Estate 2018, una bella stagione per l’Unesco in Piemonte
Tre importanti risultati, uno locale e due mondiali, per il Piemonte. Nasce per legge il Distretto UNESCO, cresce la Riserva della Biosfera del Ticino e Verbano e Ivrea diviene Patrimonio Mondiale dell’Umanità
Tre importanti risultati, uno locale e due mondiali, hanno interessato il territorio piemontese in questo caldo mese estivo: da un lato la nascita per legge del Distretto UNESCO del Piemonte e dall’altro l’espansione del sito UNESCO Riserva della Biosfera del Ticino e Verbano. Un estate importante se contiamo che poco prima IVREA, con la storia legata alla Olivetti, è stata inclusa nella Lista del Patrimonio Mondiale.
Non capita tutti i giorni un incrocio di bei risultati come questi, che testimoniano la vitalità dei territori, orientati a costruire alleanze locali per renderli più forti e competitivi. Tutte queste realtà sono infatti di valore perché permettono di ricreare situazioni di comunità e di condivisone di obiettivi che coinvolgono ambiti geografici estesi e che rappresentano somme di valori economici, culturali ed ambientali e quindi sociali e culturali.
Ecco perché a questi importanti risultati internazionali si affianca l’interessante accreditamento che il gruppo di lavoro nato in Piemonte tra tutti i riconoscimenti UNESCO, costituito da circa un anno, ha ricevuto: con l’approvazione infatti in questi giorni del testo unico sulla cultura approvata in Consiglio regionale é stato accolto l’emendamento dell’articolo 19 presentato dal consigliere Daniele Valle con il contributo di chi scrive, che definisce in legge l’organismo Distrettuale UNESCO in Piemonte il cui insieme é costituto dalle realtà che sono state oggetto di una monografia dedicata da me curata per IRES Piemonte (https://www.ires.piemonte.it/index.php/news/164-2017/624-riviste-digitali-50-unesco)
Solo con una efficace attività di confronto, di scambio e di cooperazione tra le diverse realtà di valore territoriale è infatti possibile raggiungere i veri obiettivi che questi programmi possiedono e che mirano tutti, ognuno con le singole specificità, a favorire un gestione attiva e virtuosa dell’insieme delle azione umane sul territorio, declinato nelle sue componenti ambientali e paesaggistiche. Ecco perché sono necessari Piani di gestione e Piani di azione, che consentono di organizzare con sistemicitá le politiche lungo i tre grandi assi della sostenibilità ambientale, economica e sociale. E non mancano anche obiettivi di carattere etico e culturale, che in particolare le linee guida nazionali per le aree MaB hanno previsto: la crescita della consapevolezza che sogni comunità deve avere, che si abbina contemporaneamente al grado di conoscenza, come condizioni per essere impegnata sino in fondo per l’aumento della qualità del proprio ambiente di vita. Per ottenere questi risultati deve essere sviluppata una azione di partecipazione e di approccio interdisciplinare molto elevato e di qualità e non solo immaginare di organizzare un po’ di eventi per promuovere un marchio, con le sue aspettative economiche che fanno da sfondo.
Con queste nuove forze il Piemonte potrebbe aprire una nuova stagione di impegno con strategie di area vasta che possono anche dare una nuova prospettiva agli stessi parchi regionali che sono stati sempre motori di crescita di quella consapevolezza prima ricordata. Sta a chi amministra saper cogliere queste novità. Lo vedremo già dal prossimo anno all’appuntamento delle elezioni regionali 2019 come in quelli locali, se assisteremo o meno a dei cambiamenti.
Scrive per noi

- Ippolito Ostellino nasce a Torino il 16 agosto 1959. Nel 1987 si laurea in Scienze Naturali e opera come prime esperienze nel settore della gestione e progettazione di Giardini scientifici Alpini. Nel 1989 partecipa alla fondazione di Federparchi Italia. Autore di guide botaniche e di interpretazione naturalistica e museale, nel 1997 riceve il premio letterario Hambury con la guida ai Giardini Alpini delle Alpi occidentali. Dal 2007 al 2008 è Presidente nazionale AIDAP, Associazione italiana dei direttori dei parchi italiani. Dal 2009 partecipa come fondatore al Gruppo di esperti nazionale sulle aree protette "San Rossore". Nell'area torinese opera in diversi campi: è il promotore del progetto Corona Verde dell'area metropolitana torinese per la Regione Piemonte, e svolge attività di docenza presso il Politecnico di Torino; nel 2008 progetta il format della Biennale del Paesaggio Paesaggio Zero; nel 2009 è autore con i Prof. Pala e Occeli del progetto della ciclovia del canale Cavour ; nel 2011 ha ideato il marchio di valorizzazione territoriale “CollinaPo” sul bacino di interesse dell'area del fiume Po e delle colline torinesi e nel 2016 porta a riconoscimento UNESCO Mab il territorio di riferimento; nel 2016 coordina il tavolo Green infrastructure nel III Piano strategico dell'area metropolitana. Autore di saggi, contributi congressuali e libri sul tema Natura, Paesaggio e Ambiente, nel dicembre del 2012 è stato insignito del premio Cultori dell'Architettura da parte dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Torino. Dal 2022 è membro effettivo del Centro di Etica ambientale di Parma e prosegue la sua attività presso l’Ente di gestione regionale del Parco del Po piemontese.
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