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InterAction: “Lo Sguardo di Elsa” e “Tornare a Scolpire il Mare”, nella rete della vita

| Monica Nucera Mantelli

Tempo di lettura: 8 minuti

Il progetto espositivo con le opere dello scultore Enzo Sciavolino e le fotografie di Elsa Mezzano, a cura di Monica N. Mantelli nello Spazio Open ADA in via Repubblica 6 a Torre Pellice dal 10 giugno 2023 al 6 agosto 2023.

Abitare poeticamente uno spazio e compiere un atto di ammutinamento della realtà è un atto che lo scultore siciliano Enzo Sciavolino e la fotografa piemontese Elsa Mezzano compiono da sempre, nell’universo nascosto della sprezzatura, ovverosia, nell’arte di nascondere apparentemente i significati dei significanti prodotti attraverso la loro estetica.

Concetto fondamentale nella storia dello Stile, la sprezzatura è fatta di eleganza formale mai esibita, e dettagli rivelatori –  intimità, profondità, allusione. E’ l’universo che si spalanca davanti a noi, su quel che sembrava un nonnulla.

Questo è l’orientamento profondo della mostra InterAction proposta dal 10 giugno 2023 al 6 agosto 2023 dall’Associazione Decima Arte a Torre Pellice (TO) presso la sua sede di via Repubblica 6.  L’ allestimento ospita – al piano superiore – ventiquattro fotografie b/n di Elsa Mezzano. Le immagini sono sviluppate su carta pregiata e in camera oscura dall’Autrice stessa (formato 60 × 80). Inoltre è presente una grande immagine su tela, precedentemente esposta alla Biennale di Venezia nel ’78.
Al piano terra invece campeggiano una ventina di opere di Enzo Sciavolino, tra arazzi stampati su tela, grandi medaglioni pendenti in plexiglass, quadri e mobili-scultura in legno, oltre a busti e testine.

Nella personale “Tornare a Scolpire il Mare” contenuta nel progetto InterAction la forza prorompente degli oggetti figurativi di Enzo Sciavolino, la restituzione storica – sotto forma precipuamente di scultura (recentemente, taglio su legno) – di eventi/accadimenti di intenso impatto sociale/umano e la rappresentazione di personaggi – politici, storici o intellettuali – che hanno influenzato fortemente la storia dell’Italia, unitamente alle creature allegoriche e surreali a cui lui è sempre stato profondamente legato, hanno fatto del suo lavoro artistico un’affermazione dei valori esistenziali in cui lo scultore crede profondamente.

Questa produzione riassume i suoi mondi colorati e apparentemente giocosi, stilettando però in guanti bianchi i messaggi tremebondi e le forti grida di allarme verso la sordità contemporanea ai drammi che ogni giorno si consumano tra le onde perigliose di coloro che nessuno accoglie. Non è un caso che il suo linguaggio, tra calembour sorprendenti di medaglioni sospesi, incisioni allegoriche e armadietti apparentemente familiari (e che invece, aprendosi, rivelano le crono-tragedie di uno Stivale universale, circondato da acque che intenderebbero essere salvezza per gli Ultimi e invece sono morte per tanti di più) si carichi di oggettivazioni apparentemente rassicuranti e vicine all’immaginario dei bambini – un mare-culla a dondolo, un cassetto pieno di onde, una finestra-box per cavallo – per poi dare una vibrante stoccata interiore attraverso il simbolismo di denuncia che tali oggetti, a livello più intimo, rappresentano.

Elsa Mezzano, a sua volta, ha attraversato, sin da giovane, esperienze artistico -performative intorno alla danza, e traversie politico sociali anche in Paesi molto complessi e difficili per il mondo femminile, come lo stesso Iraq, ha un occhio allenato alla gestualità e plasticità del corpo che si piega, muore e a volte rinasce, come nelle sculture di Sciavolino.

Questo è un prodromo importante per capire il taglio di questa autrice, che coltiva da oltre cinquant’anni la sua autonomia di click, ed esercita autorevolezza in questo settore tramite il suo sensibilissimo sguardo. Essere partner artistica e di vita dell’artista siciliano sopracitato, non le ha tolto, anzi, le ha aggiunto cifra distintiva.

Prendendosi cura in modo meticoloso ed esigente della presenza scenica di opere tridimensionali, approfondendo le dinamiche di relazione e la composizione corale degli allestimenti, Mezzano ha sviluppato ampiamente lo spazio d’indagine, valorizzando il suo cammino individuale, e allo stesso tempo ha saputo tradurre temi e istanze di militanza condivisa, in un discorso poetico molteplice e pluridimensionale rispetto alle sculture in sé.

Portare alla luce con epicità pastellata, o asciuttezza temperata, quel desiderio riposto oltre l’umano sentire, in un Altrove inspiegabile di chiariscuro – sulle orme di un grande caposcuola come Henri Cartier Bresson – fa di lei una fotografa molteplice, capace di comporre un discorso sempre nuovo, che non recita e non ripete l’evidente, ma rivisita l’opera altrui, arricchendola di significati per lo spettatore.

L’ inaugurazione di InterAction, alla presenza dei due Artisti e della Curatrice, è prevista sabato 10 giugno dalle ore 15 alle ore 18. In tale contesto ci sarà una azione di improvvisazione performativa con i ballerini di Tango Alessandro Capellaro e Anna Cervasio e teatrodanzatori di Etnotango LCMM Friends, che interagiranno con le fotografie di Mezzano e le forme scultoree di Sciavolino, plasmando il proprio corpo sulle opere, reagendo emotivamente a disegni e colori, offrendo per tramite dell’opera stessa l’impulso a combattere per mantenere il proprio spazio vitale, prezioso come quello dell’immaginazione, fonte di entusiasmo, gioia ed energia, indispensabile per edificare una realtà che assomigli a quella che desideriamo.

Muoversi da “ospiti dell’arte” lungo la parabola che tratteggia l’incedere al luogo della meraviglia, ovvero ai lavori esposti in questo milieu espositivo, apre l’inventiva a uno spazio sterminato che prende corpo in un collettivo incanto di interazione tra oggetti e visi, gambe, braccia. Tutto questo ha un senso antico e attualissimo atto a diminuire la distanza tra noi e i manufatti esposti.

In conclusione:

La relazione tra le cose, le persone, tra tutto ciò che compone l’universo in cui viviamo è ciò che rappresenta la nostra realtà quotidiana. La materia di cui è fatta anche, ma non solo, un’opera d’arte non è rappresentata solo da un “oggetto” ma è una sommatoria qualitativa di essenza  (“esprit”) e di particelle che tra di loro mantengono “relazioni” in momenti e tempi dello spazio sempre meno stabili e sempre più dinamici. Così è per il fenomeno della socialità, come lo è per il comportamento che costituisce il fondamento della vita, così come lo sono le sue basi biologiche.

Nulla è un dato unico e assoluto, ogni elemento diventa “qualcos’altro” nel tempo e nello spazio, a seconda delle relazioni che ognuna delle componenti in gioco mantiene con le restanti, e con il mezzo nelle quali si muovono. Questo flusso continuo non è costante, ma è continuamente modificato da elementi esterni che ne cambiano l’ intensità grazie ad altri elementi che entrano in gioco.

A loro volta, una delle tematiche fondanti trattate in questa doppia mostra –  le Migrazioni – si tratti di quelle di uomini o di animali, così come le miscelazioni tra scienze e saperi, gli scambi fenomenologici – tra gli esseri viventi tutti – (piante, persone, fauna di ogni genere, etc) – che si intrattengo tra queste categorie e con altre specie di altri regni, ma anche le comunicazioni stesse tra vegetali e la rete di scambi che i loro estesi apparati radicali costruiscono nel sottosuolo, così come le onde che i cetacei disperdono nel mezzo acquatico – per mantenere tra di loro un collegamento, oppure i segnali emessi dai nostri radiotelescopi per sapere se altre forme viventi sono presenti nell’immane oceano universale, tutto ciò che tra noi uomini e donne scambiamo utilizzando i sensi – ebbene,  QUESTA E’ LA RETE DELLA VITA. Ed è proprio questa la rete della vita che il fisico F. Capra ha così lucidamente descritto in uno dei suoi saggi di riferimento.

Tale scambio non può quindi non avvenire anche nell’Arte, tra le arti e tra chi osserva l’opera e chi la crea. E’ uno scambio che si è tentato di limitare, nei secoli passati, mantenendo distanza tra oggetto e soggetto, alla pura fruizione osservativa, ma che – specie grazie all’arte contemporanea – si è sempre più trasformato in una concezione di “interazione” tra pubblico e artista, sia nelle dimensioni singole che personali, così come in quelle pubbliche o collettive.

Nel mondo della complessità e dell’aver compreso come la realtà unica non esista, la realtà interpretata – e vista come intreccio di relazioni – ha sempre più esteso la sua forma espressiva. Ecco dunque che l’inter-agire, diviene quindi parte della trasformazione del prodotto artistico, che non vive solo nel momento in cui lo si percepisce, ma può continuare il suo effetto anche nel tempo, dopo la visita, rilasciando effetti nella persona o nel collettivo poiché – come un’onda – l’interazione, avvenuta al suo momento di presentazione, può continuare ancora e ancora. Essa è la conseguenza di quanto avvenuto nel momento dell’incontro tra spettatore e opera, ovvero è l’onda dell’esperienza generata.

Enzo Sciavolino

Pertanto, la mostra INTERACTION nasce appunto, e in modo particolare, tramite il lavoro di interpretazione stessa della produzione di Elsa Mezzano e Enzo Sciavolino su una serie di tematiche forti, al fine di ottenere un molteplice risultato creativo, che non prescinde dalla visibilità e apprezzamento per le opere in sé, ma va  oltre oltre la mera staticità o presa di posizione intellettuale.

Infine, sappiamo bene che i luoghi culturali svolgono i “funzioni complementari “all’Arte per l’ Arte” e generano pratiche ed esperienze di coproduzione, inclusione, partecipazione, diffusione. Al giorno d’oggi, nella crescente omologazione percettiva,  chi è sensibile ai messaggi traslati e alla forza educativa e formativa dell’edu-entertainment (mantenendo il totale rispetto e protezione delle opere esposte) – ambisce, oltre che a mettere in mostra, a stimolare un dispositivo comunicazionale diatonico tra opere e pubblico, può forse sperare, grazie alle interazioni performative, di attivare ausilii all’insubordinazione “poetica” delle produzione artistiche esposte, dando voce ad un paesaggio umano e artistico smisurato, che valica le porte della galleria e porti tale messaggio anche su altri scenari sociali.

Pertanto, nel caso di questo progetto culturale promosso da Open ADA, occorre partire dalla struttura e dal percorso dell’allestimento stesso, che a livello curatoriale imposta gia lo spazio ideale per la composizione tra opera e fruitore, per comprendere il senso dell’esperienza di visita. Il piano terra di tale spazio è dedicato a Sciavolino ed è apparentemente un po’ disordinato e giocoso. Perfetto per la fruizione su più livelli di lettura: tocco, vista, ascolto.
Al piano superiore, come se fossero dei frame ravvicinati di una pellicola in bianco e nero, quasi un treno in corsa, ci si immerge invece negli sguardi personali di indagine di Mezzano, soffermandosi sui luoghi del pensiero e dello spirito del tempo che viviamo e che magari vorremmo trasformare nel nostro odierno navigare.

Elsa Mezzano – autoritratto

Realizzare tutto ciò quasi come una sorta di improvvisazione gestuale contribuisce – similarmente, come nel caso delle danze sacre di Gurdjieff – ad attivare processi mentali metabolizzabili da coloro che visitano l’ esposizione, completando l’ Atto Artistico di questa fotografa e di questo scultore e incisore.

L’atto deve essere inaspettato – poiché è poetico, drammaturgico, dichiarativo, deflagrante  – e deve necessariamente affermare il fatto – riconosciuto e valorizzato in modo più strutturato e permanente –  che l’ ARTE fornisce un apporto sostanziale e indispensabile allo allo sviluppo e al benessere delle persone e delle comunità, offrendo ad essa una cotè liberatoria.

Riassumendone i passaggi, potremmo dire che la Fase Uno prevede di coinvolgere e fare realizzare dalle persone presenti in galleria “l’opera nell’opera” (cit. S. Quasimodo). Interagire dunque con le fotografie di Elsa Mezzano al piano superiore e con le forme scultoree di Enzo Sciavolino al piano terra, permette di plasmare il proprio corpo sugli oggetti, reagendo emotivamente a disegni e colori, offrendo per tramite dell’opera d’ arte l’impulso a combattere per mantenere il proprio spazio vitale, prezioso come quello dell’immaginazione, fonte di entusiasmo, gioia ed energia, indispensabile per edificare una realtà che assomigli a quella che desideriamo. Questo penso sia anche il senso profondo del ” tornare a scolpire il mare” di Sciavolino. La Fase Due propone invece di fotografare – su dichiarato consenso di chi partecipa – il risultato, ovvero ciò che convive con la libertà sociale e politica, la libertà poetico espressiva dell’Essere, la libertà di sognare senza pudore e di credere all’assoluta condivisibilità e praticabilità del proprio sogno esistenziale. Qui ogni potenziale fotografo che ne abbia desiderio può sperimentare parecchio, riprendendo il concetto soggettivo implicito nella mostra ” lo sguardo di Elsa” di Mezzano. Infine, arriva la Fase Tre, ovvero, la restituzione. Trattasi di postare e condividere con i propri contatti e canali tale risultato, come parte della sperimentazione. In questo modo si ottiene un laboratorio – osservatorio culturale ed artistico non precedentemente indagato per tramite di queste forme d’Arte, e con un ritorno dettato dal responso personale ed individuale del pubblico. Magari, offrendo anche un “risveglio di consapevolezza – per tramite dell’ arte stessa, da parte del visitatore distratto o sonnecchiante.

Progetto espositivo INTERACTION
Opere di Enzo Sciavolino – Fotografie di Elsa Mezzano
A cura di Monica N. Mantelli
Spazio Open ADA, via Repubblica 6, Torre Pellice
Solo nei pomeriggi dei fine settimana dal 10 giugno 2023 al 6 agosto 2023

Scrive per noi

Monica Nucera Mantelli
Monica Nucera Mantelli
“La Natura torna ad Arte” è una piattaforma di rapporti/scambi tra la creatività e buone pratiche dell'uomo e lo spazio - paesaggio del pianeta Terra.
Ideata da Monica Nucera Mantelli.
Giornalista – Facilitatore di reti e progetti territoriali - Event & Communication Manager.
Monica Nucera Mantelli nasce in Italia ma cresce e studia sin da ragazzina in Inghilterra. Si forma in una cultura anglosassone innervata di valori sociali e attenti all’interdipendenza tra uomo e natura. Dopo il doppio diploma sia nel Regno Unito che a Torino, si laurea alla Facoltà di Magistero in Lingue e Letterature Straniere con indirizzo comparativo ed artistico e si trasferisce per l’anno sabbatico in Nuova Zelanda dove si forma su agricoltura biodinamica, pratiche di vita sostenibili e eventi outdoor. Vince un Master Enea Olivetti per l’Imprenditoria al Femminile con il progetto TRENOVIVO sul turismo & slow living con i treni a vapore sulla linea Ciriè-Lanzo e Torino – Ceres in collaborazione con il Museo Ferroviario Piemontese. Nel mentre scrive articoli, interviene come divulgatrice e moderatrice su temi cultura-arte-natura a conferenze e tavole rotonde e collabora per testate nel settore dei beni culturali, artistici ed enogastronomici. Si diploma ONAV – Assaggiatrice di Vino – nel 1994. Parimenti lo stesso anno prende il Patentino da Giornalista Pubblicista e entra all’Albo di Roma. Si occupa di servizi di comunicazione, mkt culturale e pianificazione territoriale strategica per realtà aziendali di primo livello. Collabora con imprese agricole, ristoranti e strutture ricettive. Progetta con Enti pubblici e privati attività di animazione e fruizione di territorio, raccordando beni naturali/paesaggistici/produttivi a arte, ambiente e cultura.
Dopo aver maturato una solida esperienza di curatela espositiva e project management nella gestione di manifestazioni culturali inserite nei contesti più vari, decide di ampliare le sue competenze in ambito di buone pratiche sistemiche ed “eco-friendly” focalizzandole alla riqualificazione dei territori. Ad oggi si occupa di raccordi e facilitazione di rete tra produzioni di eccellenze locali e politiche di sostenibilità ambientale. E’ ideatrice di festival, convegni, eventi e incontri multidisciplinari. E’ stata direttrice del Museo del Design GH di Torino e Vice-Presidente ADI (Ass. Disegno Industriale) Piemonte e Valle d’Aosta.
Tra i molteplici servizi svolti, ha collaborato con l’Opera Torinese del Murialdo nel progetto di rigenerazione Artigianelli150. Ha creato e sviluppato eventi culturali con l’Orchestra da Camera “G. B. Polledro” diretta dal M° Federico Bisio. Ha ideato progetti di valorizzazione territoriale come DE.GU.CRE’ e SUPERGA PARK TOUR, la rassegna sui temi tra natura, ambiente e sostenibilità GREEN MOOD, il talk-show tra ecologia ed economia THE GREEN THEATRE PARK DAY e il format convegno/evento/mostra sulla rete territoriale GREEN GRAIN.
Suo il progetto di riqualificazione ILOVEPULCHERADA.
Ha teorizzato “PER UN UMANESIMO VERDE. TRA AREE VERDI E NUOVE MODALITÀ DI SVILUPPO METROPOLITANO” nell’ambito della progettazione di Torino Strategica 2015-2025. E’ stata collaboratrice per l’Ente Parco regionale del Po To.se per la nomina del comprensorio metropolitano di 86 Comuni torinesi a Riserva di Biosfera MAB UNESCO COLLINAPO.
Ha scritto e co-prodotto il film sul paesaggio urbano e live performance POEMA CIRCULAR con il regista Alessandro Avataneo. Ha scritto e diretto l’opera –concerto PIAZZOLLA’S DAEDALUS con il M° Raffaele Tavano e il Piazzolla Modern Quartet e l'agri-commedia DUE CUORI E UN PEPERO'con la cantante argentina Sonia Farrell. Pubblica saggi sulla rubrica editoriale IN PUNTA DI TANGO.
Ha curato circa un centinaio di mostre e scritto decine di testi critici di accompagnamento alla produzione artistica di artisti internazionali. Redige la sua rubrica fissa NELL'ANTRO DELL'ARTISTA sulla rivista ContemportArt.
E’ co-autrice con Ippolito Ostellino del libro “UN PO DA CAMMINARE” Ed. Il Capricorno. Sempre con Ippolito Ostellino ha fondato la piattaforma e comunità virtuale LA NATURA TORNA AD ARTE, da cui è nata la rubrica omonima sulla testata .ECO EDUCAZIONE SOSTENIBILE.
Da oltre un ventennio è direttrice artistica di ETNOTANGO LCMM, con autoproduzioni tra musica, arte, letteratura, danza e molto altro per comunicare e trasferire la ricchezza culturale il patrimonio UNESCO del Tango rioplatense.
Tra le sue passioni: la musica, il design, l’arte contemporanea, il tango argentino, l’enologia, la gastronomia gluten-free e la ricerca esoterica.
Tutti i suoi progetti sono caratterizzati da una peculiare chiave di volta: sottendono al risveglio evolutivo dell’Uomo.