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Fridays for Future e il “Skolstrejk for klimatet”

| Redazione

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Fridays for Future e il “Skolstrejk for klimatet”

Una Svezia colpita nel 2018 da un’ondata di caldo anomalo che ha avuto tra le conseguenze tantissimi incendi boschivi d’intensità mai vista prima in tutto il paese. E una ragazzina sedicenne, Greta Thunberg, sconvolta per aver assistito a tutto ciò, che con il suo cartello “Sciopero per il clima” ha dato il vita a un nuovo e potente movimento mondiale di giovani contro il riscaldamento globale e l’inazione di governi e decisori.

Il 15 marzo 2019 si è tenuto in tutto il mondo l’evento Fridays For Future, ma in cosa consiste questo fenomeno che in meno di un anno è riuscito a coinvolgere il mondo intero?

Durante l’ estate del 2018 la Svezia è stata colpita da un’ondata di caldo anomalo che ha avuto tra le conseguenze tantissimi incendi boschivi d’intensità mai vista prima in tutto il paese. Una ragazzina sedicenne, Greta Thunberg, sconvolta per aver assistito a tutto ciò, il 20 agosto 2018 ha deciso di non presentarsi a scuola e di andare a sedersi davanti al Parlamento di Stoccolma (sua città natale). Con sé ha portato un cartello su cui c’era scritto “Skolstrejk for klimatet”, ovvero “sciopero per il clima”.

La sua intenzione era quella di attirare l’attenzione del governo sul problema svedese delle emissioni di anidride carbonica, tematica già discussa dall’Accordo di Parigi del 2015. Le sue proteste sono andate avanti ogni venerdì e, sopratutto grazie ai social, sono diventate famose a livello mondiale tanto da permetterle di essere invitata al Parlamento Europeo di Bruxelles per tenere un discorso sul riscaldamento globale. Dagli scioperi del venerdì quindi si è andato a creare un vero e proprio movimento studentesco internazionale, chiamato appunto “Fridays for Future”.

Di conseguenza, come è fisiologico che accada, questi scioperi hanno trovato il loro apice  il 15 marzo, giornata del primo sciopero organizzato a livello mondiale. A questo hanno aderito almeno 1693 città di 106 paesi diversi di tutto il mondo (ma il conto esatto è difficile).

I più paesi attivi sono stati Francia e Germania, con 210 e 196 raduni organizzati, mentre in Italia sono stati 182, rendendola tra i paesi più attivi in assoluto. Nel resto del mondo anche la partecipazione è stata altissima, con primati in Canada (53 raduni) e Australia (49), mentre i fanalini di coda sono stati i paesi asiatici.

Il movimento di Fridays for Future è ad oggi più vivo che mai e sono già in programma ulteriori scioperi e manifestazioni per ricordare a tutti il problema del surriscaldamento globale. Riuscirà Greta Thunberg a far sentire la sua voce ai Paesi di tutto il mondo?

Le basi ci sono, i numeri anche. Non ci resta che sperare e confidare in questa ragazzina e nella sua forza di volontà.