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L’editoriale di “.eco” di giugno. Per non distrarsi al bivio

| MARIO SALOMONE

Tempo di lettura: 3 minuti

L’editoriale di “.eco” di giugno. Per non distrarsi al bivio
L’editoriale di Mario Salomone sul numero di giugno 2024 di “.eco”. Di bivi è piena la vita e chi si distrae si perde. Particolarmente piena di bivi è la realtà contemporanea e l’insieme dei bivi si chiama complessità. Molti articoli di questo numero di “.eco” testimoniano il rischio di restare prigionieri di una impasse (che è poi un vicolo cieco) e l’importanza di saper abbracciare saperi, punti di vista, varietà di soluzioni con un approccio sistemico.

Per non distrarsi al bivio. Di bivi è piena la vita e chi si distrae si perde. Particolarmente piena di bivi è la realtà contemporanea e l’insieme dei bivi si chiama complessità. Molti articoli di questo numero di “.eco” testimoniano il rischio di restare prigionieri di una impasse (che è poi un vicolo cieco) e l’importanza di saper abbracciare saperi, punti di vista, varietà di soluzioni con un approccio sistemico. Pubblichiamo l’editoriale di Mario Salomone sul numero di giugno 2024 di “.eco”.

«Ecco che uno si distrae al bivio, si perde. E chi gli dice ‘Prendi da questa’ e chi ‘Prendi da quest’altra’. E uno resta là, stordito. Aspetta che le gambe si muovano da sole».

È un passo, celebre, di un racconto di Rocco Scotellaro, lo scrittore lucano su cui ha scritto esattamente un anno fa su queste pagine Ugo Leone in occasione del centenario della nascita. È proprio Ugo Leone ad aprire questo numero con la ricorrente domanda su “Cosa è di destra e cosa è di sinistra”. Altre impasse (ovvero “situazioni intricate”, dal francese “vicolo cieco”) emergono se si guarda alla questione energetica ben riassunta da Aurelio Angelini nel suo documentato excursus tra storia e attualità sull’energia atomica.

Sono solo assaggi di questioni controverse che ci portano ad altri temi trattati dal numero di giugno 2024 della nostra rivista: sono ricordi di persone di rottura (come Rachel Carson o Arne Naess) che hanno fatto la storia dei movimenti e del pensiero, sono persone che ogni giorno difendono la natura e la biodiversità, come i giovani e le giovani che monitorano le migrazioni degli uccelli sullo stretto di Messina (non ancora deturpato – e speriamo mai deturpato – dallo sfregio dell’insostenibile ponte) e come i ricercatori i cui libri recensiti in questo numero ci offrono dati e spunti di riflessione.

Complicato o complesso?

Al centro, fisicamente e idealmente, del numero, continua il viaggio di “.eco” (che prende tutto il 2024) attraverso le varie competenze di sostenibilità di cui molto si discute tra addetti ai lavori e su cui troppo poco davvero si fa (ma da Trento arriva la testimonianza che è possibile, utile e perfino divertente).

Chi si “distrae al bivio” si perde e rischia di restare lì stordito. Se non si hanno gli strumenti per scegliere tra chi dice ‘Prendi da questa’ e chi ‘Prendi da quest’altra’, il bivio (che è normale, nella realtà e nella metafora della vita) diventa una impasse: la situazione, da intricata, si fa vicolo cieco. Ne seguono la rinuncia o l’acquiescenza.

Ecco, l’educazione ambientale ha alcune certezze: la scienza (non quella riduzionista e determinista dei paradigmi lineari), la voce dell’etica, l’empatia per la bellezza della Terra. E soprattutto ha molti metodi, perché rifiuta l’idea che il mondo sia “complicato” a favore del sapere che è “complesso”: fatto di elementi interconnessi, fondato sull’interdipendenza tra viventi e tra viventi e non vivente.

Strumenti per non distrarsi al bivio

Se allora riavvolgiamo il nastro o, meglio, sfogliamo le pagine all’indietro, e rivediamo gli articoli che precedono il “Tema”, capiamo che il pensiero sistemico ci aiuta di fronte ai bivi descritti negli altri articoli.

Se andando avanti e indietro rivediamo foto e racconti, e se andiamo avanti, sezione dopo sezione della rivista, pagina dopo pagina, capiamo che il filo di Arianna della comprensione del mondo si può dipanare e che la capacità di passare dal pensare all’agire, come persone attive e consapevoli, grazie a un apprendimento trasformativo e a una intelligenza creativa e collettiva, è possibile da raggiungere e che nelle scuole, nelle università, nelle mille sedi di educazione non formale e informale si può costruire (localmente e in sintonia e in sinergia con milioni di altre persone nel mondo – purché si creda nell’importanza della comunità e del fare rete).

Con pazienza, con perseveranza, con coraggio, a suon di ascolto, studio, ricerca, passione, volontà di comunicare, cooperazione.

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Scrive per noi

MARIO SALOMONE
MARIO SALOMONE
Sociologo dell'ambiente, giornalista e scrittore, Mario Salomone dirige ".eco" dalla fondazione (1989), è autore di saggi, romanzi e racconti e di numerosi articoli su quotidiani e riviste. Già professore aggregato all'Università di Bergamo, è Segretario generale della rete mondiale di educazione ambientale WEEC, che realizza ogni due anni i congressi del settore.