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Dove va l’educazione ambientale in Italia?

| Redazione

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Dove va l’educazione ambientale in Italia?
Rapporti reciproci asimmetrici e casuali, frammentazione, discontinuità, forti divari regionali, episodicità di iniziative, poche sinergie, poca interdisciplinarietà, molto “greenwashing”: questo il quadro italiano, poco confortante, che emerge da una delle ricerche presentate al recente Sesto Congresso mondiale dell’educazione ambientale, svoltosi a Brisbane, in Australia. La ricerca si è concentrata sugli attori italiani dell’educazione ambientale (università, […]

Rapporti reciproci asimmetrici e casuali, frammentazione, discontinuità, forti divari regionali, episodicità di iniziative, poche sinergie, poca interdisciplinarietà, molto “greenwashing”: questo il quadro italiano, poco confortante, che emerge da una delle ricerche presentate al recente Sesto Congresso mondiale dell’educazione ambientale, svoltosi a Brisbane, in Australia. La ricerca si è concentrata sugli attori italiani dell’educazione ambientale (università, scuola, extrascuola – in cui troviamo enti locali, multiutility, associazioni, imprese, agenzie ambientali).

Secondo lo studio, le relazioni tra i diversi attori sono spontanee e non organizzate, la riflessione e la ricerca sono poco considerate, nella scuola le tematiche strettamente ecologiche prevalgono su quelle socio-economiche, non meno importanti.
Una denuncia che può non fare piacere e che può contemplare le sue lodevoli eccezioni, ma su cui dobbiamo aprire un dibattito più ampio.

Leggi (gratis) i risultati del Sesto World Environmental Education Congress (WEEC).

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".eco", rivista fondata nel 1989, è la voce storica non profit dell'educazione ambientale italiana. Intorno ad essa via via si è formata una costellazione di attività e strumenti per costruire e diffondere cultura ecologica e sostenibilità.