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“Alle armi, cittadini a rischio”

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“Alle armi, cittadini a rischio”
Sul suolo, nel sottosuolo e nelle acque, sostanze tossiche e pericolose per la salute e per la vita animale (di Giorgio Nebbia) Centinaia, molte centinaia, sono le zone d’Italia in cui si trovano, sul suolo, nel sottosuolo e nelle acque, sostanze tossiche e pericolose per la salute e per la vita animale. Si tratta di terreni […]

Sul suolo, nel sottosuolo e nelle acque, sostanze tossiche e pericolose per la salute e per la vita animale 
(di Giorgio Nebbia)

Centinaia, molte centinaia, sono le zone d’Italia in cui si trovano, sul suolo, nel sottosuolo e nelle acque, sostanze tossiche e pericolose per la salute e per la vita animale. Si tratta di terreni su cui si sono svolte, per anni o decenni, attività industriali chimiche o metallurgiche che hanno generato grandi quantità di scorie solide e liquide, spesso sepolte nel sottosuolo. Si tratta di discariche di rifiuti industriali e urbani. Su tali zone è pericoloso vivere o abitare; da tali zone le sostanze tossiche si sono disperse e continuano a disperdersi nei campi, nel sottosuolo, nelle acque sotterranee e da qui nei fiumi e nei pozzi da cui viene prelevata acqua potabile.

Siti contaminati: gli interogativi sono molti

Alcune, 39, di queste zone sono vaste e talmente inquinate da richiedere una ampia e costosa bonifica – le chiamano “siti di interesse nazionale” (SIN); la bonifica di altre 18 è stata posta nelle mani delle Regioni; altre centinaia devono (dovrebbero) essere bonificate dagli enti locali.
Dove sono questi “siti contaminati”, da quali processi e attività sono state generate le scorie, quali sostanze chimiche e radioattive contengono? Moltissimi uffici, da quelli nazionali a quelli locali contengono dati sulla storia, produzione, natura delle scorie di molti di questi siti contaminati. Molte associazioni e molti studiosi locali hanno volonterosamente ricostruito la situazione dei rispettivi siti. Ma gli effetti nocivi non sono solo locali; prodotti agricoli contaminati da sostanze tossiche presenti nei luoghi di produzione possono circolare in tutti i negozi.

Un censimento nazionale e un convegno il 14 e 15 ottobre

La conoscenza dei siti contaminati, grandi e piccoli, delle sostanze presenti e di quanto si fa (o non si fa) per bonificarli è un problema nazionale. Al fine di coordinare le relative conoscenze la Fondazione Micheletti di Brescia ha organizzato, il 14 e 15 ottobre 2013, un convegno sul tema: “Puliamo l’Italia. Dall’archeologia industriale alla rigenerazione del territorio”, a cui sono invitate tutte le persone interessate a restituire a tante zone d’Italia, condizioni di abitabilità in vera sicurezza.

La Fondazione ha anche un sito che sta raccogliendo notizie su singole zone contaminate, da Brescia, a Fidenza, a Pieve Vergonte, un “Atlante dell’Italia da salvare” (www.industriaeambiente.it). Mi auguro che molti partecipino, mandino i propri contributi per arricchire l’Atlante, anche considerando che “bonifica” significa soldi, ma anche posti di lavoro, innovazione tecnico-scientifica – e anche storia dell’industria e del lavoro, e, se volete, amore e rispetto per il proprio paese.

Per informazioni: micheletti@fondazionemicheletti.it, telefono 320.6359812, 338-5898620.

Giorgio Nebbia

 

Scrive per noi

GIORGIO NEBBIA (1926-2019)
GIORGIO NEBBIA (1926-2019)
Giorgio Nebbia, scomparso all'età di 93 anni il 3 luglio 2019, è stato una delle principali figure del movimento ambientalista. Bolognese di nascita (nel 1926), è stato professore ordinario di Merceologia all’Università di Bari dal 1959 al 1995, poi professore emerito, insignito anche dottore honoris causa in Scienze economiche e sociali (Università del Molise) e in Economia e Commercio (Università di Bari; Università di Foggia). Le sue principali ricerche vertono sul ciclo delle merci, sull’energia solare, sulla dissalazione delle acque e sul problema dell’acqua. Per due legislature è stato parlamentare della Sinistra indipendente alla Camera (1983-1987) e al Senato (1987-1992). L'archivio Giorgio e Gabriella Nebbia è ospitato presso il centro di storia dell'ambiente della Fondazione Luigi Micheletti.