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Brutalismo: un cambiamento epocale e politico

| Valerio Calzolaio

Tempo di lettura: 2 minuti

Brutalismo: un cambiamento epocale e politico

Brutalismo

Achille Mbembe
Traduzione di Valeria Pignatta

Marietti1820 Bologna
2023 (orig. 2023)
Pag. 271, euro 23

“Scelti da Valerio” è la rubrica di recensioni e segnalazioni a cura di Valerio Calzolaio.

Nel panorama attuale, l’Africa emerge come il punto focale di un cambiamento epocale. Questo cambiamento non è solamente geografico, ma anche un mutamento radicale nella biosfera e nella tecnosfera del nostro pianeta. Il concetto di brutalismo, inizialmente legato all’architettura, si è trasformato in una categoria politica. Questa epoca è caratterizzata da tre elementi principali: il calcolo computazionale, l’economia neurobiologica e il processo di carbonizzazione.

Radici nel passato coloniale europeo

Questi elementi hanno innescato un pathos pervasivo di demolizione e produzione su scala mondiale, creando riserve di oscurità. Il brutalismo si manifesta nell’estromissione e nell’evacuazione degli individui e delle sostanze organiche. Il potere si è trasformato in una forza geomorfologica, agendo attraverso tecniche di fratturazione, fessurazione, esaurimento e deplezione. Risorse e corpi vivi sono esposti all’esaurimento fisico e a rischi biologici invisibili, come intossicazioni acute, tumori e disturbi neurologici. Questo processo di brutalismo ha le sue radici nel passato coloniale europeo, dove l’Europa trasferì la sua oscurità sull’inesistente soggetto “negro”. Questa condizione negra si è universalizzata, portando alla continua demolizione delle persone, delle cose, dei sogni e della vita nel contesto africano moderno, spingendo verso un “divenire africano del mondo”. Il progetto finale del brutalismo è la trasformazione dell’umanità in materia ed energia. È imperativo impegnarsi per una nuova coscienza planetaria, una politica della riparazione e la rifondazione di una comunità umana solidale con tutti gli esseri viventi.

Riparazione: un’alternativa al brutalismo

Il rinomato filosofo camerunense, Achille Mbembe, ha proposto una prospettiva alternativa attraverso il suo saggio sul postcolonialismo e sul riordino delle relazioni globali. Mbembe presenta il concetto di “riparazione” come antidoto al brutalismo, richiedendo la rinuncia a forme esclusive di appropriazione e il riconoscimento dell’incalcolabile e dell’inappropriabile. Questo implica l’abbandono di possessi esclusivi della Terra.

Nel suo saggio, Mbembe esplora otto intensi capitoli che affrontano i brutali fenomeni attuali: la combustione del mondo, il dominio universale, la frontierizzazione esasperata, l’animismo e la visceralità, il virilismo della pulsione eiaculatoria, i corpi-frontiera del neomalthusianesimo, le circolazioni vietate e le comunità dei prigionieri. L’autore conclude con un’umanità potenziale che abbraccia una “politica del vivente”. Mbembe richiama l’attenzione sull’articolo 13 della Dichiarazione universale sulla libertà di movimento, evidenziando che oggi la Terra non appartiene più a tutti e i diritti sono revocabili. In questo contesto, è essenziale riflettere su queste tematiche, nonostante la complessità del testo e la sua natura profondamente ideologica, evidenziata dall’abbondante presenza di “ismi” e dalla frequente sostantivizzazione concettuale dei lemmi. Il saggio è supportato da dettagliate note bibliografiche a piede di pagina e un ricco indice finale delle personalità citate.

Scrive per noi

Valerio Calzolaio
Valerio Calzolaio
Valerio Calzolaio, giornalista e saggista, è stato deputato (1992-2006) e sottosegretario all’Ambiente (1996-2001). Ha pubblicato numerosi libri sul tema della migrazioni e dei profughi ambientali.