Con questa felice frase, che è nel titolo di questo articolo, nel luglio dello scorso anno nasce una iniziativa editoriale davvero interessante e che in questo mondo di twittaggi e post di sole immagini su instagram, riprende in controdendenza anche il sentiero della riflessione e della proposta di lettura, per far conoscere piani, progetti, attività e molto altro ancora intorno alla florida e vivace attività della Riserva della Biosfera dell’Appennino Tosco Emiliano.
Nella caparbia e consapevole attività mobilitata dalle energie personali ed intellettuali del Presidente del Parco nazionale Fausto Giovanelli e del suo fedele staff di lavoro, il prodotto editoriale ospitato sulla testata online REDACON (il giornale online dell’Appennino reggiano) , segna e comunica con continuità l’esperienza UNESCO di questo spazio italiano (avviata dal 2014 e approdata al riconoscimento il 9 giugno 2015) motivando intorno a questa idea un territorio di 34 Comuni, che ora consapevolmente stanno contribuendo alla crescita di questo importante sito UNESCO nato nel grazie all’iniziativa del parco.
Sono processi che in realtà affondano le radici in anni di attività di sensibilizzazione intorno al tema della sostenibilità territoriale, della conservazione e dello sviluppo equilibrato che il Parco nazionale, nato nel 2001, ha svolto in quasi 15 anni di attività al momento della nascita del sito UNESCO MaB. La testimonianza del ruolo centrale che le istituzioni delle aree protette possono avere per i territori in cui sorgono, in quanto soggetti per loro natura intercomunali e insieme dedicati con unica missione al grande tema dell’ambiente in cui viviamo.
Perché parlarne ora? Perché al suo secondo numero la Rivista pubblica un imponente lavoro di condivisione territoriale rappresentato dal Piano d’Azione della Riserva appena completato, che verrà presentato alla 4° Assemblea Consultiva della Riserva della Biosfera Mercoledì il prossimo 19 Febbraio 2020 a Parma.
Come ha ben sintetizzato Doris Corsini, coordinatrice della bella rivista in una sua dichiarazione: “Da oggi (il 12.2.2020) su Redacon saranno pubblicati gli articoli di #Apenninus. Sono veramente orgogliosa di questa rivista, di cui sono coordinatore oltre che uno degli autori, perchè vi assicuro che non è stato facile e neppure semplice racchiudere in 52 facciate 70 progetti, 2 regioni, 5 provincie, 34 comuni, 64 persone diverse che parlano della loro esperienza Mab Unesco in Appennino tosco emiliano. (…)”
I 70 progetti sono illustrati per punti sul sito della Riserva, e sono organizzati in 8 macroaree di attività confermando l’approccio multidisciplinare che i Piani MaB hanno nel loro DNA: Educazione , Ricerca e sviluppo, Beni culturali, Ambiente, Ruralità, Turismo, Comunicazione, Coinvolgimento.
Non da dimenticare che Apenninus ha un ispiratore nobile e instancabile in Fabio Fabbri, di Tizzano Val Parma, già ministro della Repubblica, fervente sostenitore e promotore del programma Uomo e Biosfera dell’Unesco a partire dalla sua “Heimat”, la sua piccola patria.
Come ha ben sintatizzato il Presidente Fausto Giovannelli: “ UN PIANO normalmente è un atto normativo accompagnato dalle risorse finanziarie per attuarlo, emanato da un soggetto che ha il potere di dettare regole. Il PIANO D’AZIONE MAB NON È COSÌ. Non ha il potere né il compito di emanare norme e non ha risorse ad esso destinate. MaB è un patto territoriale volontario tra soggetti pubblici e privati, approvato dal ministero dell’Ambiente e riconosciuto a livello INTERNAZIONALE dall’UNESCO. Il piano è frutto dell’impegno e della collaborazione tra i vari soggetti del territorio che impegna il loro impegno, loro risorse e risorse che vengono reperite proprio attraverso le partnership e i progetti proposti.”
Ecco dove sta anche l’innovazione del Programma MaB, che supera i tradizionali metodi della programmazione e pianificazione avvicinandosi alle sfide ed alle esperienze europee e internazionali che stanno da più parti suggerendo come superare anche il vecchio modello del parco, per andare verso quell’idea di progetti territoriali tanto cari all’ideatore del programma Uomo e Biosfera l’italiano Valerio Giacomini
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