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Un’idea multidimensionale di benessere

| MARIO SALOMONE

Tempo di lettura: 3 minuti

Mentre il discorso pubblico è dominato dal mantra del PIL, c’è chi cerca di andare oltre. Ovvero, rendere visibile l’essenziale: al Festival nazionale dell’economia civile tenutosi a Firenze presentati il quinto Rapporto sul BenVivere delle province italiane 2023 e l’Indice di generatività. Forti disparità tra Nord, Centro e Sud, specie nei parametri socioeconomici, il Meridione recupera in qualità ambientale e “generatività”. Di là di dati e delle oscillazioni annuali, l’importante è trovare misure multidimensionali del benessere. Da papa Bergoglio un messaggio: disuguaglianze e emergenza climatica sono le due maggiori problematiche del mondo contemporaneo.

(Nell’immagine di apertura, “Avvenire” di sabato 30 settembre con l’inserto dedicato al rapporto, da cui sono tratte le immagini del presente articolo)

Si è tenuta a Firenze la quinta edizione del Festival nazionale dell’economia civile. Da papa Francesco un messaggio con al centro le due problematiche che segnano particolarmente il mondo di oggi: “Quella della povertà cioè delle diseguaglianze in un modello economico che produce scarti e scartati, e quella dell’emergenza climatica che mette a rischio il nostro futuro sul pianeta” (con relativo invito agli imprenditori a non guardare “semplicemente al profitto ma anche all’impatto sociale e ambientale”).

In occasione del festival, è stata presentata anche la quinta edizione del Rapporto sul BenVivere delle province italiane 2023 insieme all’Indice di generatività.

Un serie di dimensioni chiave

Le classifiche si basano su una serie di indicatori per dimostrare che “la solidità economica da sola non è garanzia di una vita piena di senso”.

Utilizzando 77 indicatori, il Rapporto esplora – come spiega Leonardo Becchetti (curatore insieme a Dalila De Rosa e Lorenzo Semplici) “una serie di dimensioni chiave per la qualità della nostra vita come salute, istruzione, qualità del paesaggio, ecosistema, qualità della vita di relazioni, efficienza dei servizi, qualità del mercato del lavoro e sicurezza”.

Quanto all’Indice di generatività, esso misura “quanto la nostra vita ha un impatto positivo e significativo sulle vite degli altri”, utilizzando indicatori demografici, di partecipazione e impegno civile, di imprenditorialità.

Disuguaglianze tra Nord, Centro e Sud

Il quadro che emerge segnala una battuta d’arresto (46 province su 107 perdono posizioni rispetto al 2020) e che il Sud non recupera su Nord e Centro e il Centro non recupera sul Nord.

Le mappe colorate mostrano un’Italia a quattro fasce, di “BenVivere” basso (quasi tutto il Sud e le isole), medio-basso (a macchia di leopardo dappertutto), medio-alto (parte del Nord e del Centro) e alto (qualche provincia del Centro e molte del Nord).

Il divario è dato soprattutto dai parametri socioeconomici.

La situazione cambia se si guarda all’indice di generatività, i cui livelli si alzano anche a Sud.

Il Sud può consolarsi però anche per altri motivi legati all’ambiente. Brilla spesso, ad esempio, per produzione di energia rinnovabile, per raccolta differenziata, con molte province virtuose.

Criteri diversi dal semplice PIL

Con meno stress e meno inquinamento rispetto all’industriale, congestionato e cementificato Nord, le città del Sud confermano che non c’è uno stretto rapporto tra ricchezza e felicità, tra dati oggettivi e percezione soggettiva: sono le città meridionali (in particolare quelle siciliane) a percepire di vivere meglio.

Il tentativo di Becchetti e dell’economia civile, infatti, è di mettersi nel solco di una critica al PIL che comincia con il famoso discorso di Robert Kennedy nel 1968 e prosegue negli anni fino, ad esempio, all’italiano BES (Benessere equo e sostenibile), acronimo da non confondere con i “bisogni educativi speciali”.

Leonardo Becchetti cita il Piccolo principe: “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Rapporto con quello sul BenVivere delle province italiane cercano di misurare sempre meglio elementi essenziali come il capitale sociale e la generatività, che non vediamo nel nostro portafoglio o nei conti dello Stato e che non sono nelle preoccupazioni di tanti governanti, ma che sono determinanti per un vero e giusto benessere, che è multidimensionale.

Scrive per noi

MARIO SALOMONE
MARIO SALOMONE
Sociologo dell'ambiente, giornalista e scrittore, Mario Salomone dirige ".eco" dalla fondazione (1989), è autore di saggi, romanzi e racconti e di numerosi articoli su quotidiani e riviste. Già professore aggregato all'Università di Bergamo, è Segretario generale della rete mondiale di educazione ambientale WEEC, che realizza ogni due anni i congressi del settore.