Cowboy o astronauti? Praterie sconfinate o una piccola navicella spaziale? Kenneth Boulding, padre dell’economia ambientale

L’ecologia studia i rapporti tra tutti gli esseri e il loro ambiente, da un piccolo stagno all’intero pianeta Terra. Kenneth Boulding (un quacchero, seguace di una “chiesa” basata sull’austerità, sulla nonviolenza, sul rifiuto delle armi e della guerra) introdusse l’ecologia nella economia. Dobbiamo comportarci con l’attenzione dell’astronauta, diceva, perché, in fondo, la Terra non è che una piccola navicella spaziale nello spazio. dell’Universo. A distanza di tanti anni, la navicella Terra è sempre più sgangherata e impoverita

Kenneth Boulding è stato l’economista che ha dato vita ad una nuova disciplina che descrive i rapporti fra l’economia e l’ambiente, due territori che hanno più punti di contatto di quanto si pensi. L’economia è un termine antichissimo che indica le norme che regolano quanto avviene in una casa (ecos), in una comunità, sotto forma di scambi di beni e di denaro fra gli abitanti; l’ecologia, una parola inventata appena un secolo e mezzo fa, indica come si svolgono i rapporti fra gli occupanti di una comunità biologica, di un ecosistema, che può andare da un piccolo stagno all’enorme mare, all’intero pianeta Terra.

La natura scambia materia e energia (ma non soldi)

Anche nell’ambiente naturale ci sono scambi di beni, di materia e di energia (non di soldi) fra vegetali e gas dell’aria e animali e fra le spoglie e le scorie della vita vegetale e l’aria e le acque; non a caso fin dall’inizio l’ecologia è stata definita dal suo “inventore”, il biologo tedesco Ernst Haeckel (1834-1919), come l’“economia della natura”. Boulding introdusse nel terreno dell’economia i principi dell’ecologia e li espose con alcune pittoresche immagini che fecero presto il giro del mondo, anche perché pronunciate da un autorevole cattedratico universitario.
Infatti Boulding, nato a Liverpool nel 1910, si era laureato a Oxford nel 1931 e nel 1932 era poi emigrato negli Stati Uniti dove era stato professore di Economia nelle Università dello Iowa, del Michigan e infine del Colorado, ascoltato membro e anche presidente della Associazione americana degli economisti. Bastava il buon senso per osservare, come quasi nessuno faceva mezzo secolo fa, che ogni attività economica consiste nel trarre dei beni dalla natura, nel trasformarli in oggetti, in beni materiali commerciali, e che in tale operazione si formano scorie e rifiuti che finiscono nell’ambiente circostante.

Il simbolo dell’America: il cowboy

A differenza di quanto avviene nei cicli ecologici, in cui (quasi) tutte le scorie sono rimesse nei cicli della vita, nei cicli economici la natura resta impoverita da quanto gli umani portano via dal terreno, dalle miniere e dai pozzi, e le scorie si accumulano come crescenti corpi estranei inquinanti nell’ambiente. Il ciclo dei beni “economici” della natura riesce ad andare avanti con continua espansione perché il pianeta Terra è molto grande. Ma, avvertì Boulding, fate attenzione perché le sue risorse non sono illimitate. Bastava guardare la storia degli stessi Stati Uniti; i primi pionieri, all’inizio del 1800, sono sbarcati dall’Europa sulle coste atlantiche avendo davanti terre sterminate, boschi e pascoli in cui allevare allo stato brado animali che potevano fornire la carne ad una popolazione crescente e ne avanzava anche per l’esportazione.
Il cowboy è stato ed è il simbolo dell’America; spinge gli animali nei pascoli e poi nei macelli e i pascoli apparivano senza fine; se i pascoli più vicini si impoverivano, ci si poteva spingere verso l’Ovest, il Far West, dove acque e pascoli e boschi permettevano la continuazione di crescenti attività economiche.

Un modello distruttivo e insostenibile

I pionieri americani avevano potuto correre verso l’ovest uccidendo i nativi, i “pellerossa”, e distruggendo le popolazioni dei bisonti che vivevano in libertà nei pascoli senza padroni e fornivano il nutrimento dei nativi; le grandi terre libere e senza padrone, beni comuni degli abitanti, erano state frazionate e assegnate a proprietari che potevano sfruttarle a proprio piacimento. A mano a mano che i terreni diventavano meno fertili per l’eccessivo sfruttamento, c’era pur sempre un “altro Ovest”, fino a quando i pionieri e i cowboy si sono trovati davanti alle Montagne Rocciose. Ma anche quelle potevano essere scavalcate verso le fertili terre della California; impoverite anche quelle, il cowboy si sarebbe trovato davanti l’oceano in cui non ci sarebbe stato nessun pascolo di cui appropriarsi e nessun animale da vendere e macellare.
Boulding scrisse che non sarebbe stato possibile continuare a vivere sul pianeta Terra secondo l’“economia del cowboy” e che sarebbe stato necessario organizzare la vita economica riconoscendo che, per quanto grande, la Terra non è diversa da una capsula spaziale.

Il simbolo più attuale: l’astronauta nella navicella spaziale

Gli astronauti possono contare soltanto sulle risorse che si trovano dentro la navicella spaziale e dentro la stessa navicella, e in nessun altro posto, possono mettere i loro rifiuti; anche gli astronauti – che siamo poi tutti noi – della “navicella spaziale Terra”, Spaceship Earth, possono trarre tutto quello che gli occorre soltanto dal nostro pianeta e soltanto li dentro possono mettere i loro rifiuti. Negli anni sessanta del Novecento il concetto di Spaceship Earth guadagnò la prima pagine dei settimanali, fu il titolo di libri e articoli e ispirò la prima Giornata della Terra dell’aprile 1970.
L’attenzione di Boulding per il destino ecologico degli abitanti del nostro pianeta aveva anche una radice etica: Boulding era un quacchero, seguace di una “chiesa” basata sull’austerità, sulla nonviolenza, sul rifiuto delle armi e della guerra: un personaggio, insomma di grande interesse umano, oltre che scientifico. Boulding è stato instancabile nel “predicare”, direi, la necessità di un cambiamento nelle regole dell’economia; compatibile con i vincoli ecologici della Terra; il suo pensiero ispirò i membri del Club di Roma, un gruppo di imprenditori e ministri, non certo sovversivi, ad elaborare il famoso libro che avvertiva la necessità di porre dei “limiti alla crescita” dei consumi e dello sfruttamento delle risorse naturali. Tutte cose ormai dimenticate. Boulding, che morì nel 1993, non è più citato neanche nei testi di economia.
Eppure la navicella spaziale Terra è sempre quella, con le sue terre e i suoi oceani; anzi è raddoppiato in quarant’anni il numero degli “astronauti”, ormai sette miliardi, che la occupano, tutti impegnati a portare via alimenti, alberi, minerali, fonti di energia, e a mettere dovunque i rifiuti dei loro consumi, tutti sperando che succeda qualcosa per aiutarci nel nostro comportamento da cowboy. Purtroppo anche nel caso della Terra nessuno ci può portare qualcosa da fuori né possiamo gettare il nostro pattume negli spazi interplanetari.

Scrive per noi

GIORGIO NEBBIA (1926-2019)
Giorgio Nebbia, scomparso all'età di 93 anni il 3 luglio 2019, è stato una delle principali figure del movimento ambientalista. Bolognese di nascita (nel 1926), è stato professore ordinario di Merceologia all’Università di Bari dal 1959 al 1995, poi professore emerito, insignito anche dottore honoris causa in Scienze economiche e sociali (Università del Molise) e in Economia e Commercio (Università di Bari; Università di Foggia). Le sue principali ricerche vertono sul ciclo delle merci, sull’energia solare, sulla dissalazione delle acque e sul problema dell’acqua. Per due legislature è stato parlamentare della Sinistra indipendente alla Camera (1983-1987) e al Senato (1987-1992). L'archivio Giorgio e Gabriella Nebbia è ospitato presso il centro di storia dell'ambiente della Fondazione Luigi Micheletti.

GIORGIO NEBBIA (1926-2019)

Giorgio Nebbia, scomparso all'età di 93 anni il 3 luglio 2019, è stato una delle principali figure del movimento ambientalista. Bolognese di nascita (nel 1926), è stato professore ordinario di Merceologia all’Università di Bari dal 1959 al 1995, poi professore emerito, insignito anche dottore honoris causa in Scienze economiche e sociali (Università del Molise) e in Economia e Commercio (Università di Bari; Università di Foggia). Le sue principali ricerche vertono sul ciclo delle merci, sull’energia solare, sulla dissalazione delle acque e sul problema dell’acqua. Per due legislature è stato parlamentare della Sinistra indipendente alla Camera (1983-1987) e al Senato (1987-1992). L'archivio Giorgio e Gabriella Nebbia è ospitato presso il centro di storia dell'ambiente della Fondazione Luigi Micheletti.

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