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Suoni e segni di Vaia, viaggio sensoriale tra natura e cambiamenti climatici

| Redazione

Tempo di lettura: 3 minuti

Suoni e segni di Vaia, viaggio sensoriale tra natura e cambiamenti climatici
La mostra “Suoni e Segni di Vaia” esplora l’impatto della Tempesta Vaia del 2018 su foreste alpine, sensibilizzando sul rapporto Uomo-Natura attraverso suoni, foto e video.

Suoni e segni di Vaia, a Ischia la tempesta raccontata attraverso suoni, video e fotografie

Dal 10 al 31 ottobre 2024, Villa Arbusto a Lacco Ameno accoglie Suoni e segni di Vaia, una mostra che racconta l’impatto devastante della tempesta Vaia attraverso suoni, video e fotografie. L’evento, promosso dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, è dedicato a Pietro Greco, chimico, giornalista scientifico e scrittore, scomparso prematuramente nel 2020. Greco era una figura chiave nel mondo della divulgazione scientifica e la mostra nasce dall’incontro tra persone che facevano parte della sua rete di relazioni.

La “cura” dell’ambiente per abitare il mondo

Pietro Greco, purtroppo scomparso prematuramente nel 2020,
è stato chimico, giornalista scientifico e scrittore.
Questo progetto è nato grazie all’incontro tra persone che hanno fatto parte della sua rete di relazioni ed è a lui dedicato. 

La tempesta Vaia si abbatté sull’Europa centrale a fine ottobre 2018, colpendo gravemente le Alpi e lasciando dietro di sé una scia di distruzione. Raffiche di vento violentissime, che in alcune aree superarono i 200 km/h, accompagnate da piogge torrenziali, causarono la caduta di milioni di alberi su un’ampia area che comprendeva l’Italia, la Svizzera, l’Austria e la Slovenia. In Italia, furono colpite duramente le foreste delle Dolomiti UNESCO, un patrimonio naturale di straordinaria bellezza, trasformato in pochi giorni in un paesaggio irriconoscibile.

Le cifre sono impressionanti: oltre 41.000 ettari di boschi rasi al suolo e circa 16 milioni di alberi abbattuti tra Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia. La furia della tempesta ha evidenziato la vulnerabilità delle foreste alpine di fronte ai cambiamenti climatici in atto, un fenomeno che nel corso degli ultimi decenni ha contribuito all’intensificarsi di eventi meteorologici estremi.

Leggi l’articolo di Ugo Leone su strisciarossa: Dal Vajont, 1963, a Vaia, 2018, evento dimenticato. Per ricordarlo una mostra itinerante

L’esposizione si propone di sensibilizzare i visitatori sull’impatto dei cambiamenti climatici, evidenziando la vulnerabilità del nostro ambiente di fronte a eventi meteorologici estremi.

Un percorso tra suoni e immagini, riflessione sul rapporto uomo-natura

Suoni e segni di Vaia si articola in tre momenti fondamentali. Il primo è un’esperienza sonora che invita il visitatore a confrontarsi con la forza della natura, mettendo in luce il ruolo ambivalente di madre e matrigna che essa assume, sensibilizzando il pubblico sugli effetti del cambiamento climatico. Il secondo sono le fotografie che illustrano il paesaggio prima, durante e dopo la tempesta, evidenziando i danni subiti dalle foreste e la lenta ripresa dell’ambiente. Infine, un video che esplora il rapporto tra uomo e natura, ponendo interrogativi su come l’essere umano possa convivere con essa in maniera più rispettosa.

CLICCA QUI, sfoglia il catalogo della mostra Suoni e segni di Vaia

Fotografare, rappresentare, interpretare con Roberto Besana

L’importanza della fotografia nel raccontare la realtà sarà al centro dell’intervento del fotografo e divulgatore Roberto Besana, autorevole e storica firma della nostra rivista .eco, di giovedì 31 ottobre 2024, alle ore 17.0.

La fotografia è una parte fondamentale della comunicazione tra le persone, ma raramente si approccia il tema della sua comprensione su basi solide, permettendo l’insinuarsi di facili e distorte interpretazioni della realtà; ma esiste la realtà fotografica o è solo un’idea “romantica” derivata dalla sua genesi scientifica e non artistica; una carrellata di situazioni ed interpretazioni che aiutano a comprendere e “maneggiare” consapevolmente l’informazione che trasmette, una delle più importanti scoperte dell’uomo che ha rivoluzionato le arti ma di cui non sempre si conoscono i limiti, opportunità e rischi.

Suoni e segni di Vaia, oltre ad essere un tributo alla memoria di Pietro Greco, è un invito a riflettere su come, attraverso la conoscenza e la sensibilizzazione, si possa contribuire a costruire un futuro più consapevole e rispettoso dell’ambiente.

Un invito di sensibilizzazione volto all’azione

L’iniziativa, curata da un gruppo del liceo classico Giulio Cesare di Roma e sostenuta da esperti come Elena Gagliasso, Lucia Altobelli e Roberta Scifoni, vuole non solo ricordare la catastrofe naturale, ma anche educare le nuove generazioni. Durante le visite guidate al Museo Pithecusae, gli studenti potranno interagire con gruppi ambientalisti locali, approfondendo temi come la flora del territorio, la conservazione dei boschi e la salvaguardia del paesaggio.

La mostra sarà aperta al pubblico seguendo gli orari del Museo Pithecusae, con particolare attenzione alle visite scolastiche mattutine.

In un’epoca in cui i cambiamenti climatici minacciano sempre più il fragile equilibrio della natura, “Suoni e segni di Vaia” offre un’opportunità unica per riflettere su come possiamo vivere in modo più sostenibile, con la consapevolezza che le nostre azioni di oggi plasmeranno il mondo di domani.

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".eco", rivista fondata nel 1989, è la voce storica non profit dell'educazione ambientale italiana. Intorno ad essa via via si è formata una costellazione di attività e strumenti per costruire e diffondere cultura ecologica e sostenibilità.