Poeta al comando: il Vate apripista del fascismo
Poeta al comando
Alessandro Barbero
Romanzo storico
Sellerio Palermo
2022 (1° ed. Mondadori 2003)
Pag. 249 euro 15
(Nell’immagine di apertura, D’Annuncio, al centro, a Fiume con un gruppo di “legionari”)
Fiume, settembre 1919 – dicembre 1920.

Gabriele D’Annunzio è a pranzo a Villa Cosulich con l’amico segretario Tom Antongini. Da vari mesi ha iniziato l’Impresa. Mentre le potenze vincitrici della prima guerra mondiale discutono a Parigi gli assetti di pace, si è messo alla guida di una spedizione di ribelli granatieri bersaglieri arditi volontari, per occupare la città di Fiume, contesa fra regni (fra italiani e serbi, croati, sloveni), e, con l’obiettivo di precostituire e preparare l’annessione, ha istituito la Reggenza del Carnaro.
A distanza di decenni, da Salò nel novembre 1944, Tom racconta l’impeto estetizzante di Gabriele, il “Poeta al comando”: dialoghi incontri letture relazioni scelte vicissitudini e contrasti sociali, rielaborati con la solita perizia dall’ottimo Alessandro Barbero (Torino, 1959) in un bel romanzo storico capace di descriverci il maniaco Vate (1863-1938) in un periodo cruciale, rivoluzionario apripista (qui facilitatore più che anticipatore) del fascismo.
Scrive per noi

- Valerio Calzolaio, giornalista e saggista, è stato deputato (1992-2006) e sottosegretario all’Ambiente (1996-2001). Ha pubblicato numerosi libri sul tema della migrazioni e dei profughi ambientali.
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