Skip to main content

Ritratti di fine anno scolastico. Gli studenti raccontano

| Alessandramarina Dia

Tempo di lettura: 3 minuti

Ritratti di fine anno scolastico. Gli studenti raccontano

«L’anno scolastico è finito, fra sorrisi e lacrime che nemmeno le mascherine riescono a nascondere». Riflessioni su un anno di scuola molto pesante, doloroso, impegnativo e troppo veloce, ma anche troppo lento, caotico, discontinuo. Con le voci di Anna, Elisabetta, Marco, Alessia, Alessandra, Danilo,…

Suona l’ultima campanella. L’anno scolastico è finito, fra sorrisi e lacrime che nemmeno le mascherine riescono a nascondere. Se alla fine dell’anno scorso si pensava di aver dovuto affrontare un periodo di emergenza che sarebbe stato presto dimenticato, a settembre 2020 le cose sono apparse ben più complicate. Tra mancanze, polemiche e decisioni imposte, la distanza che si è creata tra il banco e la cattedra ha portato a riflettere su tante questioni e a porci tanti interrogativi che non sempre hanno una risposta.

Ma com’è stato questo anno scolastico? Molto pesante, doloroso, impegnativo e troppo veloce. Troppo lento, caotico, discontinuo ma con tanti buoni propositi non sempre realizzati. È bastato un invisibile e devastante virus a paralizzare, in parte, questo anno scolastico; che comunque non ha subito battute d’arresto.

Una semplice domanda: “Cosa mi porto via da questo anno scolastico?

La vitalità è rimasta, anche attraverso uno schermo, sebbene con stanchezza, fragilità, cambiamenti inaspettati, distacco dalle figure scolastiche di riferimento, dai compagni, da ritmi di vita consolidati.

L’ho chiesto a loro, i protagonisti, gli studenti. Ho posto una semplice domanda: “Cosa mi porto via da questo anno scolastico?”. Risposte ricche di riflessioni ma anche di grandi speranze per il futuro. Anna scrive “Di questo anno scolastico mi rimangono tante cose sia belle che brutte; l’aspetto negativo è stato quello di lavorare in DAD ma nonostante le difficoltà di restare chiusi in casa non ho mai mollato e ho continuato a svolgere il mio lavoro nel miglior dei modi.”

Anche Elisabetta mi dice che “quest’anno scolastico per me è stato veramente difficile, ho seguito quasi tutto l’anno a distanza in DAD. Le mie difficoltà non erano dovute solamente al fatto che seguissi a distanza ma da ciò che mi circondava …che non mi permetteva di avere la mia mente libera e serena, non sempre è possibile percepire le difficoltà, problemi…dietro quello schermo.”

Andare avanti senza buttarci giù

E Alessandra che racconta “questo anno ci ha portato tanta tristezza per via del Covid-19, ma ci siamo fatti forza per andare avanti senza buttarci giù, con un’applicazione online non pensavamo si potesse studiare, invece ci ha dato la possibilità di non perdere l’attenzione per lo studio. Con tanta difficoltà ci siamo riusciti, aiutandoci fra compagni e con la comprensione dei prof, capendo la situazione che non era una delle migliori, con difficoltà tra connessioni non funzionanti di molti compagni e tra incomprensioni via chiamata. Possiamo dire di essere arrivati fino alla fine, spero tanto che quest’anno finisca con serenità per tutti, e di essere sempre positivi su noi stessi e mai arrendersi”. Ma c’è spazio anche per una visione diversa, come mi ricorda Marco “si spera che il prossimo anno le cose saranno migliori e saremo tutti più allegri e felici, passando le giornate più serenamente tutti in presenza sempre da inizio a fine anno e con meno preoccupazioni di ora.”

E anche Alessia commenta con un sorriso “spero però che il prossimo anno sarà diverso, riferendomi alla pandemia e al contagio che la mia famiglia ed io abbiamo vissuto. Sperando di togliere le mascherine, di stare insieme; sarà una liberazione per tutti noi e di più per riabbracciarci per sentirci più vicini alle persone a cui tieni.”

L’importanza della scuola, dello stare insieme, del crescere come singoli e come comunità

Anche Danilo, con le sue grandi difficoltà, non smette di crederci, di pensare che potrà andare meglio, “Ero diventato depresso a stare sempre in casa, non avevo la forza di continuare ad andare avanti, non volevo più fare niente, ero sempre a piangere, avevo un peso nello stomaco che non riuscivo a mandare giù ed ero stressato perché dentro di me il mio cervello lottava. Non volevo arrendermi! E non l’ho fatto, con l’aiuto dei miei professori e dei miei compagni. Desidero tornare a scuola in presenza, con serenità; il prossimo sarà il quinto anno, quello del diploma e voglio pensarmi, tra un anno, a lamentarmi e stressarmi per l’Esame di Stato”.

Questo momento storico sta offrendo a tutti noi la possibilità di riflettere sull’importanza della scuola, dello stare insieme, del crescere come singoli e come comunità. Gli studenti non vedono l’ora (e non soltanto loro) di ritornare sui banchi di scuola, di una calorosa presenza, di uno stare insieme mutilato e spesso negato. Quando tutti torneremo a essere vicini, a condividere spazi e tempi educativi edificanti nel prossimo anno scolastico, riprenderemo in mano la nostra scuola con ancora più entusiasmo e creatività e ci abbracceremo con gioia, alunni, famiglie, colleghi, idee e progetti ritrovati.

Scrive per noi

Alessandramarina Dia