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Biodiversità, il cervo sardo torna in Ogliastra

| Michela Lucchini

Tempo di lettura: 2 minuti

Grazie al progetto “One deer, two islands” l’ungulato espande il proprio areale. Sessantanove esemplari introdotti nella regione occidentale della Sardegna, altri 15 in Corsica 

Il cervo sardo-corso (Cervus elphaus corsicanus) torna in Ogliastra, la zona della Sardegna da cui questa specie era scomparsa già negli anni Cinquanta a causa della deforestazione, degli incendi pastorali e del bracconaggio. Sono state introdotte qui, infatti, tre popolazioni dell’ungulato il cui areale si era ridotto a poche zone separate tra loro, vale a dire il Sulcis, la Costaverde e il Serrabus, per circa settemila individui complessivi. Il merito di questo ritorno in Ogliastra spetta a “One deer, two islands” (Un cervo, due isole): il progetto europeo Life+ che punta ad aumentare la variabilità genetica partendo da pochi soggetti immessi in aree d’importanza comunitaria (Sic), con il supporto di radiocollari satellitari che ne tracciano la posizione. La seconda isola cui allude il titolo del progetto è ovviamente la Corsica, dove la specie si era completamente estinta prima dei ripopolamenti degli anni Ottanta che hanno portato oggi a circa mille esemplari. Mentre altre attività sono state attuate per ampliare l’areale di diffusione tramite corridoi ecologici per favorire la dispersione degli individui e la ricolonizzazione.

Ma come si è svolta questa operazione? Nella fase iniziale è stata studiata la variabilità genetica delle popolazioni individuando le aree in cui catturare gli individui fondatori per le nuove popolazioni. Questo per creare un metapopolazione in cui tutti i nuclei siano in contatto tra loro e impedire che incendi, cambiamenti ambientali o malattie possano provocare l’estinzione locale del cervo.

Successivamente è avvenuto il trasferimento dei cervi, vale a dire 69 esemplari (43 femmine e 26 maschi) dalla Costa Verde della Sardegna ai siti di rilascio in Ogliastra e altri 15 (5 maschi e 10 femmine) in Corsica. Le nuove popolazioni sono state monitorate anche utilizzando la termografia ad infrarossi, metodo già utilizzato dall’Ispra per stimare la consistenza delle popolazioni in alcune aree della Sardegna e dell’Italia continentale. Queste informazioni sono state utilizzate per valutare ulteriori immissioni a garanzia di sopravvivenza a lungo termine per le neo-popolazioni.

Un’altra azione del progetto LIFE+ è stata finalizzata verso misure in grado di ridurre l’impatto del cervo alle attività agricole in Costaverde, fra le aree più importanti per la conservazione del cervo. Sono state così realizzate recinzioni elettrificate e creati pascoli per alimentare gli esemplari. Tutto con l’obiettivo di mitigare i conflitti generati dalla presenza del cervo e prevenire atti di bracconaggio. Infine, è in corso uno studio sociologico nelle aree di immissione dell’Ogliastra, per valutare l’atteggiamento delle popolazioni umane nei confronti degli interventi di conservazione della specie.

Il video di presentazione della campagna

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Michela Lucchini
Michela Lucchini