Vitelli, manze e cavalli sono i protagonisti di questo cortometraggio che racconta l’industria della grande distribuzione. Attraverso un incontro ravvicinato della macchina da presa con gli animali, Ortolani ci permette di entrare nell’allevamento e farci guidare dalle parole di un instancabile zoonomo, la cui personale e appassionata testimonianza costituisce il filo conduttore del documentario.
“Per uno da fuori queste vacche potrebbero assomigliarsi tutte ma vi assicuro che ciascuna di loro ha una faccia diversa, un carattere tutto suo”. Queste le parole dell’allevatore, parole che mettono in luce il rapporto spesso contraddittorio dell’uomo con l’animale, una relazione paradossale che si esplica nella profonda conoscenza e nel rispetto della bestia ma al tempo stesso nella crudezza della grande distribuzione e nell’ipocrisia della società dei consumi contemporanea.
Chiara Ortolani alla 24^ edizione di CinemAmbiente
Il sapere tecnico dell’allevatore lascia progressivamente il passo alle emozioni che il rapporto quasi simbiotico con l’animale riesce a suscitare. Il vissuto individuale di un esperto del settore coinvolge lo spettatore portandolo alla propria esperienza personale e collettiva di consumatore.
La manza riesce nell’intento di sensibilizzare l’audience sul tema estremamente attuale dell’allevamento, costituendo uno spunto di riflessione per indagare non solo il rapporto uomo-animale ma anche del primo con le risorse naturali, il prodotto finito e dunque con il cibo, elemento culturale carico di significati e valori.