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Volontariato in Italia e welfare, pilastri della solidarietà

| Elena Bonino

Tempo di lettura: 7 minuti

Volontariato in Italia e welfare, pilastri della solidarietà

Il volontariato in Italia, radicato da tempi antichi, coinvolge milioni di donatori e volontari, offrendo assistenza a chi vive in difficoltà. Insieme allo Stato e al concetto di “welfare”, promuove l’inclusione e garantisce diritti di cittadinanza attraverso servizi sociali. Questo impegno sociale è celebrato come pilastro della civiltà europea, come sottolineato dal Presidente Mattarella.

Il volontariato in Italia è una tradizione antica e profondamente radicata. Milioni di donatori, volontari e migliaia di associazioni si impegnano quotidianamente nell’assistenza di coloro che si trovano in situazioni di difficoltà economica, sociale, lavorativa o di emarginazione.

Queste persone coinvolgono diverse culture, favoriscono l’inclusione e creano legami tra individui. Allo stesso tempo, lo Stato italiano si occupa dei cittadini in situazioni di bisogno attraverso il welfare.

Il concetto di “welfare”, di origine inglese, si riferisce all’insieme di interventi e servizi che le istituzioni pubbliche forniscono e che sono finanziati tramite entrate fiscali. Questi interventi proteggono i cittadini in difficoltà, coprono specifici rischi (all’interno dello Stato assistenziale o sociale), migliorano la qualità di vita e il benessere, garantiscono educazione, assistenza sanitaria, sostegno pensionistico, formazione professionale, ricerca universitaria, supporto all’occupazione e all’imprenditorialità, promuovono la famiglia e garantiscono un tenore di vita minimo in ottemperanza ai diritti di cittadinanza.

Secondo i dati forniti dall’ISTAT relativi al welfare nel 2020, il 36,9% delle risorse gestite dai Comuni è destinato alle famiglie con figli, il 25% ai disabili, il 15,9% agli anziani, il 12,2% al contrasto della povertà e dell’esclusione sociale, il 4,3% agli immigrati e lo 0,3% alle dipendenze da droghe e alcool. Inoltre, il 59,3% dei Comuni italiani ha offerto servizi socio-educativi per la prima infanzia, con il 13,7% dei bambini al di sotto dei tre anni accolti nelle strutture socio-educative pubbliche o finanziate dal settore pubblico.

Il volontariato in Italia è un patrimonio sociale e culturale millenario

Il volontariato in Italia riveste un ruolo fondamentale nella storia sociale e culturale del paese, risalendo ai tempi dell’epoca romana e medievale. In quei periodi, ordini religiosi e laici gestivano ospizi e lebbrosari, fornendo rifugio e cure ai più bisognosi, un compito di grande rilevanza in un’epoca in cui lo Stato non garantiva servizi sociali e la responsabilità del benessere collettivo ricadeva su queste organizzazioni basate sulla fede.

Durante il Rinascimento, iniziative a favore del benessere sociale in Italia emersero con il coinvolgimento delle famiglie nobili e dei cittadini abbienti, che finanziavano ospedali e istituzioni di carità considerando queste azioni come parte della loro responsabilità sociale.

Dopo la Seconda guerra mondiale, l’Italia, devastata e in uno stato di emergenza, vide l’emergere del volontariato. Numerose organizzazioni non governative, come le ONG, e gruppi di volontariato nacquero per rispondere alle necessità del popolo italiano. Queste associazioni fornivano non solo aiuti materiali, ma anche supporto morale e psicologico. Le ONG si occupavano dell’assistenza ai bambini e agli anziani, della formazione professionale per giovani e adulti e del sostegno ai lavoratori e alle loro famiglie. Il volontariato contribuì al rafforzamento del tessuto sociale, promuovendo la solidarietà e la cooperazione.

Oggi, il volontariato in Italia continua a svolgere un ruolo chiave nell’inclusione sociale e nella promozione dei diritti civili, della cultura, dell’educazione e della sensibilizzazione su temi di grande rilevanza sociale.

Gli enti non profit in Italia sono principalmente associazioni, che si contano in oltre trecentomila. Secondo gli ultimi dati ISTAT, il 9% della popolazione italiana si dedica al volontariato, per un totale di 5.500.000 persone. Sono soprattutto gli adulti over 55 a offrire il loro tempo e la loro esperienza, rappresentando il 16% di tutti i volontari.

Il Presidente Mattarella celebra il volontariato Italiano

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso in occasione della cerimonia di apertura di ‘Trento Capitale europea e italiana del Volontariato 2024’, ha sottolineato che il volontariato in Italia è un pilastro della società civile. Ha evidenziato la ricchezza di volontari e associazioni nel nostro Paese, che sono i veri motori delle energie civili. Questi volontari sono il cuore pulsante di molte iniziative: dall’assistenza negli ospedali al supporto per la protezione civile, dalla salvaguardia dell’ambiente al recupero del patrimonio culturale.

Essi portano conforto e soccorso in momenti di necessità, distribuiscono cibo e medicine a chi ne ha bisogno, si prendono cura delle famiglie più svantaggiate e sostengono le persone vulnerabili, in particolare i bambini e gli individui più fragili tra di loro.

Questi volontari non si fermano qui: si dedicano al recupero scolastico, combattono l’emarginazione e l’abbandono, cercando di costruire ponti in mezzo alle difficoltà esistenziali. Non dimenticano neanche coloro che fuggono dalle guerre e dalle catastrofi climatiche, offrendo il proprio aiuto e supporto.

Volontari e associazioni: motori delle energie civili

Il Presidente ha evidenziato la ricchezza di volontari e associazioni nel nostro Paese, che sono i veri motori delle energie civili. Questi volontari sono il cuore pulsante di molte iniziative: dall’assistenza negli ospedali al supporto per la protezione civile, dalla salvaguardia dell’ambiente al recupero del patrimonio culturale.

I volontari rappresentano il cuore pulsante di iniziative che portano conforto e assistenza in momenti di bisogno. Distribuiscono cibo e medicine ai più vulnerabili, si occupano delle famiglie svantaggiate e danno supporto particolare a bambini e individui fragili.

Oltre a ciò, si dedicano al recupero scolastico, lottando contro l’emarginazione e l’abbandono sociale. Sforzi che si estendono anche a coloro che fuggono da conflitti e catastrofi, offrendo aiuto e supporto.

Il volontariato in Italia come atto concreto di solidarietà

Il Presidente ha sottolineato che il volontariato non è solo un impegno dichiarativo, ma si manifesta concretamente nel lenire le sofferenze degli altri e nel riaffermare l’umanità di ognuno.

Queste energie non solo ci uniscono come comunità più forte, ma riflettono una visione del mondo che pone al centro l’indivisibilità della condizione umana. Un concetto espresso nel celebre “I care” (“mi riguarda”), caro a don Milani e Martin Luther King.

Questa visione pone la persona al centro, riconoscendone l’interezza e il diritto di essere parte attiva della comunità. Per questo motivo, promuove le relazioni umane, il dialogo e l’amicizia, contribuendo alla costruzione di un mondo migliore attraverso gesti quotidiani.

Solidarietà come necessità vitale

Il Presidente ha enfatizzato che la solidarietà non è solo un sentimento, ma una necessità vitale per il benessere della comunità e la continuità storica. Nasce dall’ascolto dell’altro e dalla generosità.

Infine, ha richiamato l’articolo 2 della Costituzione, sottolineando che la solidarietà è una pietra angolare dei nostri ordinamenti giuridici. Questo principio è custodito e promosso dal volontariato, che rappresenta un pilastro della civiltà europea.

Il Presidente ha concluso ribadendo che l’Europa è il continente dove libertà, eguaglianza, democrazia, dignità umana e solidarietà sono gli elementi costitutivi del nostro DNA. Questi valori rappresentano insieme fondamentali fattori di identità, su cui non possiamo e non vogliamo rinunciare.

La missione sociale di San Vincenzo De Paoli

Immagine 1

Nel mondo cattolico, è famosa e conosciuta la San Vincenzo, un po’ l’organizzazione per antonomasia dedica all’assistenza dei più deboli. La Società di San Vincenzo De Paoli, come illustrato nell’immagine 1, è un’associazione di laici cattolici che si impegna nella promozione dell’individuo attraverso il contatto personale diretto, in particolare tramite le visite domiciliari. Il pacco alimentare che distribuiscono è più di un semplice sostegno alle famiglie in difficoltà economica; esso costituisce anche un modo per creare legami umani significativi. Come affermano i volontari, questo pacco non è un fine, ma un mezzo per raggiungere un obiettivo più ampio.

I volontari, infatti, non si limitano a consegnare generi alimentari o a fornire contributi per le spese di utenze o affitti. Essi entrano nelle case dei bisognosi, intrattengono conversazioni e portano un conforto psicologico. L’associazione opera principalmente all’interno delle parrocchie, seguendo così l’esempio di San Vincenzo De Paoli, fondatore dei Preti della Missione (Lazzaristi) insieme a Santa Luisa di Marillac nel 1633.

L’eredità di San Vincenzo De Paoli

La sua dedizione agli aiuti ai poveri ha avuto inizio quando, appena un mese dopo il suo arrivo in una parrocchia di campagna a Chatillon-le-Dombez, venne a conoscenza di una famiglia ammalata e priva di assistenza. In risposta a questa situazione, Don Vincenzo fece un appello ai parrocchiani affinché si mobilitassero per aiutare questa famiglia, e l’appello fu immediatamente accolto con grande generosità.

Riflettendo su questa esperienza, Don Vincenzo si rese conto che anche se oggi quei bisognosi avessero abbastanza, tra qualche giorno sarebbero stati di nuovo in difficoltà. Da qui nacque l’idea di formare una confraternita di persone dedite ad assistere gli ammalati bisognosi della parrocchia. Il 20 agosto 1617 fondò la prima “Carità”, le cui aderenti presero il nome di “Serve dei poveri”. In breve tempo, questa istituzione ottenne l’approvazione del vescovo di Lione.

Successivamente, trasferitosi a Parigi, Vincenzo De Paoli si rese conto che la povertà era diffusa anche in quella città. Qui fondò quindi le “Carità” locali, che nel 1629 presero il nome di “Dame della Carità”. Oggi, l’associazione conta gruppi attivi in ogni regione italiana, mantenendo viva l’opera di San Vincenzo De Paoli nel servizio ai più bisognosi.

Impegno e solidarietà delle Dame di Carità

Immagine 2

In questo piccolo paese della provincia di Cuneo, esiste un Gruppo di volontariato vincenziano, conosciuto come “Dame di Carità”, che ha come emblema la spiga di grano (come si può vedere nell’immagine 2). Questa associazione fu fondata per la prima volta nel secondo dopoguerra, ma purtroppo chiuse nel 1976. È stata poi rifondata nel 1992.

 

Immagine 3

Al momento, il gruppo è composto da undici Dame di Carità che si occupano di assistere quindici famiglie nel territorio. Il sostegno finanziario all’associazione proviene da donazioni private, offerte anonime e da diverse iniziative organizzate, tra cui il Pozzo di San Patrizio e lo spettacolo teatrale durante la festa patronale di San Giorgio. Inoltre, vengono organizzati un banco di beneficienza durante i festeggiamenti della Beata Vergine delle Grazie, la questua al cimitero e un tè benefico nel mese di novembre per raccogliere ulteriori fondi.

La Medaglia miracolosa (come mostrato nelle immagini 3 e 4) fu coniata a partire dal 1832, dopo che la Madonna apparve a Santa Caterina Labouré, una novizia delle Figlie della Carità di San Vincenzo De Paoli, su sua richiesta.

Immagine 4

Si dice che coloro che portano questa medaglia al collo ricevano grandi grazie. Questa medaglia viene donata dall’associazione delle Dame di Carità.

Ogni anno, in occasione dell’otto dicembre, i volontari dell’associazione rinnovano il loro impegno nell’aiutare chi è nel bisogno. Inoltre, il ventisette settembre, giorno della morte di San Vincenzo, viene celebrata una funzione in suo onore.

 

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Elena Bonino