Mangiare come Dio comanda: etica e dietetica dall’antichità ai giorni nostri.
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Elisabetta Moro, professoressa di Antropologia culturale e Marino Niola, antropologo, giornalista e divulgatore, hanno scritto un saggio che ci obbliga a confrontarci con le più antiche e più recenti relazioni tra l’etica e la dietetica nei diversi popoli.
È stato scritto a quattro mani il libro che indaga il rapporto storico, epico e confessionale, che unisce la nostra educazione alimentare con quella religiosa. Il saggio riprende le cause che hanno influenzato la formazione di una determinata tradizione dietetica, scontrandosi e influenzandosi con quella morale ed etica. Così, riscoprendo le usanze degli avi, analizziamo il rapporto con il cibo di diverse religioni e tradizioni. L’opera ci invita a guardare al passato, per comprendere al meglio il presente. In questo modo sarà possibile affrontare i profondi cambiamenti dell’educazione alimentare, che stanno caratterizzando l’attualità, dove sembra presentarsi un allontanamento dalla tradizione, per ricostruire un nuovo rapporto con il cibo.
Religione e filosofia prima, capitalismo ora
L’uomo è ciò che mangia, ma Dio non è da meno. Comincia così il saggio che mette subito al centro i suoi tre soggetti principali: la religione; l’uomo con i suoi appetiti e le sue virtù; e, non per ultimo, il cibo. Con una disamina che passa dalla religione alla filosofia, che non può non farci venire in mente il più famoso aforisma sulla questione: «siamo quello che mangiamo»; inizia il viaggio che indaga il rapporto con il cibo da parte di diversi popoli. Con il passare delle pagine, e quindi il passare dei secoli e delle tradizioni in diverse parti del mondo, si arriva all’oggi.
Tutto quello che è stato descritto serve a fornirci gli strumenti per analizzare il rapporto tra etica e dietetica nel mondo occidentale odierno, a patto che se ne possa effettivamente trovare uno. L’ideologia di un tempo, supportata o da una religione o da una filosofia, fatica ad affermarsi in una società dettata dall’individualismo. E così, l’etica diventa personale, ognuno si crea la propria ideologia, con un’ampia libertà di espressione ma una grande solitudine nel condurre la sua scelta.
Il punto centrale rimane la regola, il comandamento, il precetto e il senso di colpa che riempiono il vuoto di una libertà che spaventa, perché rende ciascuno responsabile unico dei propri comportamenti.
Questione carne, rapporto etica-dietetica
Il grande valore del libro si manifesta nella sua capacità di spiegare e raccontare il rapporto dell’educazione alimentare di diversi popoli del mondo, partendo dalla sua storia. Per fare un esempio, con L’Iliade si analizza il rapporto tra le imprese dell’eroe e l’uso della carne come premio e pegno di vittoria. Con un semplice rimando omerico, si insinua il dubbio, che l’uso così eccessivo e massiccio che viene fatto della carne, prima prodotto raro, ora prodotto commerciale, acquistabile a basso prezzo al supermercato, possa essere stato dettato da un implicito rimando all’epica.
Non solo, leggendo il libro si scopre che nell’Antica Grecia, il popolo fosse considerato, per antonomasia, un popolo di artofagoi, «mangiatori di pane». In quella che viene considerata la culla della nostra cultura e della nostra civiltà, non c’è alcun rimando alla carne. Si legge, anzi, che Pitagora era vegetariano. Tanto è che per lungo tempo, la dieta vegetariana veniva anche definita dieta pitagorica.
Riscoprire il passato per capire il presente
Questo esercizio del ritorno al passato permette un confronto con parti della nostra tradizione che non conoscevamo. Per quanto riguarda la dieta vegetariana, per esempio, Pitagora non usa mezzi termini, affermando che sia ingiusto ammazzare altri esseri viventi, in quanto anche loro possiedono un’anima. Ma si può andare avanti nei secoli e spostarsi in Russia, per vedere la forte condanna che Tolstoj avanza contro i macelli. Ecco che forse, questo libro non ha solo il potere di farci capire la storia del nostro rapporto con il cibo, ma di farci riscoprire pensieri di singoli personaggi storici, in cui rifugiarsi e da cui prendere ispirazione. Così quello che doveva essere uno studio della tradizione ne diventa, a tutti gli effetti, una riscoperta sorprendente.
Bibliografia
E. Moro, M. Niola, Mangiare come Dio comanda, Einaudi, 2023.
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- Carola Speranza
- Dopo aver conseguito la doppia laurea triennale nel dipartimento di Lettere moderne all’Università degli studi di Torino e Université Savoie Mont-Blanc, ottiene la laurea magistrale binazionale in Filologia moderna all’Università Sapienza di Roma e Sorbonne Université di Parigi. È fondatrice e autrice del blog “Grandi Storielle”.
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