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“L’educazione ambientale è anzitutto educare in Natura”: continuano con Silvio Carrieri le interviste ai docenti della Summer School 2019.

| Annabelle de Jong

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“L’educazione ambientale è anzitutto educare in Natura”: continuano con Silvio Carrieri le interviste ai docenti della Summer School 2019.

Continuano le interviste ai docenti e formatori della Rete WEEC Italia. I temi centrali: formazione, educazione ambientale, le esperienze nel network e la Summer school. Oggi si racconta Silvio Carrieri, educatore ambientale e responsabile del CEA Pollino – Calabria.

Qual è la sua formazione? Cosa l’ha portata ad occuparsi di educazione ambientale?

Sono un educatore ambientale e responsabile del Centro di Educazione Ambientale (CEA) Pollino – Calabria ed un operatore turistico oltre che guida ambientale escursionistica ed interprete del patrimonio, pertanto la mia formazione nasce intorno a queste professioni ed è prevalentemente di tipo esperienziale.
Mi occupo di educazione ambientale in tutti i suoi aspetti: sociali, culturali, naturalistici, ecc. dagli anni 90, quando seguendo modelli ed esperienze di altri paesi europei ho fondato il primo CEA calabrese nell’ambito della rete INformazione, Formazione ed Educazione Ambientale (INFEA) ministeriale.

Cos’é per lei l’educazione ambientale? Perché è importante?

Anzitutto l’Educazione è importante, fondamentale, specialmente nei tempi moderni in cui non ci si rende conto della “crescita” propria e di coloro che ci stanno intorno e dei “cambiamenti” generati dai nostri stili di vita.
L’educazione ambientale è innanzitutto educare in Natura, educare e vivere in quel grande contenitore-organismo vivente che è Gaia, il nostro pianeta. Conoscere, comprendere, agire in armonia con la Natura è il primo passo per “svelare” l’importanza delle relazioni nell’ambiente, delle interazioni tra causa ed effetto, per responsabilizzarsi rispetto al “luogo” in cui viviamo.

Come è entrato nella Rete WEEC? Che esperienze le ha permesso di fare?

Conosco la rete WEEC sin dalla sua nascita e dal 2016, partecipando alla Summer School di Porano (Terni), ho iniziato la mia collaborazione più concreta. Da allora le esperienze con la rete sono state diverse ma soprattutto mi hanno consentito di sentirmi realmente parte di un sistema che dialoga, si confronta, realizza opportunità formative, culturali, esperienziali. WEEC Italia ha un potenziale enorme per via delle differenti esperienze ed organizzazioni che la compongono ed è in grado anche nel suo sviluppo-crescita di essere un punto di riferimento per l’educazione ambientale e la sostenibilità.

Perché consiglia di partecipare alla Summer School? Può raccontarci qualcosa sul suo laboratorio?

Una Summer School è un intreccio di persone, di esperienze, di parole, di idee: un momento intenso di scambio in cui ci si può ricaricare per affrontare nuovi obiettivi professionali ed operativi.
Il laboratorio parte dalla mia esperienza degli ultimi anni in collaborazione con una organizzazione calabrese che si occupa di “Pedagogia del Bosco”. Sto portando avanti un progetto in cui “l’educazione in natura” a contatto con il “selvatico” è un elemento importante della crescita del bambino sin dalla tenera età.
Oggi la “Pedagogia del Bosco”, con le tante diverse interpretazioni e metodologie, rischia di divenire una “moda” alternativa al noioso sistema scolastico cattedratico, ma in realtà è un mondo affascinate che aiuta a comprendere come l’Uomo sia parte di un meraviglioso sistema più grande: la Terra e tutte le sue componenti.

Scrive per noi

Annabelle de Jong
Annabelle de Jong
Laureata in Psicologia clinica, ha studiato il rapporto tra psicologia e ambiente. Da sempre appassionata di natura, è capo scout CNGEI e presta servizio civile presto l'Istituto per l'Ambiente e l'Educazione Scholé Futuro Onlus.