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Il bosco come investimento per noi e per i nostri nipoti. Intervista a Daniele Zavalloni

| Carola Speranza

Tempo di lettura: 3 minuti

Il bosco come investimento per noi e per i nostri nipoti. Intervista a Daniele Zavalloni

Acquisire boschi per non farci nulla. In vista dei prossimi progetti del 2024, e considerando la fine dell’anno come un’occasione per un fare un bilancio delle attività portate avanti nel 2023, abbiamo intervistato Daniele Zavalloni, per parlare del Fondo biodiversità e foreste a cui anche nel 2024 andrà il 3% degli abbonamenti di “.eco” e delle altre testate del “sistema WEEC” e delle quote associative alla rete nazionale di educazione ambientale.

(Nell’immagine di apertura, il panorama del territorio visto dal Monte Nerone)

Si mantiene ben salda la collaborazione diretta dell’associazione Fondo Biodiversità e foreste con la rivista di educazione ambientale “.eco”. Infatti, anche per il prossimo anno, così come è avvenuto per quello giunto al termine, all’associazione verrà destinato il 3% degli abbonamenti a “.eco”, “il Pianeta azzurro” e “Culture della sostenibilità” e delle quote associative alla Rete WEEC Italia.

Bilancio dell’anno trascorso

Partiamo da quello che è il vero centro degli obiettivi che si pone l’associazione: acquisire o ricevere come donazione di terreni a copertura forestale per non farci nulla. È lo stesso Zavalloni a ironizzare su quest’ultima frase chiave della loro missione. In una società capitalista, infatti, risulta difficile non manipolare e non provare a capitalizzare su un bene.

Ma Zavalloni ci spiega come vi sia comunque un guadagno diretto:

“Le piante sono la nostra salvezza. Noi dipendiamo dalla vegetazioni in generale. La vegetazione produce acqua e aria pulita, quindi avere della realtà che non vengono toccate, è un tentativo, un investimento per una miglior qualità della nostra vita. Maggiore è la copertura forestale migliore è la qualità della nostra vita.”

Si insiste molto su questo punto: è giusto piantare altri alberi, ma con la consapevolezza che i loro benefici potranno essere goduti solamente tra decenni; mentre mantenere un bene, come i nostri boschi, ora, può avere effetti immediati sulla qualità delle nostre vite.

Il bosco come unità produttiva

Secondo la legge 34 del 2018, il bosco non è più da considerarsi come un’unità ecosistemica ma come unità produttiva. Secondo l’associazione, la produzione derivante dal bosco dev’essere assolutamente naturale. Per questo motivo ci si impegna affinché interi ettari di bosco vengono lasciati ad un’evoluzione naturale. L’associazione acquista terreni forestali in modo da evitare che si faccia qualsiasi operazione.

L’associazione, nata tre anni fa, va verso questa direzione, così come è avvenuto per il bosco di Corniolino.

“Riuscendo a diventare proprietari del bosco, possiamo decidere cosa farne escludendo ipotesi di ceduazione.”

Per quanto tempo parleremo ancora di associazione?

Quest’associazione di volontariato è decisa ad evolversi in vista del prossimo anno. Ci svela, infatti, Zavalloni, che uno degli obiettivi del 2024 sarà quello di diventare una fondazione. Il motivo è semplice: lo statuto diventerebbe il punto di riferimento inequivocabile, facendo diventare l’intera struttura blindata, in modo che l’etica dei fondatori della fondazione rimanda intatta anche in futuro.

“Vogliamo che chi ci aiuta ad acquistare questi boschi, abbia la certezza che ci sia una continuità nel tempo.”

I valori saranno così inalienabili. Zavalloni ricorda che sia per una questione burocratica e sia soprattutto per una questione economica, sarà un percorso complesso, per cui serviranno nuovi fondi, ma assicura che l’obiettivo è quello di istituirsi come fondazione entro la fine del 2024.

L’anno nuovo, una fondazione e altri progetti

Dopo il successo con il bosco di Corniolino e in vista di nuove offerte che si continuano ad avanzare, non mancano nuovi progetti per l’anno nuovo, dove confluiranno anche il 3% degli abbonamenti di questa rivista.

Un esempio su tutti, il centinaio di ettari con un’incredibile biodiversità, anche faunistica, che passeranno sotto la tutela dell’associazione, nel comune di Apecchio (provincia di Pesaro e Urbino). Questo sito, così come gli altri, può essere visitato: Zavalloni ci informa che per gli interessati si potranno preparare delle visite guidate in tutti i terreni gestiti dall’associazione.

“Sono acquisizioni che ridanno potere alla natura. (..) Investire sui boschi significa anche investire su noi stessi”.

Scrive per noi

Carola Speranza
Carola Speranza
Dopo aver conseguito la doppia laurea triennale nel dipartimento di Lettere moderne all’Università degli studi di Torino e Université Savoie Mont-Blanc, ottiene la laurea magistrale binazionale in Filologia moderna all’Università Sapienza di Roma e Sorbonne Université di Parigi. È fondatrice e autrice del blog “Grandi Storielle”.