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Solare sui tetti delle auto. Non è più una novità

| Pier Luigi Cavalchini

Tempo di lettura: 2 minuti

Solare sui tetti delle auto. Non è più una novità

Toyota, Panasonic, Tesla guidano l’innovazione, con interessanti novità. Ma la priorità resta avere città con più spazi verdi, più aree pedonalizzate, più ciclabili e, comunque, meno automobili

Novità per le auto (in questo caso proposte dalla giapponese Toyota dopo che di sperimentazioni in questo campo ne abbiamo viste fin dal 2000) e novità, soprattutto, utili all’ambiente. Alcuni nuovi modelli da poco presentati a Ginevra e Seul si presentano con potenziamenti energetici importanti, specie per le “ibride”. In sostanza si tratta di applicare piastre fotovoltaiche di ultima generazione sulla “capote” dell’automobile … ed il gioco è fatto. Si è calcolato che si può arrivare ad una potenza trasformata pari a 180 watt poi spendibile nei più diversi sistemi-macchina. Si tratta di una tecnologia tenuta fino al 2015 in stand-by (mantenendone i costi alti) e improvvisamente diventata conveniente “per colpa dei Cinesi” (1). I loro prodotti di qualità e a basso costo, immessi sul mercato con criteri competitivi, hanno fatto la differenza. Il risultato di questa nuova versione della Prius, gamma Toyota (già affermatasi in mezzo mondo come mezzo “hybrid”) è dovuto alla collaborazione con la Panasonic, anche lei giapponese, che in non più di novanta giorni dalla richiesta, ha prodotto un complesso di pannelli perfettamente integrabile con la “capote” dell’auto.

Un “balzo in avanti” che promette di essere ben più di una “boutade” da autosalone. In questo settore la Panasonic ha solidi collegamenti con la Tesla Inc. ed è già quasi pronto un padiglione intero della “Gigafactory” presso Las Vegas per produrre questo tipo di “miglioria” e proporla a breve a tutto l’immenso mercato nord americano. Un affare da circa 250 milioni di veicoli circolanti nei soli Stati Uniti, da raddoppiare se si pensa anche al mercato messicano e a quello canadese. Una vera manna.

Il sistema a celle fotovoltaiche può essere un buon “aiuto” per far funzionare con meno problemi condizionatori e radio e, soprattutto, come sostegno per le batterie particolari necessarie per le varietà “ibride”, passate dal solo 2015 – negli USA – da circa il 5 per cento a ben il 18% (rilevazione del maggio 2017). Risolte anche le questioni di estetica e aerodinamica con opportune sagomature del reticolo di incasso delle celle e con una loro copertura in vetro resina superiore – addirittura – ad alcune “capote” tradizionali. Confortanti anche i ritmi di miglioramento: il primo modello istallato (di pari superficie) arrivava a malapena a 60 watt erogate (2016 gennaio) ora siamo a tre volte tanto.
Le “ibride” stanno facendo il vuoto per quanto riguarda il mercato delle “auto nuove”: si arriva tranquillamente a 25 km di benzina per litro in “combinato”, l’usura e la manutenzione sono ormai pari ad una “tradizionale”; ed ora anche le batterie sono meno sollecitate e aiutate da una risorsa (solare) in più.
Resta una questione riguardante gli incentivi e le “facilitazioni” connesse a questi nuovi tipi di veicoli e alla possibilità di un loro uso indiscriminato… “intanto non inquinano”… Non è che intasando di auto un po’ più ecologiche i centri delle città si faccia un servizio all’ambiente, anzi……I nuovi PUMS (Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile) già prevedono, nelle città futuribili, più spazi verdi, più aree pedonalizzate, più ciclabili e, comunque, meno automobili, meglio se poco o zero inquinanti. Ma comunque con un rovesciamento di priorità che d’ora in avanti non vedranno più il totem auto al centro delle politiche di riqualificazione urbana.

NOTE
(1) “Panasonic Joins Push to Put Photovoltaics on More Car Roofs”, by Chisaki Watanabe,Emi Nobuhiro, and Kevin Buckland, 201, CES

Scrive per noi

Pier Luigi Cavalchini
Pier Luigi Cavalchini
Pier Luigi Cavalchini è docente di lettere al Liceo, membro del direttivo nazionale FIMA, delegato per il nordovest di Docenti Senza Frontiere, membro di Pro Natura regionale e direttore del giornale online Città Futura, collabora con varie riviste tra cui “.eco”.