Sardegna in fiamme, come il resto del mondo
Incendi senza precedenti devastano la Sardegna (a devastare le coste ci pensa il business), mentre lobby e potenze grandi utilizzatrici di combustibili fossili sabotano l’azione dei pompieri mondiali.

A devastare le coste sarde ci pensano le giunte regionali, cercando di dare il via libera a ulteriori cementificazioni. Mentre si progettano nuovi ecomostri, si protesta contro lo scempio ambientale di Punta Giglio (nella foto di apertura, © Comitato Punta Giglio) presso Alghero, dove sono iniziati i lavori per l’ennesima struttura turistica, e a Olbia il Comune ha dato il via libera alla lottizzazione di Costa Turchese da parte di una società immobiliare di proprietà di Marina Berlusconi, le fiamme divorano migliaia di ettari nella parte occidentale.
Anche qui la mano è umana: la mano vicina di chi criminalmente innesca gli incendi, di chi criminalmente li provoca per incuria, di chi scientemente lascia interi territori in abbandono. La mano un po’ meno vicina dei governi (che spendono per ogni cacciabombardiere F35 quattro volte il costo di un Canadair). Gli F35 si spera non debbano mai servire (l’Italia ripudia la guerra, dice la Costituzione, poco rispettata), i Canadair servono e (purtroppo) serviranno sempre più, così come la prevenzione, la cura del territorio, la protezione civile.
Infine, c’è la mano di tutti, la mano di chi parla di ambiente ma fa solo “greenwashing”, la mano dei governi che strizzano l’occhio alle multinazionali del petrolio, del gas e di tutto quello che si fonda sui combustibili fossili, che lasciano campo all’agricoltura insostenibile (causa di circa un terzo delle emissioni di gas serra), che sono complici del consumo di suolo.
I pompieri mondiali che vorrebbero fermare il riscaldamento globale entro 1,5 gradi (come ammonisce l’IPCC) ci sarebbero, ma grandi forze economiche e politiche congiurano contro.
E poi, diciamolo, ci sono le tante mani di quelli che guardano con sufficienza Greta Thunberg e i FFF, che votano partiti “fuochisti” (accendono, direttamente o indirettamente, fuochi reali e metaforici), che vivono nell’individualismo, convinti che il pensare solo ai propri interessi non equivalga a segare – o bruciare – il famoso ramo su cui siamo tutti seduti (anche contro la volontà di chi il ramo vorrebbe tenerselo bello saldo).
Scrive per noi

- Sociologo dell'ambiente, giornalista e scrittore, Mario Salomone dirige ".eco" dalla fondazione (1989) e la rivista scientifica "Culture della sostneibilità" (fondata nel 2007), è autore di saggi, romanzi e racconti e di numerosi articoli su quotidiani e riviste. Già professore aggregato all'Università di Bergamo, è Segretario generale della rete mondiale di educazione ambientale WEEC, che realizza ogni due anni i congressi del settore, e fa parte del Consiglio di amministrazione della Fondazione Aurelio Peccei, sezione italiana del Club di Roma.
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