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“Food for Profit”: un viaggio cinematografico nel mondo dell’industria alimentare

| Giovanni Lamacchia

Tempo di lettura: 3 minuti

“Food for Profit”: un viaggio cinematografico nel mondo dell’industria alimentare

“Food for Profit” è un documentario di successo in Italia, che affronta il legame tra industria della carne e politica, invitando alla riflessione sulle scelte alimentari e alla critica del capitalismo. Con un modello di proiezione ibrido, il film mira a sensibilizzare sulle problematiche degli allevamenti intensivi e a promuovere un cambiamento verso modelli economici più sostenibili. Se ne è discusso con la regista Giulia Innocenzi, in un incontro sostenuto anche dalla Rete WEEC.

Giulia Innocenzi (Foto di Giovanni Lamacchia)

“Food for Profit” si è guadagnato un posto di prestigio tra i film più visti in Italia, conquistando il quarto posto dopo titoli imponenti come “Dune” e “La zona d’interesse”. Questo documentario segue un modello di proiezione ibrido, che si distingue per la sua accessibilità e per la collaborazione tra cinema e comunità. Da una parte, è possibile vedere il film nelle sale cinematografiche, dall’altra associazioni, comitati di cittadini e istituzioni stanno contribuendo ad organizzare visioni speciali in scuole, ristoranti, bar e università. È un approccio fuori dagli schemi per il cinema, ma “Food for Profit” ha abbracciato questo modello partecipativo sin dalla sua nascita, chiedendo il sostegno e l’apporto attivo dei cittadini. È un segnale importante di supporto per le sale cinematografiche coraggiose che hanno deciso di proiettare questo documentario.

Il 6 aprile scorso, l’auditorium San Luigi di Trani ha accolto una proiezione di “Food for Profit”, con il patrocinio gratuito della Rete WEEC. Questo documentario, diretto da Pablo D’ambrosi e Giulia Innocenzi (nella foto), si concentra sul filo rosso che lega l’industria della carne, le lobby e il potere politico. Il film solleva una questione di grande rilevanza: i miliardi di euro che l’Europa destina agli allevamenti intensivi, fonte di maltrattamenti sugli animali, inquinamento ambientale e potenziali pericoli per future pandemie.

Proiezione del film “Food for Profit”

“Food for Profit” è senza dubbio un film politico che punta a raggiungere diverse sedi istituzionali, dal Parlamento europeo al Parlamento italiano e alle Istituzioni regionali. L’obiettivo del documentario è mettere in luce le gravi problematiche causate dagli allevamenti intensivi di bestiame, nella speranza di fermare il finanziamento pubblico a tali attività. A livello individuale, ognuno di noi ha il potere di agire immediatamente attraverso un’adozione responsabile delle proprie scelte alimentari. In questo modo, potremmo rifiutare attivamente di finanziare un sistema che contribuisce a queste pratiche discutibili. Il mondo, in molti aspetti, è plasmato dai nostri portafogli e sono le nostre scelte a indicare l’indirizzo che l’industria deve seguire. È una riflessione che dovremmo fare quotidianamente, poiché ognuno di noi può essere artefice del cambiamento.

Il documentario denuncia le disfunzioni del sistema capitalistico, che genera profitti per pochi a discapito della maggioranza. In un’epoca segnata da una crisi climatica, il capitalismo non può più essere considerato il modello che ci condurrà verso soluzioni positive. Non offre benefici per tutti né garantisce la salvaguardia del nostro pianeta. È quindi necessario avere il coraggio di mettere in discussione gli attuali modelli economici, per abbracciarne altri che pongano al centro il bene comune e le soluzioni necessarie per l’intera umanità.

Proiezione e dibattito con Giulia Innocenzi

Durante il dibattito che ha seguito la proiezione del film, Giulia Innocenzi ha sottolineato: “I lavori per la transizione ecologica danno molta più manodopera che non le aziende inquinanti. Anche in Puglia stanno aprendo impianti per allevamenti intensivi, si tratta di impianti altamente meccanizzati che portano soltanto inquinamento, portano fastidi alle comunità limitrofe, non portano lavoro. Mentre la transizione ecologica è previsto che porterà tantissimo lavoro, però c’è un periodo di passaggio: questo va accompagnato dalla politica. In Olanda, per esempio, si intende ridurre il numero degli animali allevati di un terzo, facendo così chiudere tanti allevamenti. Lo faranno utilizzando 25 miliardi di euro per far fare la transizione agli allevatori: questo vorrà dire accompagnare gli allevatori a cambiare lavoro. Anche la Svizzera ha un bellissimo progetto di riconversione di taluni allevamenti in coltivazioni di vegetali proteici. La Puglia deve difendere le sue ricchezze enogastronomiche, il suo turismo!”

“Food for Profit” si presenta come un documento di denuncia e al contempo un invito alla riflessione e all’azione. Attraverso la sua narrazione coraggiosa e le testimonianze raccolte, il film invita ognuno di noi a considerare il potere delle nostre scelte quotidiane e a immaginare un futuro più sostenibile per tutti.

Scrive per noi

Giovanni Lamacchia
Giovanni Lamacchia è presidente della sezione regionale della Rete WEEC Italia per la Puglia.
“Sono una delle guide ufficiali della Riserva naturale statale di Torre Guaceto.
Sempre alla ricerca di meraviglie, a piedi o in bicicletta, con occhi curiosi mi diverto a condurre avventurose escursioni: adoro comunicare con i più piccoli e divertire la parte di bimbo che è in ogni adulto. Amo giocare il ruolo di mediatore tra le bellezze della natura e la sfera emotiva di ogni interlocutore. Considero le diversità culturali e linguistiche autentiche opportunità di arricchimento. È davvero una fortuna avere il privilegio di lavorare come educatore ambientale!
Grazie a .eco ho l'opportunità di condividere le mie riflessioni personali e mi auguro così di poter umilmente contribuire a rafforzare la resilienza della nostra società!”