Non eravamo preparati… e ora?
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I dati della pandemia stanno registrando un aumento: un’accelerazione dei contagi, in prospettiva la saturazione dei reparti di terapia intensiva e aumento cospicuo dei decessi.
Hume parlava della uniformità della natura: la natura tende a comportarsi pressoché sempre nello stesso modo; il che non significa che essa sia sempre e comunque (e dovunque) uniforme, ma che la tendenza all’uniformità la caratterizza. Il che rende possibile calcolarne i comportamenti in via probabilistica.
Nel gennaio 2021 usciva La notte delle ninfeee di Luca Ricolfi promotore della Fondazione Hume. In esso leggiamo: «L’aritmetica dell’epidemia è semplicissima, il problema è soltanto che è tremendamente controintuitiva. Ti insegna che dovresti fare il contrario di quel che il senso comune ti indurrebbe a fare» (p. 17).
In Huffpost leggiamo: «La Fondazione David Hume è una fondazione di diritto privato, inizialmente costituita nel 2011 sotto forma di comitato promotore, e successivamente riconosciuta quale persona giuridica autonoma nel corso del 2015. Iniziali promotori e fondatori sono, tra gli altri, Piero Ostellino e Luca Ricolfi e, tra gli enti, le Camere di Commercio di Milano e Torino, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), l’Associazione Italiana Ospedalità Privata (AIOP), la società di ingegneria Tecno Holding, la banca d’affari indipendente Vitale & Associati. […] La sede legale è a Roma, quella operativa a Torino. La missione principale della Fondazione David Hume è – come meglio dettagliato nel Manifesto – produrre analisi indipendenti (non targate politicamente) su temi rilevanti (o dimenticati) del dibattito pubblico».
Hume osservava le criticità più profonde della natura umana
David Hume è stato uno dei maggiori esponenti dell’empirismo radicale del XVIII secolo: «L’unico scopo della logica è di spiegare i principi e le operazioni della nostra facoltà di ragionare e la natura delle nostre idee; la morale e la critica riguardano i nostri gusti ed i nostri sentimenti; e la politica considera gli uomini in quanto uniti nella società e dipendenti gli uni dagli altri» (David Hume, Estratto del Trattato sulla natura umana e Lettera ad un amico in Edimburgo, tr. it. di M. Dal Pra, Bari, Laterza, 1971, p. 78).
Hume è anche conosciuto dagli addetti ai lavori come il filosofo che ha lavorato sul concetto di “abitudine”. Se riportiamo il pensiero di Hume a oggi, pensiero nato sotto l’egida della ratio illuministica, abbiamo il concetto di “esperienza”, il riferimento alla “scienza”, le riflessioni sul “senso comune” e sul concetto di “abitudine”. Non riusciamo a vedere che, nel suo tentativo di realizzare una scienza della natura umana, osservava le criticità più profonde della natura umana stessa?
Siamo in una pandemia da due anni. In alcune regioni italiane ci sono picchi pandemici; le varianti Delta e Omicron corrono, il numero dei contagi, attraverso i contatti sociali, dati anche dalle festività, sembrano non più contenibili. Scattano le nuove norme rispetto agli over 50 per non intasare gli ospedali. Alcuni esperti autorevoli immaginano, attraverso un calcolo che presume una crescita esponenziale dei contagi, un numero di 500 morti nella prima decade di febbraio.
Crescita esponenziale degli anglismi
Si continua a parlare della diatriba “no vax”/“sì vax”, di “green pass” e di “super greenpass”, di “booster”. Crescita esponenziale anche degli anglismi.
Dopo il 15 febbraio 2022 inizierà, a pioggia, un droplet di sanzioni, controlli, sospensioni.
Sempre più necessario, quindi, il ricorso alla ragione e non il sonno della ragione dei “Capricci” di Francisco Goya (sonno che produce mostri).
Appare evidente che la forma di intuito raccomandata da Hume è una sorta di “terza via” per uscire dal baratro dell’irrazionalità: il metodo sperimentale nell’indagine sull’uomo, già ‘testato’ nello studio della natura.
Nelle inferenze di Hume possiamo trovare quella “terza via” per orientarci in una nebbia in cui tutti i gatti sembrano grigi. La necessità di separare “esperienza” ed “empiria” nel ragionamento, il ricorso alla previsione, comportano l’uso del principio di causalità, applicato nel momento in cui i fatti sembrano inclinare a un certo sviluppo futuro: dopo il “lockdown” duro si è “aperto tutto” nell’estate del 2020, non si è immediatamente dato alcun valore alla possibilità di una terza ondata relativamente imminente.
L’eccezione conferma la regola
La “terza ondata” non era né intuibile, né dimostrabile. Ma al di là di ogni valutazione empirica si sono ripristinati i contatti sociali (per quanto nei limiti delle norme di sicurezza). L’esperienza (hic et nunc) ci ha fatto vedere che cosa è accaduto.
Ora, i dati stanno registrando un aumento, un’accelerazione dei contagi con, in prospettiva, saturazione dei reparti di terapia intensiva e aumento cospicuo dei decessi.
Hume parlava della uniformità della natura: la natura tende a ‘comportarsi’ pressoché sempre nello stesso modo; il che non significa che essa sia sempre e comunque (e dovunque) uniforme, ma che la tendenza all’uniformità la caratterizza. Il che rende possibile calcolarne i comportamenti in via probabilistica.
Non eravamo preparati…. E ora?
Aspettiamo che l’errore che ci offre il senso comune ci dimostri che l’eccezione conferma la regola….
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- Tiziana C. Carena, insegnante di Filosofia, Scienze umane, Psicologia generale e Comunicazione, Master di primo livello in Didattica e psicopedagogia degli allievi con disturbi dello spettro autistico, Perfezionamento in Criminalistica medico-legale. È iscritta dal 1993 all'Ordine dei Giornalisti del Piemonte. Si occupa di argomenti a carattere sociologico. Ha pubblicato per Mimesis, Aracne, Giuffrè, Hasta Edizioni, Brenner, Accademia dei Lincei, Claudiana.
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