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Narrazioni immaginifiche tra archeologia e tecnologia

| Monica Nucera Mantelli

Tempo di lettura: 3 minuti

Narrazioni immaginifiche tra archeologia e tecnologia

Itinerari emozionali per una Archeologia invisibile (e sostenibile)

di Monica Mantelli

Oggi il trattamento dei dati, il flusso gigantesco delle informazioni digitali che stanno pervadendo ogni ambito della cultura e della ricerca contemporanea, pare essere a prima vista uno strumento dedicato solo alla costruzione degli scenari futuri, agli studi per andare oltre il presente: dagli esperimenti sull’allungamento della vita a quelli sull’intelligenza artificiale e la robotica.

Ma il digitale è innanzi tutto uno strumento, e come tale può essere applicato ad ogni scibile ed ambito di ricerca. Anzi, proprio laddove è necessario poter connette dati tra di loro scollegati a causa di vuoti temporali o materiali, il trattamento digitale può dare risultati straordinari.

Così accade nell’archeologia, e proprio alle ricerche che in essa sono sviluppate grazie alle tecniche attuali del digitale è dedicata la mostra Archeologia invisibile visitabile in un allestimento di gusto particolarmente elegante ed efficace al Museo Egizio di Torino.

Un percorso che aiuta a conoscere però non solo le tecniche ma sopratutto le metodologie della ricerca, e le connessioni culturali e narrative che i ricercatori creano per poter ricostruire il passato della vita della grande civiltà egizia, considerata da sempre e per antonomasia una delle pietre miliari del percorso evolutivo dell’uomo sul pianeta.

E proprio – ed anche – sulla “narrazione” è impostata l’agevole audioguida che viene consegnata ai visitatori, curata dal regista e storyteller Alessandro Avataneo, docente alla Scuola Holden di Torino.

Ma perché segnalare questo prodotto di accompagnamento virtuale (tramite una voce narrante e non con una persona fisica, che in ogni caso non mancano nei servizi eccellenti della struttura museale torinese) ?

Perché la capacità affabulatoria e il delicato progetto dei tempi e delle intonazioni che hanno colorato il testo illustrativo che compone i contenuti tecnico didattici del percorso curato da Avataneo, è di tale efficacia da riuscire in quell’intento a cui ogni interprete attoriale di un testo aspira: sollevare l’ascoltatore in uno stadio intermedio tra realtà e sogno, e accompagnarlo lungo un percorso di conoscenza quasi sospeso, per riconsegnarlo alla fine dell’itinerario alla sua personale realtà.

L’accoglienza del visitatore parte con la conoscenza del rapporto tra oggetto e sua narrazione, con una carrellata di materiali di oggi per noi riconoscibili in riferimento all’immaginario collettivo di cui disponiamo, che nel racconto parlato esplicano di se stessi, per farci capire quanto esiste di “invisibile” (ovvero di implicito e talvolta sottaciuto) dietro alle loro singole storie.

E’ inoltre presentata  l’estesissima mappa delle collaborazioni scientifiche (nazionali e internazionali) attivate per poter raggiungere questa mostra davvero unica, per poi partire e sviluppare le diverse tappe sul “dietro le quinte” dell’archeologia ignoto ai comuni cittadini, partendo dal momento del “portare alla luce” ovvero dello scavo archeologico. E qui si presenta un excursus dalla fotografia alla tecnologia fotogrammetrica odierna, che consente di ricostruire interi contesti virtuali nei quali quegli oggetti erano collocati al momento della loro deposizione.

La seconda tappa è invece dedicata alle analisi diagnostiche, per poter descrivere  gli“strati invisibili” di informazioni: studi multispettrali, archeometrici , sono spiegati con particolare semplicità sempre dalla nostra voce narrante, che non manca di tenete compagnia allo spettatore con aneddoti, poesie e piccole evocazioni immaginifiche laddove Egli intensa soffermarsi per più tempo rispetto al quantum comunemente prospettato. Colpisce in questa parte l’analisi radiologica delle mummie di animali che permette di studiare le tecniche di imbalsamazione a partire dalle scoperta di necropoli del mondo animale.

E’ quindi solo dopo aver svelato il senso della vastità dei dati invisibili resi “in superficie” in questo primo percorso, che si può comprendere il lavoro dei restauratori con tre casi esempio dedicati alle strutture parietali, tessuti e papiri.

Ma il visitatore, pur grazie a tutte queste “sorprese” miscelate tra metodo, scienza e tecnica, non si aspetta cosa sta per attenderlo all’ultima tappa delle sale: assiste infatti ad un fascio incredibile di informazioni “proiettate” graficamente su pareti con l’ausilio di particolari effetti luminosi che donano alla stanza una allure unica in particolare modo grazie all’evocazione sonora dettata dalla raffinata scelta musicale. Questa originale scenografia è dedicata alla rappresentazione di una copia in 3D e in scala 1:1 del sarcofago di Butehamon.

Una delle condizioni della sostenibilità è la possibilità di rendere accessibile e fruibile a tutti un prodotto culturale. E in questo allestimento la scelta dei testi, la particolare qualità della voce narrante a tutto tondo – dal tenore utilizzato ai tempi ed alla particolare empatia che esprime – la qualità e sintonia dell’apparato musicale e sonoro utilizzati, sono tutti orientati a favorire un rapporto armonico tra visitatore e mostra. E’ infatti il percorso narrativo ad essere in grado di modularsi rispetto alle necessità di chi percorre la vista e non il contrario, mettendo a suo agio anche il più distratto fruitore.

Ecco perché questo esempio di capacità interdisciplinare a cui si sono ispirati il Direttore Christian Greco ed Enrico Ferraris, egittologo del Museo, è davvero consigliabile, dimostrando quanto la ricerca archeologica debba oggi dialogare e intrecciarsi indissolubilmente con i più recenti sviluppi scientifici, in continuo aggiornamento.

Scrive per noi

Monica Nucera Mantelli
Monica Nucera Mantelli
“La Natura torna ad Arte” è una piattaforma di rapporti/scambi tra la creatività e buone pratiche dell'uomo e lo spazio - paesaggio del pianeta Terra.
Ideata da Monica Nucera Mantelli.
Giornalista – Facilitatore di reti e progetti territoriali - Event & Communication Manager.
Monica Nucera Mantelli nasce in Italia ma cresce e studia sin da ragazzina in Inghilterra. Si forma in una cultura anglosassone innervata di valori sociali e attenti all’interdipendenza tra uomo e natura. Dopo il doppio diploma sia nel Regno Unito che a Torino, si laurea alla Facoltà di Magistero in Lingue e Letterature Straniere con indirizzo comparativo ed artistico e si trasferisce per l’anno sabbatico in Nuova Zelanda dove si forma su agricoltura biodinamica, pratiche di vita sostenibili e eventi outdoor. Vince un Master Enea Olivetti per l’Imprenditoria al Femminile con il progetto TRENOVIVO sul turismo & slow living con i treni a vapore sulla linea Ciriè-Lanzo e Torino – Ceres in collaborazione con il Museo Ferroviario Piemontese. Nel mentre scrive articoli, interviene come divulgatrice e moderatrice su temi cultura-arte-natura a conferenze e tavole rotonde e collabora per testate nel settore dei beni culturali, artistici ed enogastronomici. Si diploma ONAV – Assaggiatrice di Vino – nel 1994. Parimenti lo stesso anno prende il Patentino da Giornalista Pubblicista e entra all’Albo di Roma. Si occupa di servizi di comunicazione, mkt culturale e pianificazione territoriale strategica per realtà aziendali di primo livello. Collabora con imprese agricole, ristoranti e strutture ricettive. Progetta con Enti pubblici e privati attività di animazione e fruizione di territorio, raccordando beni naturali/paesaggistici/produttivi a arte, ambiente e cultura.
Dopo aver maturato una solida esperienza di curatela espositiva e project management nella gestione di manifestazioni culturali inserite nei contesti più vari, decide di ampliare le sue competenze in ambito di buone pratiche sistemiche ed “eco-friendly” focalizzandole alla riqualificazione dei territori. Ad oggi si occupa di raccordi e facilitazione di rete tra produzioni di eccellenze locali e politiche di sostenibilità ambientale. E’ ideatrice di festival, convegni, eventi e incontri multidisciplinari. E’ stata direttrice del Museo del Design GH di Torino e Vice-Presidente ADI (Ass. Disegno Industriale) Piemonte e Valle d’Aosta.
Tra i molteplici servizi svolti, ha collaborato con l’Opera Torinese del Murialdo nel progetto di rigenerazione Artigianelli150. Ha creato e sviluppato eventi culturali con l’Orchestra da Camera “G. B. Polledro” diretta dal M° Federico Bisio. Ha ideato progetti di valorizzazione territoriale come DE.GU.CRE’ e SUPERGA PARK TOUR, la rassegna sui temi tra natura, ambiente e sostenibilità GREEN MOOD, il talk-show tra ecologia ed economia THE GREEN THEATRE PARK DAY e il format convegno/evento/mostra sulla rete territoriale GREEN GRAIN.
Suo il progetto di riqualificazione ILOVEPULCHERADA.
Ha teorizzato “PER UN UMANESIMO VERDE. TRA AREE VERDI E NUOVE MODALITÀ DI SVILUPPO METROPOLITANO” nell’ambito della progettazione di Torino Strategica 2015-2025. E’ stata collaboratrice per l’Ente Parco regionale del Po To.se per la nomina del comprensorio metropolitano di 86 Comuni torinesi a Riserva di Biosfera MAB UNESCO COLLINAPO.
Ha scritto e co-prodotto il film sul paesaggio urbano e live performance POEMA CIRCULAR con il regista Alessandro Avataneo. Ha scritto e diretto l’opera –concerto PIAZZOLLA’S DAEDALUS con il M° Raffaele Tavano e il Piazzolla Modern Quartet e l'agri-commedia DUE CUORI E UN PEPERO'con la cantante argentina Sonia Farrell. Pubblica saggi sulla rubrica editoriale IN PUNTA DI TANGO.
Ha curato circa un centinaio di mostre e scritto decine di testi critici di accompagnamento alla produzione artistica di artisti internazionali. Redige la sua rubrica fissa NELL'ANTRO DELL'ARTISTA sulla rivista ContemportArt.
E’ co-autrice con Ippolito Ostellino del libro “UN PO DA CAMMINARE” Ed. Il Capricorno. Sempre con Ippolito Ostellino ha fondato la piattaforma e comunità virtuale LA NATURA TORNA AD ARTE, da cui è nata la rubrica omonima sulla testata .ECO EDUCAZIONE SOSTENIBILE.
Da oltre un ventennio è direttrice artistica di ETNOTANGO LCMM, con autoproduzioni tra musica, arte, letteratura, danza e molto altro per comunicare e trasferire la ricchezza culturale il patrimonio UNESCO del Tango rioplatense.
Tra le sue passioni: la musica, il design, l’arte contemporanea, il tango argentino, l’enologia, la gastronomia gluten-free e la ricerca esoterica.
Tutti i suoi progetti sono caratterizzati da una peculiare chiave di volta: sottendono al risveglio evolutivo dell’Uomo.