Passa il tempo, ma non tutti cambiano
Qualche giorno fa, intervistato dal TG3, un idiota – uno di quelli la cui madre è sempre incinta – si è vantato di essere padano e non napoletano e ha manifestato il proposito di non mangiare mai più pizze napoletane. Fatti suoi. Nessun particolare problema per me napoletano.
«È il segno dei tempi» potrebbe dire semplicisticamente qualcuno. Invece non è così. Questo episodio induce a riflettere sul fatto che questi tempi e il segno che lasciano sono sempre gli stessi. Ricordo che parecchi decenni fa (seconda metà degli anni Cinquanta) ero a Torino e un mattino, uscendo dall’albergo, vicino a un pullman turistico, c’era un gran vociare da parte di gitanti. L’ordine fu ristabilito quando l’organizzatore del gruppo urlò: «fate silenzio. Non siamo mica a Napoli»
Passa il tempo, gli idioti non cambiano. Ma quelli di Torino erano i tempi durante i quali negli annunci immobiliari si leggeva “non si affitta a meridionali”. Oggi almeno il mercato immobiliare non chiede passaporti.
Scrive per noi

- Già professore ordinario di politica dell'ambiente presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Napoli "Federico II". I suoi interessi scientifici e i contenuti delle sue pubblicazioni sono incentrati prevalentemente sui problemi dell'ambiente e del Mezzogiorno. E' autore di numerosi volumi e editorialista dell'edizione napoletana del quotidiano "la Repubblica". Per molti anni è stato presidente del Parco nazionale de Vesuvio.
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