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Roma sottoscrive il trattato sulla proibizione delle armi Nucleari: un invito al governo italiano

| Laura Tussi

Tempo di lettura: 4 minuti

Roma sottoscrive il trattato sulla proibizione delle armi Nucleari: un invito al governo italiano
Anche l’amministrazione capitolina ha aderito al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, sollecitando il Governo nazionale a fare lo stesso. Per il secondo anno consecutivo, l’Italia ha rifiutato di unirsi ai circa cento paesi che si incontrano periodicamente per discutere il disarmo nucleare. Roma si unisce alla lotta globale contro le armi nucleari Roma si […]

Anche l’amministrazione capitolina ha aderito al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, sollecitando il Governo nazionale a fare lo stesso. Per il secondo anno consecutivo, l’Italia ha rifiutato di unirsi ai circa cento paesi che si incontrano periodicamente per discutere il disarmo nucleare.

Roma si unisce alla lotta globale contro le armi nucleari

Roma si è unita alle capitali di tutto il mondo che sollecitano i Governi a firmare il Trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari, un trattato che ha valso alla rete internazionale ICAN il Premio Nobel per la Pace nel 2017 per il suo impegno nel disarmo nucleare universale.

Una votazione storica

La decisione di Roma, sostenuta da quasi un centinaio di città italiane che appoggiano l’appello di ICAN, segna un importante passaggio verso una politica che mette al centro la sicurezza e la vita umana nell’affrontare la minaccia nucleare. Questo voto storico sfida il Governo italiano a dare priorità alla pace e alla liberazione dell’umanità dall’incubo nucleare.

Un passo storico per la pace globale

Il Consiglio comunale di Roma ha compiuto un passo significativo verso la difesa della pace e della salvezza globale. Aderendo all’Appello delle città della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), Roma si unisce a una crescente coalizione che attraversa confini nazionali e continentali, sollecitando il Governo a firmare e ratificare il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW).

Un cambiamento nella politica globale

Con questa decisione, Roma sottolinea un cambiamento fondamentale nella politica globale, attribuendo priorità alla sicurezza umanitaria rispetto a strategie militari concrete. Allineandosi con capitali come Canberra, Parigi, Berlino, Oslo, Amsterdam, Lussemburgo, Helsinki, Berna e Washington, Roma dimostra un impegno collettivo nell’affrontare la minaccia rappresentata dalle armi nucleari.

Una dichiarazione di pace, contro le armi nucleari

I consiglieri comunali di Roma hanno espresso chiaramente i sentimenti che hanno accompagnato l’adesione al TPNW: “Crediamo fermamente che i nostri cittadini abbiano il diritto di vivere in un mondo libero da questa minaccia. Qualsiasi uso di armi nucleari, sia deliberato che accidentale, avrebbe conseguenze catastrofiche per le persone e l’ambiente. Pertanto, sosteniamo il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e invitiamo i nostri governi a firmarlo e ratificarlo”.

Un imperativo etico e politico

La decisione dell’Assemblea della giunta di Roma riconosce che le armi nucleari non sono semplici strumenti politici della guerra, ma ordigni di devastazione di massa. Il Trattato TPNW rappresenta una speranza per la sopravvivenza dell’umanità di fronte alla minaccia persistente dell’annientamento nucleare.

Condanna del rischio nucleare

Il Trattato riafferma l’imperativo etico, politico e legale di proteggere l’umanità dal tragico epilogo della guerra nucleare, condannando l’uso e il possesso di armi di distruzione di massa nucleari. La decisione di Roma è radicata in una politica incentrata sulle persone, ponendo la sicurezza umana al di sopra delle strategie militari.

Con questa mossa, Roma invita il Governo italiano a unirsi al movimento globale per la pace e la sicurezza, firmando e ratificando il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

Roma e l’appello ICAN: un impegno umanistico per la salvezza e la sicurezza dell’umanità

L’approvazione dell’Appello ICAN delle Città da parte del Consiglio Comunale di Roma rappresenta un impegno umanistico per la salvezza e la sicurezza del genere umano. Roma, con la sua storia millenaria e il ruolo di “Città Eterna”, diventa un potente simbolo di resistenza umana. Abbracciando la causa del disarmo nucleare, la capitale italiana riafferma il suo impegno senza tempo per i valori della pace, della giustizia sociale e della solidarietà.

Un messaggio potente dal cuore di Roma

La decisione cruciale di Roma risuona ben oltre i confini cittadini, inviando un forte messaggio al Governo italiano e ai governi di tutto il mondo. La “Capitale del mondo” esorta a dare priorità alla pace rispetto al potere delle armi nucleari. La vera sicurezza non può essere raggiunta attraverso la minaccia di una distruzione reciprocamente assicurata. Come sottolineato dai consiglieri comunali, “Qualsiasi uso di armi nucleari, sia deliberato che accidentale, avrebbe conseguenze catastrofiche, di vasta portata e di lunga durata per le persone e l’ambiente”.

Verso un disarmo nucleare universale

La decisione di Roma di aderire all’Appello ICAN delle Città ci ricorda che una politica radicata nel diritto internazionale, promossa da noi tutti come cittadini del mondo, può produrre risultati trasformativi per il disarmo nucleare universale. È ora necessario e urgente che il governo italiano segua l’esempio di Roma, firmando e ratificando il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW).

La guerra: un rischio per il futuro dell’umanità

Non possiamo rimanere indifferenti di fronte alla guerra, specialmente alla guerra nucleare, che minaccia di distruggere i sogni, le speranze e il futuro della terra e dell’intero genere umano. La guerra attuale, come il conflitto tra Russia e Ucraina, richiede ingenti risorse militari e coinvolge l’opinione pubblica nel suo finanziamento. Questo conflitto determina il destino del mondo, come dichiarato nel 2022 dalla Casa Bianca e dal Pentagono.

Un appello collettivo per la pace

Siamo preoccupati dagli “effetti collaterali” della guerra, come il taglio delle risorse destinate alle persone fragili e marginali. Queste risorse sono essenziali per la sopravvivenza e per garantire una vita dignitosa, come previsto dalla Costituzione. La guerra e la violenza, come l’inquinamento, contagiano la vita sulla terra, creando una nube tossica di odio e distruzione. Teresa d’Avila ci ricorda che non c’è nulla di bene di cui non siamo partecipi, né di male di cui non siamo responsabili. Quali saranno le conseguenze di un odio prolungato generato da questi strazianti conflitti?

Un’umanità dolente e dimenticata

Infine siamo preoccupati perché la guerra e la violenza in generale come l’inquinamento contagiano la vita sulla terra. Come i veleni che ciascuno di noi produce vanno a finire in atmosfera, ricadono su tutti, ma si concentrano in alcune aree precise, provocando danni gravissimi, così la violenza che alberga dentro di noi se fuoriesce, si densifica e diviene una nube tossica che colpisce ovunque e in alcune parti del pianeta provoca guerre e distruzioni. Non a caso Teresa d’Avila amava dire che non c’è nulla di bene di cui non siamo partecipi, né di male di cui non siamo responsabili. Allora quali saranno le conseguenze di un odio prolungato generato da questi strazianti conflitti?

Scrive per noi

Laura Tussi
Laura Tussi, docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, fa parte dei Disarmisti Esigenti, gruppo membro della rete mondiale e premio Nobel per la pace ICAN.