Disuguaglianza e felicità collettiva, due termini inconciliabili

Ai margini dell’ambiente. Parliamo di classi sociali e di uguaglianza/disuguaglianza sociale. La società globale e locale è ben poco solidale, le associazioni di volontariato non sono in grado di fronteggiare, da sole, la povertà crescente e, quindi, di creare, da sole, spazi estesi di solidarietà sociale e cresce la frammentazione sociale. Ma la felicità o è collettiva o non è: non può essere felice chi è in preda al bisogno. Libri e convegni ne hanno discusso recentemente.

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Manovra economica: ecco l’alternativa che potrebbe darci un territorio sicuro e un ambiente vivibile. Come trovare e spendere 38 miliardi senza sforare il deficit

Ferve il dibattito sulla manovra del Governo. Da 46 realtà della società civile arrivano 101 proposte per una vera manovra del cambiamento da 38 milioni di euro tra entrate e uscite, senza sforare il deficit. Mentre il cambiamento climatico incalza, aggravando un endemico dissesto idrogeologico del Belpaese, il Disegno di Legge di Bilancio in discussione riserva poco o niente alle politiche di prevenzione sismica e di dissesto idrogeologico. Solo per mettere in sicurezza la Calabria, ad esempio, occorrerebbero 4 miliardi di euro. Ma tutto l’Appennino, dalla Liguria alla punta dello stivale, è coinvolto dal problema, Campania, Basilicata e Calabria in modo particolare.

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“I limiti alla crescita” spiegati da Aurelio Peccei

Nel numero di dicembre 2018 di “.eco” ripubblichiamo una rara intervista del 1972 di Grazia Francescato ad Aurelio Peccei: il rapporto sui limiti della crescita spiegati dal fondatore del Club di Roma. Un’intervista ancora fresca e illuminante, così come il rapporto al Club di Roma che suscitò allora un vivace dibattito e trovò molti “negazionisti”.

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Geo-capitalismo, scambio ecologico ineguale e crisi del valore: transizioni radicali nell’Antropocene

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Il Club di Roma, 50 anni dopo con gli stessi dilemmi

Faccia a faccia con i “dilemmi dell’umanità”. Peccei e il Club di Roma suscitarono polemiche e resistenze, a destra come a sinistra, fino a chi li considerava degli “impostori”. Ma, come scriveva lo stesso Peccei, solo con una visione d’insieme della condizione umana e delle sue alternative nell’era tecnologica “ciascuno di noi può essere preparato a contribuire a che le scelte – che inevitabilmente si dovranno fare nei prossimi anni – siano fatte con intelligenza e con intendimenti veramente civili, tenendo conto degli effetti che essi avranno negli anni o decenni a venire per noi stessi e per le generazioni che da noi erediteranno i beni naturali e culturali che noi sapremo conservare o creare”

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50 anni del Club di Roma, un grande convegno internazionale a ottobre

Due giorni di confronto il 17 e 18 ottobre 2018 tra alcuni dei maggiori esperti mondiali di clima, economia ecologia, ambiente. Il Club di Roma festeggia i suoi 50 anni di vita nella città dove fu fondato da Aurelio Peccei nel 1968 con un importante convegno internazionale. Le criticità di quella che Peccei chiamava “problematique” sono tuttora, purtroppo, all’ordine del giorno e il Club di Roma ha chiamato al capezzale del Pianeta le figure in grado di proporre soluzioni.

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Il futuro dell’Unione Europea: stabilità e benessere. Dimenticando il PIL

Un appello (sensato e urgente, che chiama in causa anche tutti noi) di 238 accademici pubblicato su “The Guardian”: bisogna impegnarsi per un futuro di benessere ecologico e umano basato sul superamento della crescita e non sulla crescita del PIL. Occorrono nuovi indicatori e un patto tra tutti gli Stati membri per assicurare stabilità e benessere, soddisfacendo i bisogni essenziali dei cittadini europei, riducendo il consumo di risorse, i rifiuti e le emissioni inquinanti.

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Politiche del rattoppo. Dietro il tragico crollo del ponte Morandi un troppo ignorato e trascurato allarme

Il tragico crollo del ponte Morandi a Genova è frutto della mancanza in Italia di manutenzione e prevenzione e di una politica del rattoppo che l’indomani di un disastro mette pezze, tampona falle, ma non rimuove le cause dei disastri, in attesa di contare i morti di un altro rattoppo. È stato troppo ignorato l’allarme sulla durata del materiale utilizzato per le costruzioni che dal dopoguerra hanno caratterizzato ricostruzioni e costruzioni in edilizia. La nostra solidarietà va alle vittime, ma l’indignazione deve tradursi in politiche continue e organiche

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Mare vasto e immenso, fonte di materie prime

Dobbiamo prestare più attenzione a mari e oceani: contengono quantità enormi di materie preziose, seppur in forma diluita, e di risorse biologiche utilizzabili come alimenti o medicinali. Il mare, pur così grande ed esteso, è però anche fragile e suscettibile di subire alterazioni e danni a causa di attività antropiche e di interventi sbagliati. L’esperienza della seconda metà del Novecento mostra che l’inquinamento dovuto al petrolio, agli scarichi industriali e urbani, a scarichi radioattivi, alla immissione e circolazione di prodotti non degradabili come i pesticidi clorurati e le plastiche, può compromettere gli equilibri fisici, chimici e biologici dell’ecosistema marino

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Umili utili lavori, cominciando dall’acqua (di cui parlare anche a scuola)

Sono quelli che non portano voti, ma sono di grande utilità pubblica e sociale, dando un impiego a migliaia di lavoratori, e che salverebbero, i beni e i campi e i soldi (e anche molte vite) di tante persone, portati via dalle continue frane e dagli allagamenti di terre e città. Si tratta, ad esempio, di restituire alle valli la copertura di boschi e di vegetazione (principale sistema per rallentare la corsa devastante delle acque), ripulire fossi e canali e torrenti e impedire nuove costruzioni e strade, nei luoghi riservati al flusso naturale delle acque. E nelle scuole occorrerebbe qualche lezione sul movimento delle acque, dal cielo alle valli al mare, un ciclo essenziale per la vita ma devastante se non si ubbidisce alle sue leggi

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Hatshepsut, la faraona merceologa a capo di un impero globalizzato

Ispiratrice di romanzi popolari, bella e misteriosa, governò a lungo un impero che aveva realizzato una globalizzazione di merci e manodopera. Nel suo tempio mortuario di Deir el-Bahari Hatshepsut fece scolpire un bassorilievo che descrive le merci acquistate in paese lontani e le strade del commercio, lasciandoci così un vero e proprio trattatello di merceologia. Purtroppo di tutto questo mondo, che deve essere stato vivacissimo, abbiamo soltanto rare tracce e i documenti disponibili in genere non sono stati “letti” con adeguata curiosità commerciale e merceologica

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Cowboy o astronauti? Praterie sconfinate o una piccola navicella spaziale? Kenneth Boulding, padre dell’economia ambientale

L’ecologia studia i rapporti tra tutti gli esseri e il loro ambiente, da un piccolo stagno all’intero pianeta Terra. Kenneth Boulding (un quacchero, seguace di una “chiesa” basata sull’austerità, sulla nonviolenza, sul rifiuto delle armi e della guerra) introdusse l’ecologia nella economia. Dobbiamo comportarci con l’attenzione dell’astronauta, diceva, perché, in fondo, la Terra non è che una piccola navicella spaziale nello spazio. dell’Universo. A distanza di tanti anni, la navicella Terra è sempre più sgangherata e impoverita

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Un telefonino fatto di sangue e minerali rari e pregiati, come il coltan. Forse allora anche il silenzio è d’oro

La produzione, l’uso e lo smaltimento dei telefoni cellulari hanno un grande impatto ambientale e sociale. Materie prime preziose, elettricità, rifiuti da smaltire, manodopera sfruttata, conflitti, danni alla salute: anche gesti banali e comuni innescano processi di modificazione dell’ambiente che ricadono poi sempre sulla vita umana. Chissà che anche nel caso dei telefonini non vada riscoperta la virtù dello star zitti

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Una grande fonte di energia rinnovabile: l’energia umana

Trasformiamo il cibo in energia che ci consente di fare un lavoro muscolare, che per gli abitanti della Terra corrisponde a circa un terzo del consumo mondiale di elettricità. La maggior parte serve per muoversi e compiere vari gesti quotidiani, ma è sostanzialmente “perduta” dal punto di vista economico

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Merci e natura: non è il denaro, ma la materia alla base dell’economia

Il PIL non misura veramente cosa accade in concreto. Il denaro che attraversa un’economia è solo una frazione del reale benessere di un popolo. Nulla sfugge, invece, a una contabilità che misuri della massa dei materiali che “attraversano” un’economia: non ammette evasioni, o frodi. È il PIML, il “prodotto interno materiale lordo”

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Ricchi e poveri. L’ingiustizia sociale anche di fronte all’ambiente

Il lavoro trasforma le materie naturali in tante cose materiali che servono a soddisfare i bisogni umani: cibo, acqua, abitazione, aria pulita, di salute, informazione e istruzione, mobilità, dignità e libertà, eccetera. La politica dovrebbe assicurare tutto questo. Ma alla fine della circolazione natura-merci-natura i campi risultano meno fertili, le risorse meno abbondanti, le acque e l’aria più inquinate e il peggioramento della qualità dell’ambiente riguarda molto diversamente le diverse classi sociali e i diversi paesi. Ne nascono conflitti e contraddizioni che possono essere affrontati cercando soluzioni alternative, processi innovativi, collaborazione e solidarietà

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Il costo in acqua delle merci

Tutto arriva dalla natura, dopo un cammino in genere molto lungo. E una parte delle materie entrate in ciclo ritorna nei corpi riceventi naturali – acqua, suolo, aria – sotto forma di scorie e rifiuti. Qual è ad esempio il costo in acqua per ottenere una tonnellata di patate, di carne o di acciaio o per lavare cinque chili di bucato? Come avere beni essenziali e sviluppo economico con minore violenza verso la natura

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Jay Forrester, i destini dell’umanità studiati con l’analisi dei sistemi

Ricorre il centenario della nascita dello scienziato le cui ricerche furono alla base del rapporto al Club di Roma sui Limiti della crescita. Nato in un paesino agricolo del Nebraska, laureato in ingegneria nel MIT, era arrivato a scoprire l’analisi dei sistemi dopo una lunga carriera scientifica

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Limiti, incertezze, errori del PIL. La vera ricchezza richiede altri indicatori

La contabilità ambientale è il più utile strumento di politica economica per un paese moderno. Ci vuole un “PIL verde” che aumenta soltanto se diminuisce la contaminazione dell’aria, delle acque, del suolo, se aumenta la salute, cioè se un paese è più attento alla difesa della natura e dell’ambiente. O il “Prodotto Interno Materiale Lordo” che in Italia corrisponde a circa 800 milioni di tonnellate l’anno, duecento volte a testa il peso di ogni italiano

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