Contaminazione da plutonio alla Casaccia: appello di scienziati e ambientalisti per trasparenza e sicurezza
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Al centro ENEA di Casaccia, alle porte di Roma, un lavoratore è risultato esposto a livelli di radioattività superiori alla norma, con tracce di plutonio nel corpo. L’uomo, 59 anni, è stato sottoposto a controlli medici, che hanno escluso conseguenze per la sua salute. A distanza di dieci giorni dall’episodio, il dipendente è già rientrato al lavoro.
L’episodio, verificatosi il 21 novembre durante la gestione di rifiuti radioattivi presso l’impianto Plutonio, è stato definito dalla Sogin – società che dal 2003 gestisce l’impianto per conto di ENEA – come un evento di “contaminazione interna”, ma non un incidente nucleare. “I monitoraggi conclusi registrano valori confortanti”, ha dichiarato Sogin, sottolineando che le procedure di sicurezza sono state rispettate.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha confermato che non ci sono state conseguenze ambientali e ha definito l’accaduto un “evento anomalo specifico”. L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare (Isin) ha avviato ispezioni per verificare la dinamica e prevenire futuri episodi simili.
Tuttavia, il caso ha riacceso il dibattito politico e ambientale sulla gestione dei rifiuti nucleari in Italia. Il deputato Pd Roberto Morassut ha ribadito l’urgenza di individuare un deposito unico nazionale per i rifiuti radioattivi, lamentando anni di ritardi burocratici e politiche inconcludenti.
La vicenda ha inoltre sollevato critiche da parte di numerosi esperti e attivisti. In un appello pubblico, firmato da scienziati, ambientalisti e rappresentanti di associazioni come Greenpeace e Kyoto Club, si chiede maggiore trasparenza da parte di Sogin e una ricostruzione dettagliata dell’accaduto, inclusa la quantità precisa di radiazioni che ha colpito il lavoratore.
Le ricerche sul plutonio alla Casaccia risalgono agli anni ’80, quando l’Italia ha cessato le sue attività nucleari, trasferendo il materiale negli Stati Uniti. Tuttavia, nei macchinari del centro sono rimaste tracce di plutonio, gestite in condizioni di sicurezza.
Il caso pone nuovamente l’attenzione sulla necessità di una gestione efficace e sicura dei rifiuti radioattivi, con procedure rigorose per garantire la protezione dei lavoratori e dell’ambiente.
Appello. Sogin e plutonio chiediamo trasparenza!
PER ADERIRE: redazione@rivistaeco.it
NUCLEARE: ABBIAMO IL DIRITTO DI SAPERE
IL FISICO GIANNI MATTIOLI LANCIA APPELLO DI SCIENZIATI E AMBIENTALISTI: “PICHETTO FRATIN E SCHILLACI SIANO TRASPARENTI SU CONTAMINAZIONE PLUTONIO”
Scienziati e ambientalisti: “Il ministro Pichetto Fratin vada in Parlamento per spiegare cosa sia realmente successo alla Casaccia dove un operaio è stato contaminato da plutonio. Non c’è informazione né trasparenza sull’episodio accaduto”.
“Non si può declassare l’episodio a semplice ‘fatto anomalo e non previsto’ si tratta di un vero incidente nucleare che dimostra una volta di più l’inadeguatezza di SOGIN, la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, come più volte denunciato nel corso degli anni in primis dal fisico Massimo Scalia, scomparso un anno fa”.
Il Ministro Pichetto Fratin ha annunciato la scelta a breve di un sito per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi di tutto il paese e una legge delega per l’installazione di impianti nucleari diffusi, ovviamente a fissione, la tecnologia che il Nobel Giorgio Parisi ha definito ‘più vecchia del transistor’: i cittadini possono stare tranquilli?
Chiediamo: un’ispezione immediata; un’informazione urgenze su quanto è accaduto e in particolare sulla sicurezza per chi lavora al “Centro della Casaccia”; un monitoraggio da parte di ISPRA del sito e delle aree adiacenti.
In merito alla contaminazione da plutonio avvenuta alla Casaccia i responsabili della struttura affermano che si tratta di un fatto anomalo e non previsto.
Un accadimento siffatto in italiano si chiama incidente.
Rimandiamo a quanto sostenuto e documentato da Massimo Scalia sulla scarsa trasparenza e sull’inadeguatezza di SOGIN.
Pretendiamo chiarezza a cominciare dal rendere nota la quantità precisa di radiazioni che hanno colpito il lavoratore coinvolto e dall’accurata ricostruzione dell’evento”.
PER ADERIRE: redazione@rivistaeco.it
Primi firmatari
Gianni MATTIOLI – Fisico
Angelo BONELLI – Europa Verde
Aurelio ANGELINI – Movimento Ecologista
Giuseppe ONUFRIO – Greenpeace
Ermete REALACCI – Symbola
Stefano CIAFANI – Legambiente
Gianni SILVESTRINI – Kyoto Club
Igor STAGLIANÒ – Giornalista
Pasquale STIGLIANI – ScanZiamo le Scorie
Alessandra GUSEO – Movimento Ecologista
Nicoletta MARIETTI – Economista
Alessandra VALENTINELLI – Urbanista
Mariaclaudia CUSUMANO – Ricercatrice
Luca ELIA – Sindaco PD – Mov. Ecologista
Tullio BERLENGHI – Saggista
Giovanni HERMANIN – Movimento Ecologista
Corrado CARRUBBA – Avvocato
Mario SALOMONE – Sociologo dell’ambiente
Anna RE – Ricercatrice
Raffaele BARRINA – Movimento Ecologista
Italo REALE – Avvocato
Stefano FACCHI – PD – Movimento Ecologista
Gianluca SENATORE – Ricercatore
Fabio PETROZZi – Movimento Ecologista
Franco LO COCO – Artista
Salvatore ALFANO – Movimento Ecologista
Giuseppe MATTIOLI – Ricercatore CNR
Eleonora ANGELI – Movimento Ecologista
Salvatore PEDULLÀ – Lavoratore dipendente
Francesco CIMINO – Movimento Ecologista
Enzo REDA – Avvocato
Giulio FACCHI – Movimento Ecologista
Paola CRESCENTI – Tecnico sanitario
Loredana LUCARINI – Movimento Ecologista
PER ADERIRE: redazione@rivistaeco.it
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