Ma l’Italia non ripudia davvero la guerra
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Nonostante la Costituzione che stabilisce che il nostro paese ripudia la guerra, l’Italia aumenta le spese militari e ottiene ingenti con l’export di armi. Nel contesto internazionale, attualmente, in atto a partire dagli anni ’80 del Novecento e soprattutto dalla prima guerra del Golfo del 1991, i poteri forti vogliono indebolire l’ONU e aggirare il divieto della guerra contenuta nella carta costituzionale.
Perché il nostro paese ripudia la guerra, ma attua ingenti investimenti economici con l’export di armi?
L’Italia è presente in 20 paesi con 29 missioni militari in cui abbiamo speso quest’anno 826 milioni di euro come scrive Maurizio Donini su Il Fatto Quotidiano.
Perché il nostro paese rigetta e ripudia la guerra, ma di fronte agli ingenti ricavi economici dall’export di armi non si sottrae?
Esattamente sono stati 15 i miliardi recentemente incassati dal Bel Paese per esportare morte, in continuo e costante incremento. Un aumento del 85,7% rispetto agli 8 del 2020 e non è dato sapere se anche i morti provocati siano aumentati in misura equivalente.
Calosso, Pertini, Matteotti e altri proposero che nel bilancio dello Stato le spese per le forze armate non superassero le spese per la pubblica istruzione.
Il principio fondamentale del ripudio della guerra è stata una libera scelta della nostra Assemblea costituente. Una decisione votata dopo un dibattito tra i più approfonditi: ripudiare è un termine nuovo e forte, più che rinunziare e condannare la guerra. La guerra è ripudiata.
È anche il prodotto della semina e delle aspirazioni del pacifismo democratico dell’Ottocento e del primo Novecento e del rifiuto del bellicismo fascista che aveva portato l’Italia allo sfacelo.
L’articolo 11 della Costituzione contiene un principio fondamentale e non può essere modificato neppure da una legge di revisione. La Costituzione ammette solamente la guerra di difesa in caso di attacco armato al nostro paese quando afferma che la difesa della patria è sacro dovere del cittadino.
Un dettato costituzionale, costato lacrime e sangue, però purtroppo gravemente e più volte aggirato dai governanti italiani a partire dagli anni ’80 del secolo scorso.
Una tendenza non solo italiana
La drammatica tendenza non è solo italiana e si lega ad un identico contesto internazionale, tuttora, attualmente, in atto a partire dagli anni ’80 del Novecento e soprattutto dalla prima guerra del Golfo del 1991, volta ad indebolire l’ONU e aggirare il divieto della guerra contenuta nella sua carta.
È necessario invece andare verso la trasformazione dell’ONU da organizzazione a carattere internazionale ad organizzazione sovranazionale.
Gli Stati maggiori, soprattutto la superpotenza Usa, hanno operato per riacquisire quel diritto alla guerra come diritto naturale vigente nel diritto internazionale pre-ONU.
E quindi verso la rilegittimazione della guerra quale strumento per la risoluzione dei conflitti e delle controversie.
Eppure, bisogna ritornare a coltivare la prospettiva del divieto della guerra oggi in così grave crisi e sotto attacco.
È urgentemente necessario ricordare che fu respinta anche la proposta avanzata da Calosso, Pertini, Matteotti e altri, più che mai attuale, secondo cui nel bilancio dello Stato le spese per le forze armate non devono superare le spese per la pubblica istruzione.
Bibliografia
Partigiani della pace:
- Bobbio Norberto, la mia ‘coscienza atomica’ cominciò con Russell e Anders, in Giano, 1990
- Parri Ferruccio, I missili e la pace, in Il Ponte, 1957
- Movimento italiano della pace, Conferenza nazionale per la pace, 1958
Donne conto la guerra:
- Luxemburg Rosa, Lettere contro la guerra, Berlino 1914-1918, Prospettiva, Civitavecchia 2004
- Menapace Lidia, Chi ha paura delle donne in nero?, In L’Unità, 7 novembre 1990
- Menapace Lidia, Ingrao Chiara (a cura di), Né in difesa, né in divisa. Pacifismo, sicurezza, ambiente, nonviolenza, forze armate. Una discussione fra donne, Felina, Roma
- Morgantini Luisa, Donne soldato? No grazie, in Giano n. 28/1998
Approfondimenti su guerra e pace:
- Bravo Anna, Donne contadine e Prima Guerra Mondiale, in Ricerche storiche, n.2, 1980
- Lussu Emilio, Un anno sull’Altipiano, Einaudi, Torino 2000
- Del Boca Angelo, La guerra d’Etiopia. L’ultima impresa del colonialismo, Longanesi, Milano 2010
- Tranfaglia Nicola, Il fascismo e le guerre mondiali (1914-1945) Utet, Torino 2012
Riflessioni sulla contemporaneità:
- Pugliese F., Abbasso la guerra. Persone e movimenti per la pace dall’800 a oggi, Grafiche futura, Mattarello – Trento
- Pugliese F., I giorni dell’arcobaleno. Diario- cronologia del movimento per la pace, prefazione di Alex Zanotelli, Futura, Trento
- Pugliese F., Per Eirene. Percorsi bibliografici su pace e guerra, diritti umani, economia sociale, Forum Trentino per la pace e i diritti umani, Trento
- Pugliese F., Carovane per Sarajevo. Promemoria sulle guerre contro i civili, la dissoluzione della ex Jugoslavia, i pacifisti, l’ONU (1990-1999), Prefazione di Lidia Menapace, Introduzione di Alessandro Marescotti, Alfonso Navarra, Laura Tussi
- Manifesti raccontano…Le molte vie per chiudere con la guerra,a cura di Vittorio Pallotti e Francesco Pugliese, Recensione di Laura Tussi, Prefazione di Peter Van Den Dungen, coordinatore generale della Rete Internazionale dei Musei per la Pace e Joyce Apsel, Università di New York
- Strada G., Ma l’abolizione della guerra non è un’utopia di sinistra, in La Repubblica, 2006
Contributi femminili:
- Franca Pieroni Bortolotti, La donna, la pace, l’Europa, Franco Angeli, Milano
- Maria Montessori, La paix et l’éducation, Genève, Bureau International d’éducation, 1932
- Anna Maria Mozzoni, La liberazione della donna, a cura di F. Pieroni Bortolotti, Mazzotta, Milano
- Mirella Scriboni, in Guerre e pace, Marzo 2011
Approfondimenti sul pacifismo:
- Pallotti V., Cinquant’anni di pace in Europa: eventi e immagini, a cura del centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale, Bologna
- Pallotti V., Perché? Guerra, corsa agli armamenti. Catalogo della mostra del manifesto contro… per una cultura di pace e nonviolenza, Bologna
- Pallotti V., Camminare per la pace. Marce e cammini per la pace e la nonviolenza, Comune di Casalecchio di Reno – Casa per la pace “la filanda”, Bologna 2009
Approfondimenti:
- Elorza, Documenti e discorsi del militare ingenuo, San Sebastian
- Erasmo da Rotterdam, Contro la guerra, a cura di F.Gaeta, L’Aquila
- Trattato sulla tolleranza, a cura di Palmiro Togliatti, Editori Riuniti Roma
Bibliografia ragionata:
- Autori Vari, Bandiere di pace, Chimienti, Taranto
- Aron, Pace e guerra tra le nazioni, it. Comunità, Milano
- Balducci E., Vinceremo noi pacifisti. Fosse anche tra mille anni, in L’Unità, 6 Marzo 1991
- Bartels, L’Europa dei movimenti per la pace, in Giano n. 4/1990
- Battistelli, Sociologia e guerra. Il problema della guerra nelle origini del pensiero sociologico, Archivio Disarmo, Roma
- Bello Don Tonino, Alfabeto della vita, Paoline, Milano 2009
- Bobbio, Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, Bologna
- Collotti, G. Di Febo, (a cura di), Contro la guerra. La cultura della pace in Europa (1789-1939), Dossier Storia, Giunti, Firenze
- Rochat G., L’Antimilitarismo oggi in Italia, Claudiana, Torino
- Taylor, English History 1914-45. Oxford University Press
Analisi storiche:
- Rochat G., L’antimilitarismo oggi in Italia, Claudiana, Torino
- Rochat G., La tradizione antimilitarista del movimento operaio italiano, in La critica sociologica, 1976
- Rochat G., Breve storia dell’esercito italiano dal 1861 al 1943, Einaudi, Torino
Analisi:
- Branson, M. Haienemann, L’Inghilterra degli anni Trenta, Laterza Bari
- Ceadel, Pacifismi in Britain, Oxford University Press.
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- Laura Tussi, docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, fa parte dei Disarmisti Esigenti, gruppo membro della rete mondiale e premio Nobel per la pace ICAN.
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