(Nell’immagine di apertura, Domenico De Masi con il presidente del Brasile Lula)
Moltissima stampa, e radio e televisioni hanno dato la notizia della morte di Domenico De Masi. Professore emerito di Sociologia del lavoro, disciplina che ha insegnato alle Università di Napoli Federico II e Orientale e a Roma “La Sapienza”, dove è stato anche preside della Facoltà di Scienze della comunicazione. È stato, insomma, un accademico di lunga esperienza. E chi avendolo visto anche in frequenti interventi televisivi, volesse approfondirne il curriculum troverebbe rapidamente tutto il necessario: potrebbe mettere il suo nome su Google ricavandone 18.300 risultati in 0,36 secondi. E saprebbe dei suoi libri; della sua teoria dell’Ozio creativo; del suo amore per Ravello dove ha presieduto la Fondazione Ravello festival e dove ha il merito di aver ottenuto la firma alla realizzazione dell’auditorium da parte dell’architetto brasiliano Oscar Niemeyer. E potrebbe essere soddisfatto.
Non è la stessa soddisfazione che prova uno come me che essendogli stato amico da oltre e per oltre 50 anni ha piacere di ricordare anche altre cose. E mi piace ricordare come ha scritto Luigi Vicinanza su “Repubblica” (l’unico tra i tanti altri che hanno scritto di De Masi) «Le frequentazioni con Adriano Olivetti e con gli intellettuali riuniti nella rivista “Nord e Sud” diretta dal repubblicano Francesco Compagna, così come gli studi sugli operai dell’Italsider di Bagnoli».
Si è chiusa un’altra pagina della storia di Napoli
Mi piace ricordare soprattutto questi aspetti perché è per questi che mi sono sentito di dire che con la morte di Mimmo si è chiusa un’altra pagina della storia di Napoli. Fu proprio a “Nord e Sud” che ci siamo conosciuti mantenendo sempre un rapporto di costante amicizia e di comuni interessi. Comunanza che, poi, la storia recentissima ha rafforzato da quando nel 2008 fummo entrambi nominati alla presidenza di due parchi nazionali: il Vesuvio io e il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Mimmo. Tenne questa presidenza per pochi mesi prima di presentarne le dimissioni non ritenendo di poter continuare su una strada non condivisa da altri amministratori. Ma furono graditissime dalla ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo che mi permetto di considerare uno dei peggiori ministri dell’ambiente.
In quello stesso anno fu anche nominato assessore al turismo della Regione Campania (presidente Bassolino), ma ritenendo questo incarico incompatibile con altri che copriva contemporaneamente, lasciò il posto dopo pochi giorni.
Ecco queste brevi note informative per integrare quelle molto ripetute l’indomani della sua morte. Ormai da tempo i nostri incontri si erano rarefatti. Ma ci vedevamo una volta all’anno. In agosto a Ravello, quando mi ci recavo per un concerto a Villa Rufolo e lo trovavo in piazza al bar. Un abbraccio; una chiacchierata di commento sugli ultimi problematici fatti e un arrivederci all’anno prossimo.
Un impegno che non potrò rispettare.