente del negozio. I vantaggi di questo approccio di non-vendita? Abbattere gli sprechi favorendo il riuso dei beni e promuovendo un approccio meno utilitaristico dell’acquisto.
Andrea Nesler, uno dei promotori del progetto, ci fa notare come donare un oggetto sia ben differente dal metterlo in vendita: infatti, dare un prezzo a qualcosa che per noi ha un valore affettivo rischia di svalutarlo, monetarizzarlo, cambiando la sua natura rispetto alla storia e ai ricordi che l’hanno legato alla nostra vita. Così, in un freeshop entrano ed escono persone che, oltre a cercare qualcosa che potrebbe essergli utile, portano con sé oggetti a cui, in un certo senso, sono legati da tempo e per cui sentono la necessità di spiegarne la storia agli operatori o agli altri clienti. Ci si sofferma a chiacchierare sul perché una data cosa non ci serviva da tempo ma era rimasta nel nostro sgabuzzino, o su come certi oggetti hanno segnato passaggi importanti nelle nostre vite, come quando abbiamo cambiato casa, lavoro, coinquilini. Ed è così, parlando, dialogando, raccontandosi che si va al di là del semplice rapporto fra cliente e venditore: le persone coinvolte in questo circuito di dono e contro-dono, coscienti che i volontari di Passamano gestiscono l’attività grazie alle offerte dei clienti, possono anche decidere di sostenere il negozio contribuendo all’affitto del locale.
Come spiega
Gaia Palmisano, altra promotrice del progetto, l’idea nasce all’interno del movimento delle
Transitino Town e ha come obiettivo quello di creare una dimensione partecipativa nella sfera dello scambio quotidiano, contribuendo a creare percorsi alternativi ai classici negozi, così come a combattere gli sprechi e la logica dell’usa e getta. Passamano, che vede al suo interno una biblioteca e una sala per le riunioni, si presenta infatti come un info-point, attraverso cui diffondere notizie sul consumo consapevole, il risparmio energetico, il riciclo, le esperienze negli eco villaggi, le riflessioni ambientaliste, la cucina vegetariana, il turismo responsabile. Un punto d’incontro per ripensare gli oggetti e parlarne, confrontarsi con idee innovative e provare a dare una svolta critica alla propria quotidianità.
Lo potete trovare a Bolzano, in Via Rovigo 22/C.