Mario Salomone
Tra i troppi che ci hanno lasciato nell’estate 2023 c’è, proprio sul finire dell’estate più torrida di sempre (ma non del futuro), anche Gianni Vattimo (4 gennaio 1936 – 19 settembre 2023), il più conosciuto e apprezzato filosofo italiano nel mondo.
Nato a Torino da un poliziotto calabrese e da una sarta piemontese, nell’operaio quartiere di Borso San Paolo teatro di rivolte, barricate o occupazioni delle fabbriche, Vattimo rivendicava le sue origini con radici nel Sud e un’infanzia di “dignitosa povertà”.
Cattolico militante
Credente (e tale resterà), milita nell’Azione cattolica dove era attivo anche Umberto Eco, altro allievo di Luigi Pareyson. Con Eco e Furio Colombo Vattimo condivide nel 1955 anche l’esperienza di lavoro alla Rai negli anni pionieristici della televisione. C’erano con loro Michele Straniero, altro militante della gioventù di Azione cattolica (dove era in corso una dura lotta tra progressisti conservatori), cantautore e musicologo fondatore, a Torino, del gruppo di Cantacronache, e tanti altri – racconta Vattimo – “personaggi irripetibili”. Alla Rai tiene una trasmissione destinata ai giovani, intervista Danilo Dolci, inizia un giro d’Italia di inchieste scomode e quando tocca le forniture militari il programma viene chiuso. La breve stagione di una Rai cui collaborava quasi tutta l’intellighenzia torinese e “occupata” da cattolici progressisti stava finendo.
Una fulminante carriera e l’impegno politico
Scappato dalla Rai, la vita lo avrebbe portato a una fulminante carriera fatta di studi ad Heidelberg e Torino, insegnamenti, seminari e conferenze e lauree honoris causa in tutto il mondo (specie negli Usa e in America latina), onorificenze, editoriali su quotidiani e riviste e per qualche anno la presidenza della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo subalpino.
Dove conobbi Vattimo, collaborando con lui per qualche tempo e, da studente di filosofia, diedi con lui quattro esami (uno all’anno del vecchio ordinamento) di Estetica, disciplina che allora Vattimo insegnava, anche se mi laureai con Luigi Pareyson (che di Vattimo fu maestro e amico) in Filosofia teoretica con una tesi (pensate un po’…) sul “rapporto uomo-natura nella società tecnologica” (se la natura soffre, vi affermavo, l’uomo non ride).
Leggi il seguito su “.eco” di dicembre 2023.
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