Trotula, la prima donna medico e scienziata d’Europa
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Pietro Greco racconta in un libro la storia di Trotula, salernitana dell’XI secolo. A quell’epoca, in nessun altro luogo d’Italia e d’Europa una donna avrebbe potuto disporre della sua vita con sufficiente libertà e vivere in un contesto così culturalmente ricco. Molte infatti erano le donne ammesse alla famosa Scuola medica come studentesse o come insegnanti.
Vi sono spesso persone delle quali sentendone parlare vien da pensare “chi era costui”? È il caso di Trotula della quale sentendo il nome ci si chiede: chi era costei?
La risposta più semplice e immediata è che era una persona importante ed è bene sapere chi era senza vergognarsi di venire a saperlo così tardi. D’altra parte, anche Manzoni per bocca, anzi tramite il pensiero, di don Abbondio si chiedeva “Carneade chi era costui?” e in modo così pregnante che da allora il Carneade dei Promessi Sposi è diventato sinonimo dello sconosciuto del quale si vogliono conoscere generalità e curriculum.
Nel caso di cui mi accingo ad occuparmi mi sono posto questo quesito a proposito di tal Trotula e sento molta riconoscenza a Pietro Greco per avermi dato la risposta.
A sua insaputa perché certamente la sua bella, coinvolgente e utilissima ricerca per far luce su questa donna non era rivolta a me. Ma intanto io me ne sono giovato e ho sentito il bisogno di consigliare a molti altri di fare luce su questo personaggio.
Tutto è accaduto con la lettura di Trotula, appunto, che Pietro Greco ha dato alle stampe per L’asino d’oro edizioni nei primi mesi di questo anno di sconfinamento in casa. Nel quale, per quanto mi riguarda, la lettura è stata un buon modo di utilizzare il tempo a disposizione.
“Fu assai bella”
Dunque, Trotula, della quale un anonimo francese del XIII secolo in uno scritto che Greco ha posto al “prologo” del suo volume, così si esprime:
«Vi dico di una donna filosofa di nome Trotula, che visse a lungo e che fu assai bella in gioventù e dalla quale i medici ignoranti traggono grande autorità e utili insegnamenti, ci svela una parte della natura delle donne. Una parte può svelarla come la provava in sé; l’altra perché, essendo donna, tutte le donne rivelavano più volentieri a lei che non a un uomo ogni loro segreto pensiero e le aprivano la loro natura».
Tutto qui? Non mi sembrerebbe tanto e tale cosa da giustificare la pubblicazione di un libro. E, infatti, come chiarisce subito Greco, Trotula (ma anche sull’esattezza del nome c’è materiale di riflessione) era essenzialmente un medico. Anzi era la prima donna medico e scienziata d’Europa. Naturalmente da Salerno “patria” di una famosa scuola medica.
Con questi elementi si capisce perché dedicarle un libro e un libro i cui contenuti sono il frutto di un’accurata ricerca dal momento che della protagonista non si sa molto con certezza.
Era anche ginecologa
Si sa che è vissuta e ha esercitato nell’XI secolo (forse fra il 1030 e il 1097); era una ginecologa e quindi anche per questo motivo «tutte le donne rivelavano più volentieri a lei che non a un uomo ogni loro segreto pensiero e le aprivano la loro natura». Ma anche, donna con donna, curava l’igiene e la cosmetica delle sue pazienti. In questo modo – come Pietro Greco osserva acutamente e con una punta di malizia che oggi proprio non guasta – in questo modo, dicevo, realizzava anche quello che avrebbe sostenuto mille anni dopo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Cioè il principio che la salute non è solo l’assenza di malattie, ma è molto di più.
Trotula, dunque. Ma è veramente esistita?
Ecco un altro punto fermo. Se qualcuno ne volesse mettere in dubbio l’esistenza, Greco gli chiarisce subito come stanno le cose: Trotula esiste ed è medico. E, tanto per non confondere le idee è proprio così che intitola il secondo capitolo del suo libro.
Esiste, dunque. Probabilmente appartenente alla nobile e influente famiglia salernitana (in realtà di origini longobarde o normanne) dei De Ruggiero. Probabilmente sposò un medico magister presso la scuola salernitana, ebbe due figli, probabilmente tre, i primi due anch’essi medici.
Tutti medici. Anche perché, evidentemente, all’epoca non bisognava superare un “numero chiuso” per aderire alla scuola medica salernitana.
Tutti medici, ma, come si vede sono molti i “probabilmente” che precedono queste notizie. Segno dell’importanza del personaggio e dell’ampiezza della ricerca di Pietro Greco che si è mosso tra carte e documenti la cui vastità lo ha comunque rafforzato e ci ha rafforzato in una certezza: l’esistenza di questa donna, probabilmente di straordinaria bellezza e certamente una “medichessa” molto popolare a Salerno. Soprattutto tra le donne, ma non solo tra loro. Tanto che alla sua morte a seguire il feretro c’era, a Salerno, un corteo lungo tre chilometri.
Salerno e la sua Scuola medica sono il contesto
Salerno e la sua Scuola medica sono il contesto, l’importante contesto di questa bella storia che probabilmente non avrebbe avuto analogo sviluppo in città di diversa storia e cultura. Come molto bene attestano i tre capitoli che vi dedica Pietro Greco. E come conferma Eva Cantarella quando scrive che «Ebbe una gran fortuna, Trotula, a nascere a Salerno». Perché in nessun altro luogo d’Italia e d’Europa nell’XI secolo una donna avrebbe potuto disporre della sua vita con sufficiente libertà e vivere in un contesto così culturalmente ricco.
Anche per questo non è solo Trotula a farne parte. Sono molte altre le donne nella Scuola salernitana «ammesse sia come studentesse sia come insegnanti» alle quali viene dedicato un intero capitolo.
Resta, comunque, intatto il ruolo di Trotula. Specialmente quando se ne studia il ruolo di medico ginecologo confrontandolo con quella che era la ginecologia prima di lei, della sua scuola e delle sue numerose opere. Non si sa bene quante, ma, col senno di oggi, certamente tali da mandarla in cattedra in un concorso per professore ordinario (o “di prima fascia” come oggi si dice).
Sappiamo più dei suoi testi che della sua vita
Per fortuna, perché come scrive Greco: «Della vita di Trotula, ribadiamo che tanti aspetti sono più ipotesi che verità storiche documentate. Molto di più possiamo dire invece sui testi che le sono attribuiti, perché sono arrivati in qualche modo fino a noi. Tale analisi ci consentirà di capire meglio questa donna straordinaria». E a questa analisi è dedicata la seconda corposa parte di questo libro che si legge con lo stesso, consueto piacere con il quale si leggono gli scritti di Pietro Greco.
Ed è così che, con sincera soddisfazione e piacere, so anch’io chi è stata Trotula De Ruggiero.
Cosa che non mi esime dalle scuse per aver cominciato queste riflessioni chiedendomi Trotula? Chi era costei? Immaginando, in tal modo di condividere una domanda che chi sa quanti altri si ponevano.
Invece no: molti la conoscevano e ne hanno descritto le probabili caratteristiche. Ma ciascuno soffermandosi su una più o meno peculiare caratteristica e sempre improntandone il racconto alla probabilità che…
Al contrario, questo libro di Pietro Greco pur rispettando, ma censendole e valutandole, le incertezze che caratterizzano il personaggio ne ha disegnato un profilo (non a caso “profilo di donna” è la collana alla quale appartiene questo libro) completo, esauriente e convincente. Tale da consentire anche ad uno come me di poter affermare che sì; so chi era Trotula.
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- UGO LEONE
- Già professore ordinario di politica dell'ambiente presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Napoli "Federico II". I suoi interessi scientifici e i contenuti delle sue pubblicazioni sono incentrati prevalentemente sui problemi dell'ambiente e del Mezzogiorno. E' autore di numerosi volumi e editorialista dell'edizione napoletana del quotidiano "la Repubblica". Per molti anni è stato presidente del Parco nazionale de Vesuvio.
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