La transizione ecologica passa dal bio. Memo per un governo disattento

La transizione ecologica deve interessare anche il settore agricolo, ma il PNRR non ci pensa. A questo proposito, iniziative come il progetto “Cambia la terra”, realizzato da FederBio, hanno l’obiettivo di rafforzare le conoscenze e la sensibilità dei consumatori. 

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Guerra civile globale o alternativa ecologica? Una call di “Culture della sostenibilità”

La rivista scientifica “Culture della sostenibilità” lancia un invito per saggi sul tema “Guerra civile globale o alternativa ecologica? Orizzonti conflittuali della transizione”. Le proposte di articolo, sotto forma di abstract, devono pervenire alla redazione entro il 30 aprile 2021. Gli articoli completi devono pervenire entro e non oltre il 30 giugno 2021.

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Il mondo dell’educazione alla prova di nuove sfide

 

“.eco” e la Rete WEEC sono impegnate per il rinnovamento del sistema educativo. Per partecipare scrivere a redazione@rivistaeco.it

Scuola, università, educazione non formale e informale nel mondo in tempesta dell’Antropocene, un mondo vecchio e malato che non muore, un mondo nuovo che non riesce a nascere. Volere, sapere e potere essere perno del cambiamento, questa la sfida da raccogliere. Ma per farlo occorrono più lavoro comune e più punti di contatto e contaminazione reciproca: è un appello che lanciamo e un impegno a rafforzare il nostro contributo in tal senso.

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Le parole di Draghi

Esploriamo i campi semantici del discorso programmatico di Mario Draghi in Senato e della sua replica finale. Sostenibilità e transizione nelle parole del presidente del Consiglio.

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Da fisico a fisico: Lettera aperta di un accademico al ministro della transizione ecologica

Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio Mario Draghi durante il giuramento del Ministro dell’ambiente Roberto Cingolani, che assumerà la denominazione di Ministro per la Transizione ecologica.
(Foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

La transizione ecologica non è facile e il fisico Angelo Tartaglia suggerisce alcune misure al nuovo ministro Cingolani, soprattutto normative. «In materia di energia – scrive infatti in una lettera aperta -, trovo che la parte più difficile non sia quella tecnico-scientifica, ma quella burocratica».

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Draghi dia spazio alla biodiversità. Una petizione

Lipu: «Aggiungere “ambiente e biodiversità” al nome del Ministero della Transizione Ecologica». Una petizione al presidente Draghi per conservare la parola “Ambiente” e aggiungere “Biodiversità” oltre che “Transizione ecologica” alla denominazione del ministero.

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“Oltre la crisi”, un ciclo di incontri online

Sociologi, economisti, scienziati del clima, psicologi, divulgatori scientifici, giornalisti, architetti e molti altri approfondiscono il quadro emerso dalla crisi, indicando alcune vie per andare “oltre”, seguendo la strada della sostenibilità. Un ciclo di interviste dal 7 dicembre 2020 al 22 gennaio 2021. Tutti gli incontri sono visibili online. 

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Educare alla mobilità sostenibile in Italia: missione impossibile?

Il modello italiano di sviluppo ha privilegiato l’auto. La strada per raggiungere in Italia una mobilità davvero sostenibile è ancora lunga e in salita. L’educazione alla mobilità sostenibile efficace si deve basare sulla collaborazione tre Governo, Regioni, Comuni, scuola, università e società civile, coinvolgendo competenze che vanno dalla sicurezza stradale alla tutela della salute, dell’ambiente e dei diritti della cittadinanza.

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Politiche fiscali, una chiave anche della transizione ecologica

Mentre le misure di sostegno all’economia incrementano un debito a lungo termine, riprende il dibattito sul fisco. La tendenza all’appiattimento delle aliquote in corso da decenni va invertita, l’elusione e l’evasione fiscale vanno eliminate per davvero. La tutela dei beni collettivi (istruzione, sanità, servizi pubblici) e la transizione ecologica passano attraverso politiche di equità e redistribuzione della ricchezza. E come si insegna economia nelle scuole e all’università? Come se ne parla sui mass media? Domande interessanti, cui bisognerebbe cominciare a rispondere.

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Pessimismo o ottimismo? Notizie buone e cattive, i dilemmi della comunicazione ambientale (e degli educatori)

I migranti sbarcati su una spiaggia di Massa Lubrense

Ovvero premier britannici e salumiere campane. Catastrofismo o fiducia nelle magnifiche sorti e progressive dell’umanità? Homo homini lupus o esseri umani fondamentalmente buoni? E gli ambientalisti devono lanciare allarmi più forti o evidenziare le trasformazioni positive in atto? Dilemmi che toccano le strategie comunicative ma anche il ruolo che hanno, rispettivamente, azioni dal basso, comportamenti personali, innovazione sociale e scelte politiche generali.

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Città e natura, conflitto o possibile collaborazione?

Le soluzioni basate sulla natura, conosciute anche come nature-based solutions (NBS), potrebbero rappresentare un punto di svolta per rendere le nostre città più sostenibili. Un progetto europeo le ha mappate: c’è solo l’imbarazzo della scelta.

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“ecoricostruzione”: un numero speciale di “.eco” sulla emergenza Coronavirus e sul dopo-pandemia. Perché la soluzione non è “tornare alla normalità”

La normalità era il vero problema: cosa abbiamo imparato, cosa cambierà in futuro, cosa dovrà cambiare. Questi alcuni dei temi del numero speciale di “.eco” sulla “Ecoricostruzione” (qui accanto la controcopertina del dossier speciale di “.eco” di giugno 2020). Con l’invito a collaborare al numero di settembre

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Il crepuscolo del geo-capitalismo. Virus, corpi, natura, valore. Un contributo di Dario Padovan e Andrea Lo Bianco

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Lo scambio metabolico uomo-natura nell’era del capitalismo globale e il suo collegamento con l’espansione della pandemia da coronavirus. Ruolo del wildlife capitalism; influenza della scienza e politiche di sicurezza; mobilità negata e libertà dei consumi; crisi economica, cambiamento climatico e nuove configurazioni di potere. La discussione dei molti dilemmi emersi dal “fenomeno sociale totale” Covid-19 per iniziare a costruire il futuro collettivo.

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Covid-19 ed economia

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Il liberismo economico non funziona in situazioni di emergenza. Lo dimostra la storia e lo dimostra il panorama messo in luce oggi dal Covid-19. Per raggiungere un benessere collettivo occorre invece alimentare il dialogo tra economica, scienza e politica e sostenere la solidarietà, poiché l’economia reale vive di relazioni umane. Cosa imparerà il nostro tessuto economico e sociale da questa pandemia?

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Il ministro Costa: “Puntare su una nuova normalità”

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Il nostro modo di vivere non è più accettabile e tollerabile, afferma il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Finita l’emergenza nazionale occorre cambiare.

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Riflessioni sul “dopo”. Guardare al futuro: quanto sarà di resilienza e quanto di adattamento?

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Lezioni da trarre. Rotture da coltivare. Scenari nuovi da costruire. Si dovrà scegliere se tornare al modo di vita precedente o modificarlo adattandolo ai risultati che ha avuto su ciascuno un’esperienza mai vissuta con queste caratteristiche, vedendo anche la parte di bicchiere se non mezzo pieno, almeno un po’ pieno. La riflessione di Ugo Leone.

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La lotta alla pandemia fa rima con ecologia. Nessuna tregua alle pandemie se continua il disastro ambientale.

Crescono le conferme sul rapporto Coronavirus-crisi ecologica e salute-ambiente. per salvarci dal Covid-19 dobbiamo salvare gli equilibri del Pianeta. La battaglia per il clima è una battaglia innanzitutto per il genere umano. La riposta alla domanda che molti si stanno ponendo (“Perché?) in alcuni articoli. Vediamo insieme cosa scrivono, ad esempio, Avvenire, Famiglia cristiana, il Manifesto e Le Monde diplomatique.

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Wayuu in trappola nell’Alta Guajira

Al confine tra Colombia e Venezuela, nel deserto dell’Alta Guajira, vive la popolazione indigena piú numerosa del territorio colombiano, i wayuu. Non sono cittadini di nessuna nazione perché non riconoscono questi confini. Assediati dai traffici di petrolio, droga e minerali intentano resistere alle lusinghe del consumismo.

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L’Eni nelle scuole?

Per raggiungere lo sviluppo sostenibile non basta dire. Bisogna “fare”. A partire dal “fare” educazione ambientale. Un’educazione che dica con chiarezza e senza condizionamenti qual è la situazione mondiale e che comportamenti bisogna attuare per garantire un futuro vivibile. E’ questo il caso dell’Ente Nazionale Idrocarburi? La preoccupazione degli educatori ambientali nelle riflessioni del Prof. Ugo Leone.

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