Punta Aderci: là dove la coesistenza è possibile
Ne hanno parlato a Sereno variabile, nella rubrica Si viaggiare, su Sky Canale Marco Polo. Ci sono stati vari servizi
Ne hanno parlato a Sereno variabile, nella rubrica Si viaggiare, su Sky Canale Marco Polo. Ci sono stati vari servizi giornalistici a riguardo, come sulle riviste Itinerari e luoghi e Plein Air, ed è costantemente presente su varie riviste locali. Stiamo parlando della Riserva di Punta Aderci istituita con L.R. n. 9 il 20/02/1998 all’interno del Comune di Vasto (CH).
La Riserva è la prima istituita in Abruzzo a tutela della fascia costiera, che rappresenta un ottimo esempio di coesistenza uomo-natura. La grande particolarità di questa Riserva è la presenza al suo interno di una delle coste più belle della zona, la spiaggia di Punta Penna, aperta al pubblico che può fruirne liberamente per fare il bagno e prendere il sole. Questa situazione rende quindi indispensabile l’instaurarsi di un rapporto uomo-natura il meno invasivo possibile.
R: La Riserva è stata istituita con una legge regionale del febbraio 1998, anche se fino al 2007 è stata una riserva che esisteva più di nome che di fatto, nel senso che non c’era una gestione organica e continuativa. Dal 2007 con l’affidamento della gestione alla Cooperativa Cogecstre ci sono attività che vanno avanti di anno in anno grazie a fondi regionali e fondi comunali ed altre forme di finanziamento fra cui quelle derivanti dalle manifestazioni in Riserva. Le iniziative sono di ogni tipo, da quelle più prettamente naturalistiche a quelle legate alla fruizione balneare, in quanto la Riserva è nata proprio per conciliare l’aspetto naturalistico con quello turistico della fruibilità delle spiagge.
D: Come ha reagito la popolazione locale di fronte all’istituzione della Riserva?
R: La nostra preoccupazione maggiore riguardava i frequentatori della spiaggia di Punta Penna, molto numerosi e soprattutto molto legati al luogo che, contrariamente ad ogni aspettativa, hanno invece reagito benissimo partecipando attivamente alla nascita della Riserva assieme alla Cooperativa, al WWF e all’Arci di Vasto. Le resistenze sono invece arrivate dai proprietari terrieri dei suoli posti all’interno della Riserva, che avevano un’idea di sviluppo di tipo turistico residenziale che non poteva per ovvie ragioni coesistere con la Riserva. Si intende che il piano di assetto naturalistico non ha bloccato l’utilizzo del territorio, permettendo comunque una serie di attività di tipo turistico-economiche compatibili con la Riserva stessa.
R: Quella è una zona molto particolare sulla quale sono stati pensati negli anni tantissimi progetti che avrebbero vanificato qualsiasi forma di protezione ambientale. Si è passati dal voler realizzare centrali elettriche seguite poi da centrali nucleari, al voler ampliare il porto adiacente rendendo la spiaggia di Punta Penna, all’interno della Riserva stessa, una gigantesca banchina al servizio del porto.
Quindi di progetti che avrebbero impedito qualsiasi azione di tutela ce ne sono stati, ma sono state brave le Associazioni ambientaliste ed alcune forze politiche, che, insieme ad una gran numero di cittadini, ha impedito che ciò accadesse spingendo per la protezione. Ovviamente la zona industriale localizzata alle spalle della Riserva ha creato e crea tutt’ora dei problemi di coesistenza che stiamo cercando di risolvere, ma c’è da dire che per assurdo proprio questa zona industriale, non espandendosi verso Punta Aderci e “bloccando” i terreni, ha tutelato negli anni quel territorio, impedendo uno sviluppo di turistico residenziale di tipo invasivo proprio perché il terreno era destinato alle industrie.
R: A tal proposito abbiamo notato una cosa molto interessante. L’estate scorsa i turisti che prima venivano a Vasto esclusivamente per il mare ed in aggiunta visitavano la Riserva se rimaneva tempo, adesso vengono a Vasto soprattutto per la Riserva, che diventa il motivo centrale della loro vacanza. Si è ribaltata quindi la situazione e finalmente il salto di qualità è stato fatto.
R: Abbiamo un numero di visitatori vario, diciamo che il grosso dei frequentatori è regionale o proviene da Regioni limitrofe. E’ anche vero che molti turisti arrivano dal nord Italia o addirittura dall’estero, tedeschi in particolar modo, e sono tra i visitatori più motivati che vengono a visitare la Riserva. C’è da dire che quest’anno è stato riscontrato un grosso spostamento giornaliero di turisti che vengono da città limitrofe, come ad esempio Pescara, spostandosi di circa decine di km e rientrando in giornata.
R: Si, il progetto si chiama Marina Mia ed è un progetto di recupero sociale che sta funzionando molto bene e di cui andiamo molto orgogliosi; nato tanti anni fa dalla collaborazione tra Comune di Vasto, Casa circondariale di Vasto , WWF e Riserva di Punta Aderci. Il progetto riguarda l’impiego di un certo numero di detenuti che escono in permesso di lavoro e si dedicano alla pulizia della Riserva e, da quest’anno, anche di altre aree del litorale vastese e della stessa Città di Vasto. Il progetto ci ha arricchito molto attraverso la conoscenza di questi ragazzi, che stiamo cercando di aiutare con un percorso di recupero, rendendo in questo modo anche la nostra Città migliore.
R: Questa è un’altra cosa che ci inorgoglisce dal punto di vista naturalistico perché il Fratino (Charadrius alexandrinus) è il simbolo della Riserva. Il piccolo uccello nidifica tra le dune rappresentandone un importante indicatore biologico, molto prezioso per degli ambienti che sono tra i più minacciati d’Italia. Grazie a questo piccolo volatile la Riserva ha avuto un grosso slancio per nascere. Quando abbiamo deciso di recintare il fronte dunale dove nidifica il Fratino, avevamo molti dubbi sul rispetto di questa zona, smentiti da una risposta assolutamente positiva. Addirittura alcune persone ci segnalano la presenza delle uova, quindi questa azione di tutela devo dire ha funzionato aldilà delle nostre aspettative.
Inoltre l’anno scorso è stato scelto l’Abruzzo come regione campione europea, per studiare gli spostamenti del Fratino, posizionando su alcuni esemplari dei geolocalizzatori. Noi della Riserva siamo stati al centro di questo progetto ed è stata una bella soddisfazione.
Si sono verificate della cose curiosissime, da due anni a questa parte, per esempio, c’è una femmina che nidifica, non si sa bene perché, nel bel mezzo della spiaggia di Vasto marina, in una zona assolutamente anomala, quindi al di fuori della Riserva. Eppure, nonostante i dubbi sul buon esito dell’evento, i piccoli sono nati ed i turisti, con i loro ombrelloni poco distanti, li hanno letteralmente adottati. Questo Fratino-mamma è stato ribattezzato “Fantastica”.
D: Mi parla di qualche nuova iniziativa per l’anno in corso che coinvolga la popolazione locale?
R: Il mio sogno nel cassetto è “La rivoluzione in bicicletta” dal titolo di un libro di Mempo Giardinelli. Questo perché l’amministrazione comunale di Vasto ha puntato molto sulla rete delle piste ciclabili, anche se quello che si dovrebbe fare è creare una rete che colleghi le piste stesse sia a livello di sentieri e cartellonistica, che a livello di accessibilità alle piste stesse. Sarebbe interessante che la Riserva desse un segnale di un altro tipo di mobilità, diciamo che per la prossima estate mi piacerebbe vedere sempre più gente che arriva alla Riserva in bicicletta.
Info : PUNTA ADERCI, COGECSTRE, LEGISLAZIONE EUROPEA
27/03/2011
C.A.