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I giovani che sanno dire no alla Fast Fashion

| Carola Speranza

Tempo di lettura: 2 minuti

I giovani che sanno dire no alla Fast Fashion

Il problema della Fast Fashion arriva al cinema e diventa uno dei temi centrali della 24esima edizione del Festival CinemAmbiente

Nell’immaginario collettivo si fa ancora fatica a relazionare alcune delle cause del cambiamento climatico ad alcuni degli effetti legati alla Fast Fashion. È interessante allora notare come questo tema sia stato portato in sala prevalentemente da giovani, sia nel ruolo di registi, sia in quello di costumisti-protagonisti in occasione del Festival CinemAmbiente.

È il caso di “Le ali non sono in vendita” con la regia di Paolo Campana. La voce narrante del film è quella di Dedalo, personaggio della mitologia greca famoso per aver creato il labirinto del Minotauro, che si risveglia prigioniero proprio di quella sua stessa creazione. Ancora addolorato per la scomparsa del figlio Icaro, lo cerca nel mondo contemporaneo, dominato dai nuovi brand e una nuova logica consumistica. Protagonisti del film sono i giovani studenti di moda, che cercano, riprendendo del materiale riciclato, di costruire delle nuove ali, per uscire dal moderno labirinto della Fast fashion, provando, così, a spiccare il volo.

Un frammento tratto dal film Intrecci etici.

Lorenzo Malavolta e Lucia Mauri sono i giovani registi di “Intrecci etici”, un film che sembra, per continuare un parallelismo con quello precedente, darci delle nuove ali per fuggire dalle logiche del “sempre aperto” e di un consumo bulimico e frenetico di capi da indossare. Percorrendo il Bel Paese, i registi ci fanno scoprire realtà ecosostenibili ed etiche, dimostrando come un cambiamento sia possibile. 


Un frammento tratto dal film Aus den Augen aus dem Sinn.

Infine, si lascia spazio ad un’altra voce giovanile. Il suo è un vero e proprio grido: Anna-Maria Dutoit debutta sul grande schermo con il suo primo cortometraggio “Aus den Augen aus dem Sinn”. La regista ripercorre l’intero processo di smaltimento dei vestiti gettati nella spazzatura. Fino a quando gli effetti della fast fashion rimarranno “lontano dagli occhi lontano dal cuore” allora nessuno si sentirà veramente responsabile. Con questo breve cortometraggio di 11 minuti, in bianco e nero, capiamo che non ci sono più giustificazioni. 

Il messaggio è chiaro: che lo si faccia con una reinterpretazione mitologica, con un messaggio di speranza o con un grido di denuncia, l’importante è che se ne parli, perché i problemi dovuti alla Fast Fashion esistono e riguardano tutti. E questa volta, i giovani, sono tra i primi a volerlo dimostrare.

Scrive per noi

Carola Speranza
Carola Speranza
Dopo aver conseguito la doppia laurea triennale nel dipartimento di Lettere moderne all’Università degli studi di Torino e Université Savoie Mont-Blanc, ottiene la laurea magistrale binazionale in Filologia moderna all’Università Sapienza di Roma e Sorbonne Université di Parigi. È fondatrice e autrice del blog “Grandi Storielle”.