Skip to main content

Sviluppo sostenibile: farmaci nelle acque. Il rischio dell’inquinamento e l’impegno dell’Agenda 2030

| Elena Bonino

Tempo di lettura: 4 minuti

Sviluppo sostenibile: farmaci nelle acque. Il rischio dell’inquinamento e l’impegno dell’Agenda 2030

L’Agenda 2030 mira a promuovere lo sviluppo sostenibile tramite 17 obiettivi universali. L’Obiettivo 14 si concentra sulla gestione sostenibile degli oceani, combattendo l’inquinamento e promuovendo la conservazione. Gli sforzi includono regolamentazioni pescherecce, protezione degli ecosistemi e accesso equo alle risorse marine

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (figura 1) è un programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, mirante a promuovere il benessere delle persone, la salvaguardia del pianeta e la prosperità. Questa agenda ambiziosa comprende 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, accompagnati da 169 traguardi specifici. I Paesi hanno ufficialmente avviato la loro attuazione all’inizio del 2016, impegnandosi a realizzarli entro il 2030.

Gli Obiettivi per lo Sviluppo affrontano tematiche cruciali come la riduzione della povertà, la sicurezza alimentare e la lotta ai cambiamenti climatici. Essi sono universali, applicandosi a tutti i Paesi e tutti gli individui senza esclusione né discriminazione, affinché nessuno venga lasciato indietro.

Sviluppo sostenibile. Preservare gli oceani, i mari e le risorse marine

L’obiettivo 14 prevede:

  1. In primo luogo, prevenire e ridurre in modo significativo ogni forma di inquinamento marino, specialmente quello causato da attività terrestri, incluso il problema dei detriti marini e delle sostanze nutritive.
  2. Secondariamente, gestire in modo sostenibile e proteggere gli ecosistemi marini e costieri per evitare impatti negativi, potenziando la loro resistenza e lavorando per il loro ripristino, al fine di ottenere oceani salubri e produttivi.
  3. Inoltre, ridurre al minimo e affrontare gli effetti dell’acidificazione degli oceani, anche attraverso una maggiore collaborazione scientifica a tutti i livelli.
  4. Di conseguenza, regolare in modo efficace l’attività di pesca, ponendo fine alla pesca eccessiva, illegale, non dichiarata e non regolamentata, così come ai metodi di pesca dannosi. Implementare piani di gestione basati su dati scientifici per ripristinare rapidamente le risorse ittiche, portandole almeno ai livelli che permettano il massimo rendimento sostenibile secondo le loro caratteristiche biologiche.
  5. Inoltre, preservare almeno il 10% delle aree costiere e marine, seguendo le leggi nazionali e internazionali e basandosi sulle informazioni scientifiche più accurate disponibili.
  6. Per quanto riguarda i sussidi alla pesca, vietare quelli che contribuiscono a un eccesso di capacità e alla pesca eccessiva, eliminando quelli che supportano la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, e astenendosi dal reintrodurre tali sussidi. Riconoscere che un trattamento speciale e differenziato per i paesi in via di sviluppo e meno sviluppati deve essere parte integrante dei negoziati sui sussidi alla pesca dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
  7. Inoltre, aumentare i benefici economici per i piccoli stati insulari in via di sviluppo e i paesi meno sviluppati, promuovendo un uso più sostenibile delle risorse marine, inclusa una gestione sostenibile della pesca, dell’acquacoltura e del turismo.
  8. Per sostenere queste azioni, incrementare la conoscenza scientifica, sviluppare la capacità di ricerca e la diffusione della tecnologia marina, seguendo le linee guida della Commissione Oceanografica Intergovernativa sul Trasferimento di Tecnologia Marina. Questo per migliorare la salute degli oceani e aumentare il contributo della biodiversità marina allo sviluppo dei paesi emergenti, in particolare dei piccoli stati insulari in via di sviluppo e dei paesi meno sviluppati.
  9. Infine, assicurare l’accesso delle comunità di piccoli pescatori artigianali alle risorse e ai mercati marini.
  10. Conseguentemente, è essenziale potenziare la conservazione e l’uso sostenibile degli oceani e delle loro risorse, applicando il diritto internazionale come definito nella Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, che fornisce il quadro legale per la conservazione e l’uso sostenibile degli oceani e delle loro risorse, come indicato nel paragrafo 158 de “Il futuro che vogliamo”.

Definizioni e dati

  • Inquinamento: Si intende l’alterazione o la contaminazione di qualsiasi materiale o ambiente da parte di sostanze inorganiche o organiche, come scarichi o rifiuti, o da batteri, derivanti dalle diverse attività umane, sia produttive che stanziali. (Fonte: Oxford Languages)
  • Ecotossicità: Si riferisce alla valutazione degli effetti tossici degli agenti chimici sugli organismi viventi. (Fonte: normativa europea)
  • Biomagnificazione: È il processo in cui la concentrazione di sostanze tossiche negli esseri viventi aumenta man mano che si procede nella piramide alimentare. (Fonte: Zanichelli)

Ecco alcuni dati significativi:

  • Gli oceani coprono tre quarti della superficie terrestre e contengono il 97% dell’acqua del nostro pianeta, occupando il 99% dello spazio occupato dai viventi. Più di 3 miliardi di persone dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento.
  • Gli oceani ospitano circa 200.000 specie diverse e assorbono circa il 30% dell’anidride carbonica prodotta dall’attività umana.
  • Le industrie ittiche marine forniscono lavoro, direttamente o indirettamente, a oltre 200 milioni di persone.

Forme di inquinamento ambientale: una minaccia variata

Esistono diverse forme di inquinamento che possono minacciare il nostro ambiente:

  • Inquinamento atmosferico,
  • Inquinamento idrico,
  • Inquinamento del suolo,
  • Inquinamento acustico,
  • Inquinamento termico,
  • Inquinamento luminoso,
  • Inquinamento elettromagnetico.

L’inquinamento idrico si manifesta quando particelle, sostanze chimiche o agenti inquinanti rendono l’acqua non idonea al consumo e all’uso. Questi possono essere scaricati direttamente, come nel caso della plastica, o indirettamente, ad esempio attraverso le piogge acide, nei corpi idrici senza un adeguato trattamento per eliminarli.

Tra i contaminanti più comuni che si trovano nelle acque, troviamo:

  • Idrocarburi Policiclici Aromatici,
  • Metalli pesanti,
  • Pesticidi,
  • Diossine,
  • Interferenti endocrini,
  • Plastica e microplastiche.

Inoltre, va aggiunta alla lista la presenza di farmaci, tra cui:

  • Anti-infiammatori e analgesici,
  • Regolatori lipidici,
  • Antibiotici,
  • Steroidi e ormoni,
  • Beta-bloccanti,
  • Antitumorali,
  • Antidepressivi,
  • Antiepilettici,
  • Tranquillanti.

Questi sono solo alcuni degli inquinanti che possono minacciare la qualità delle nostre risorse idriche e della nostra salute.

 

Scrive per noi

Elena Bonino
Elena Bonino
Bonino Elena, insegnante di Discipline Sanitarie presso la scuola secondaria di secondo grado, Laurea in Farmacia, Master di primo livello in ‘’Metodologie dell’insegnamento e didattica multimediale per l’apprendimento attivo’’, Corso di Perfezionamento Post lauream in:- ‘’Educazione e insegnamento multiculturale: elementi di didattica’’ e in: -‘’Bisogni Educativi Speciali: Metodologie Didattiche per la gestione di Disturbi Evolutivi Specifici’’. Corso di Specializzazione Biennale Post lauream in: -‘’Teoria e metodologia della valutazione e della programmazione scolastica: elementi di didattica’’. Co-autrice dei libri: -‘’Il nonno racconta: favole di Natale ed altre storie’’,- ‘’Raccolta di poesie e racconti’’, -’’Il Viaggio di Istruzione in Italia-Pedagogia, Didattica e Esperienza’’. E’ anche autrice del libro:’’Natale e l’amore’’.