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Anche in Italia arrivano desertificazione e siccità. Le regioni a rischio

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Anche in Italia arrivano desertificazione e siccità. Le regioni a rischio

La Sicilia è la regione a maggiore rischio, ma in Emilia Romagna le falde acquifere sono all’asciutto. Stato di emergenza in agricoltura.
I dati in occasione del 17 giugno GIORNATA MONDIALE CONTRO LA DESERTIFICAZIONE E LA SICCITA’

Secondo i dati del Consiglio Nazionale Ricerche la regione a maggior rischio desertificazione è la Sicilia con il 70% del territorio minacciato da insufficienza idrica; seguono il Molise (58%), la Puglia (57%), la Basilicata (55%) e poi Sardegna, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Umbria e Campania con percentuali oscillanti fra il 30% ed il 50% dei territori a rischio.

Se in Emilia Romagna non ci saranno significative precipitazioni nelle prossime due settimane quella che oggi è già una situazione di emergenza potrebbe trasformarsi in una catastrofe, scatenando conflitti per l’acqua tra i territori e danni colossali per l’intero agroalimentare regionale.

A lanciare il preoccupante allarme, in occasione della Giornata Internazionale contro la Desertificazione e la Siccità, è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). I dati rilevati in campo negli ultimi giorni dicono chiaramente che, a livello regionale, le falde sono completamente scariche e che i livelli raggiunti sono, in quasi tutti i territori della regione, al di sotto di quelli registrati durante l’inverno.
Il presidente dell’ANBI, Francesco Vincenzi, ammonisce: “Il pericolo desertificazione deve ormai entrare, anche per il nostro Paese, tra le possibili conseguenze dei cambiamenti climatici, così come testimonia l’attuale crisi idrica, conseguenza delle insufficienti precipitazioni dei mesi scorsi e di un caldo inusuale in un periodo, che non è ancora estivo.”
“Alcune tendenze sono ormai conclamate: il clima è cambiato e con esso anche le precipitazioni meteorologiche; è necessaria un’assunzione di consapevolezza collettiva, adeguando le infrastrutture a servizio dell’agricoltura e dell’ambiente, perché senza acqua e senza cibo non c’è vita. Serve un Piano Nazionale degli Invasi, interessante soprattutto l’Italia settentrionale, per raccogliere le acque di pioggia, bene sempre più prezioso e raro”, conclude il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano.

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