Manca l’approfondimento
Già nella prima edizione del Rapporto, nella quale l’attenzione dell’Osservatorio Eco-Media si era concentrata sulle coperture dei temi ambientali effettuate da Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa e Il Sole 24 Ore, era emerso che appena il 9% degli articoli era costituito da approfondimenti, dossier e inchieste.
Per illustrare e commentare i risultati del rapporto interverranno tra gli altri Bernardo De Bernardinis, Presidente di ISPRA, Stefano Mosti, presidente dell’Osservatorio di Pavia; Walter Ganapini, membro onorario Agenzia Europea dell’Ambiente; Raffaele Lorusso, segretario generale FNSI; Marco Frey, presidente Fondazione Global Compact Network Italia; Mario Salomone, direttore di .eco, Diego Crivellari, deputato, Componente IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni; Alfonso Cauteruccio, presidente dell’associazione di giornalismo ambientale Greenaccord Onlus; Fulvio Rossi, Presidente CSR Manager Network, Carlo Maria Medaglia, Capo segreteria tecnica Ministero dell’Ambiente.
L’informazione ambientale dà voce a ciò che non ha voce
«L’informazione ambientale ha un ruolo fondamentale, perché tratta le questioni veramente importanti per il nostro futuro – afferma Mario Salomone -. Alla luce dei terribili fatti di Parigi, viene da affermarlo ancora di più. Da tempo, ormai, molti dati confermano la stretta relazione tra crescente sovrasfruttamento delle risorse e un quadro internazionale fatto di violenza, conflitti, drammi sociali. Tra riscaldamento globale, picco dell’acqua (e non solo del petrolio), scarsità di cibo, energia e materie prime, perdita di biodiversità, consumo di suolo da un lato e migrazioni bibliche, guerre civili e regionali, crisi, dall’altro, esiste una stretta relazione».
«Un’informazione tempestiva, completa, continuativa – continua Mario Salomone – è uno strumento chiave di cittadinanza e di comprensione delle sfide del nostro tempo, di qui la grande responsabilità di chi fa informazione ambientale, che è una informazione difficile, complessa, trasversale, ancorata a evidenze scientifiche ma anche alla dovuta considerazione delle interconnessioni con gli aspetti sociali. Insomma, facendo informazione ambientale si dà voce a elementi che non hanno voce: il futuro (un futuro più vivibile, equo e sostenibile) e il pianeta vivente e non vivente (animali, piante, fiumi, venti, mari,…)».
Il programma completo della conferenza del 27 novembre è disponibile sul sito
La partecipazione all’incontro permetterà ai giornalisti presenti di conseguire 4 crediti formativi, previa registrazione al portale Sigef dell’Ordine dei giornalisti.
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