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Ischia: educare alla complessità oltre i tamtam mediatici

| Francesco Mattera

Tempo di lettura: 2 minuti

Ischia: educare alla complessità oltre i tamtam mediatici

La ricerca del colpevole di turno dopo eventi come la frana di Casamicciola avalla un discorso a compartimenti stagni. Il binomio di cambiamenti climatici e fragilità del territorio richiede invece un approccio transdisciplinare e una didattica aperta alla conoscenza diretta dei luoghi, come ad esempio nel progetto “Nettuno va a scuola”, finanziato dal 2016 dall’Area marina protetta Regno di Nettuno di Ischia. 

Cambiamenti climatici e fragilità del territorio rappresentano un binomio che sta facendo sentire sempre più insistentemente la sua presenza. Non è più possibile rimandare, c’è molto da imparare dai disastri che negli ultimi anni stanno sconvolgendo la nostra penisola, e ad apprendere dovranno essere prima di tutto coloro che amministrano e/o governano i territori.

Un caso significativo riguarda la recente frana di Ischia, che ha colpito una comunità già fortemente provata (ricordiamo tra gli eventi più recenti la frana del 2009 ed il terremoto del 2017) e che oggi scopre che gli eventi meteorologici estremi si fanno sempre più frequenti e violenti.

I rocamboleschi tamtam mediatici volti a trovare il colpevole di turno, quasi ad esorcizzare l’accaduto, sono uno spreco di tempo ed energie e allontanano dalla necessità di farsi guidare da un approccio complesso nella ricerca delle soluzioni. Non si può strutturare il discorso a compartimenti stagni e quindi parlare solo del rischio idrogeologico o dei cambiamenti climatici, o della mancata cura del territorio, o dell’abusivismo. È necessario mettere a sistema tutti questi aspetti anche con la storia dei luoghi e con le scelte politiche che si sono fatte e che si continuano a fare. È necessario quindi educare alla complessità attraverso un approccio transdisciplinare e una didattica aperta alla conoscenza diretta dei luoghi, che vanno visti, toccati, vissuti, prima che analizzati sulle mappe.

Educazione ambientale integrata nella didattica curriculare

È questo l’approccio che porta avanti il gruppo di educatori ambientali del circolo Legambiente di Ischia impegnato da anni in iniziative di educazione alla cittadinanza e alla sostenibilità. Una delle più rappresentative è il progetto “Nettuno va a scuola”, finanziato dal 2016 dall’Area marina protetta Regno di Nettuno. Ogni anno vengono coinvolte dalle quattro alle cinque scuole del territorio (di ogni ordine e grado) e più di cento ragazzi. Ci si focalizza su un tema e si sviluppano moduli tarati in base al grado della scuola coinvolta. Questi moduli vengono co-progettati con le scuole, e vengono inseriti direttamente nella didattica curriculare. Questa è una delle principali caratteristiche, infatti spesso gli interventi di educazione ambientale vengono svolti in orario extracurriculare con moduli tal volta scollati dall’azione educativa curriculare.

Il coinvolgimento di filosofi, giornalisti, architetti, biologi, educatori e di imprese del territorio e la possibilità di svolgere tante attività all’aperto, consente un approccio transdisciplinare, che abitua i discenti a declinare un argomento da diversi punti di vista. Per le sue caratteristiche e coniugando l’educazione ambientale con l’educazione alla socialità ed alla cittadinanza questo progetto può essere considerato un po’ antesignano ai percorsi di insegnamento dell’educazione civica introdotti il decreto n. 35 del 22 giugno 2020. Infatti, dal 2021 le scuole che collaborano lo hanno integrato a tutti gli effetti nei loro percorsi. C’è tanto da fare, ma di certo un approccio diverso nell’affrontare i problemi può e deve essere una strada perseguibile e sostenibile per tutti.

Scrive per noi

Francesco Mattera
Francesco Mattera