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Educhiamoci alla sostenibilità con un Festival

| Pier Luigi Cavalchini

Tempo di lettura: 4 minuti

Educhiamoci alla sostenibilità con un Festival

A Roma il 12 aprile scorso su iniziativa di Earth Day Italia e con la partecipazione dell’Università Link Campus e del Movimento dei focolari una giornata di dibattito e lavori seminariali con alcune delle principali realtà italiane di educazione all’ambiente e alla sostenibilità, tra cui la Rete WEEC Italia. In occasione della Giornata mondiale della Terra appuntamento per le scuole e decine di organizzazioni al Villaggio della Terra a Villa Borghese.

Alla Link Campus University di Roma si è svolto lo scorso 12 aprile, in un clima disteso e partecipativo, la prima giornata delle iniziative organizzate da Earth Day Italia nell’ambito del Festival dell’educazione ambientale e del Villaggio della Terra a Villa Borghese.
Tra gli eventi del 12, l’incontro nazionale coordinato da Rete WEEC Italia avente per tema l’educazione ambientale, partendo da esperienze vissute e analisi ragionate.

L’incontro è stato organizzato per lanciare una serie di giornate di impegno “sul campo” come la Summer school 2019 (19-22 agosto) e il Congresso Mondiale di Educazione Ambientale di Bangkok del 3-7 novembre 2019. È stata un’occasione di una comunità di pratiche, di gruppo e individuali, mirate all’attivazione delle competenze tipiche del pensiero sistemico. Il tutto in una chiave di concretezza e di smitizzazione di alcune parole “sacre” che ha sicuramente giovato all’articolazione dei lavori. Fra questi termini “abusati” c’è finita anche la sostenibilità, troppo spesso invocata ma pochissimo applicata sul serio.
In parallelo, la palestra del campus, luogo deputato all’attività di gruppo, si è segnalata per la maturità dei giovanissimi partecipanti e per la competenza che hanno dimostrato nel provare a rispondere ai quesiti/proposta preparati dagli organizzatori.
Al mattino si era partiti con i saluti istituzionali ai partecipanti e ai ragazzi degli Stati Generali dell’Ambiente dei Giovani da parte di Alessandro Vienna della Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione, MIUR, di Carlo Maria Medaglia Dipartimento Ricerca Link Campus University, di Pierluigi Sassi di Earth Day Italia e di Antonia Testa a nome del Movimento dei Focolari.

Il dibattito tra le organizzazioni e le reti nazionali di educatori

Poi, come da programma, ci si è traferiti in sala Biblioteca per proseguire con il programma dedicato agli educatori.
Fra questi si sono distinti i membri di WEEC Italia, guidati da Mario Salomone, che hanno dato ulteriore peso e qualità ai lavori sia della parte mattutina, sia di quella seminariale pomeridiana.
Al mattino ogni persona invitata ha avuto circa dieci minuti a disposizione per argomentare secondo i due filoni previsti:
1. “Educhiamoci alla sostenibilità – Metodi e storie” e rispondere a una serie di domande: come lavorano le vostre organizzazioni per fare rete? qual è il vostro approccio per essere generativi?
2. “Metodi – Quali progetti e metodi avete sperimentato? Di cosa necessitano per essere maggiormente generativi?”.
Hanno provato a rispondere alla prima domanda , alternandosi Paolo Tamburini e Sergio Sichenze per la Rete Educazione ambientale e alla sostenibilità del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, Mario Salomone in qualità di segretario generale della rete mondiale WEEC (World Enviromental Education Congress), Carina Rossi dell’organizzazione “Scholas Occurrentes”, e per ultima – su questo particolare stimolo – Vanessa Pallucchi di “Legambiente Scuola e formazione” e, in modo complessivo, Roberta Cafarotti che ha trattato il delicato tema “Educhiamoci alla sostenibilità – metodi e storie L’educazione è un diritto umano fondamentale ed indispensabile per costruire pace e dare avvio allo sviluppo sostenibile” (riportato in dettaglio più sotto).
Come già segnalato vi è stata anche una approfondita riflessione sui “Metodi”, provando a rispondere alla seguente domanda: “Quali progetti e metodi avete sperimentato? Di cosa necessitano per essere maggiormente generativi?”. Su questi temi si sono portate e discusse le esperienze di FIDAE, progetto “Io posso” per mezzo di Virginia Kaladich (che ha evidenziato l’importanza di partire dal proprio specifico per poi “contaminare” l’operato degli altri) come pure di altri relatori. Fra questi è opportuno citare l’importante contributo di Michela Mayer e Francesca Farioli – della IASS Associazione italiana scienza per la sostenibilità, incentrato sull’importanza degli stimoli visivi, tattili, auditivi, in vista di un approccio più matura alla “sostenibilità”.

Educhiamoci alla sostenibilità: l’intervento di Roberta Cafarotti

L’educazione – ha ricordato Roberta Cafarotti (Earth Day Italia) – è un diritto umano fondamentale ed indispensabile per costruire pace e dare avvio allo sviluppo sostenibile.
È una spinta gentile all’agire individuale e collettivo, atto alla realizzazione degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto da 193 Paesi il 25 settembre del 2015.
Gli Obiettivi fissano limiti ambientali e soglie critiche per l’uso delle risorse naturali, riconoscono come la lotta alla povertà e alle disuguaglianze debba procedere di pari passo con una revisione degli stili di vita, dei modi di abitare e costruire le città, dei modelli di produzione. È quindi evidente che per “realizzare questo cambiamento abbiamo bisogno di nuove capacità, nuovi valori e nuovi comportamenti che conducano a società più sostenibili”.
Per questo occorre dare risposte educative nuove. Le istituzioni educative, dalla scuola dell’infanzia all’istruzione universitaria e il mondo dell’educazione non-formale e informale, si confrontano sempre più spesso con i problemi dello sviluppo sostenibile e promuovono la condivisione di esperienze, pratiche e metodi per sfruttare la grande creatività che le nuove prospettive hanno aperto. Il convegno pertanto facilita l’analisi di casi di innovazione e sperimentazione di educazione alla sostenibilità, sviluppate su base nazionale ed internazionale che mirano a:
1. sviluppare competenze che permettano agli individui di riflettere olisticamente sulle conseguenze delle loro azioni, prendendo dunque in considerazione il loro attuale e futuro impatto sociale, culturale, economico e ambientale, da una prospettiva sia loca le, sia globale.
2. favorire l’agire in situazioni complesse e dinamiche, pensando in maniera sistemica per la ricerca di nuove e creative soluzioni;
3. favorire la partecipazione ai processi sociopolitici indirizzando le proprie società verso lo sviluppo sostenibile.
L’educazione alla sostenibilità è uno dei motori principali per i processi territoriali di sostenibilità: per questo motivo il convegno ospita gli Stati Generali dell’Ambiente dei Giovani, un’iniziativa di dialogo e partecipazione attiva degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. I ragazzi, perfettamente organizzatisi in gruppi, intorno a tavoli di sei-sette posti, hanno provato a redigere un appello per il futuro Parlamento Europeo sui cambiamenti climatici.
I risultati saranno presentati al Villaggio per la Terra il 29 aprile 2019 (i dettagli su www.villaggioperlaterra.it).
Roberta Cafarotti ha più volte sottolineato che gli Stati Generali sono uno strumento per promuovere la partecipazione attiva e un più forte coinvolgimento dei ragazzi, delle loro comunità di riferimento e della politica nelle grandi sfide del futuro definite dall’Agenda 2030.
In definitiva una proficua giornata di scambi di opinioni e di approfondimenti. Nel nome della concretezza e del cambiamento.

Scrive per noi

Pier Luigi Cavalchini
Pier Luigi Cavalchini
Pier Luigi Cavalchini è docente di lettere al Liceo, membro del direttivo nazionale FIMA, delegato per il nordovest di Docenti Senza Frontiere, membro di Pro Natura regionale e direttore del giornale online Città Futura, collabora con varie riviste tra cui “.eco”.