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The Forest Factor, la foresta siamo noi

| Antonella Bruno

Tempo di lettura: 3 minuti

The Forest Factor, la foresta siamo noi

Oltre 80 relatori, centinaia di partecipanti e circa 60 giornalisti iscritti sono stati i protagonisti delle due giornate della conferenza internazionale “The Forest Factor, più natura per combattere il cambiamento climatico”. Molti rappresentanti della rete mondiale di educatori ambientali hanno sottolineato il ruolo chiave dell’EA nella lotta al cambiamento climatico e nella salvaguardia del pianeta.

Oltre 80 relatori, centinaia di partecipanti e circa 60 giornalisti iscritti sono stati i protagonisti delle due giornate della conferenza internazionale “The Forest Factor, più natura per combattere il cambiamento climatico” (Roma, 6-7 giugno), in presenza e in streaming – disponibile su youtube https://www.youtube.com/watch?v=TP9IGofLdxU – in occasione della giornata mondiale dell’ambiente e nel ricordo del primo Congresso mondiale delle foreste che si tenne in Italia nel 1926. La conferenza è stata organizzata dal Raggruppamento Carabinieri per la Biodiversità in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, l’Università Roma Tre. Coldiretti, GoProfor, LifeESC360, Banca Mediolanum e con il contributo scientifico tra gli altri della Rete WEEC (World environmental education congress).
L’obiettivo della conferenza è stato quello di porre l’accento sulla protezione delle foreste, quale imprescindibile elemento nella lotta al cambiamento climatico, e sulla loro importanza per la biodiversità, i cicli del carbonio, dell’acqua e dell’energia su scala planetaria.

Esperienze di protezione delle foreste da tutto il mondo

Tra i tanti ospiti italiani e internazionali un intervento particolarmente toccante è stato quello del leader e attivista Masai Yannick Ndoynio, che ha parlato del difficile rapporto tra la conservazione del Parco Serengeti e la presenza delle popolazioni Masai, allontanate spesso con la forza e la violenza. O l’intervento di Chef Dada, leader indigeno e difensore della foresta amazzonica brasiliana, che invece deve proteggere dal disboscamento e dagli interessi economici il patrimonio forestale in cui vivono lui e molti popoli indigeni amazzonici.

Educare e informare

Dalle foreste più lontane e suggestive del mondo si è passati alle foreste di “casa nostra”, con i loro problemi (consumo di suolo, incendi, tagli illegali) al tema delle foreste vetuste, al bisogno di educare e informare i cittadini, come nella sessione che ha visto la partecipazione di Mario Salomone, Segretario Generale della Rete WEEC e di molti altri rappresentanti della maggiore Rete di educatori ambientali mondiali. L’educazione ambientale ha infatti un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico e nella salvaguardia del pianeta, partendo dalla coscienza collettiva e dalla sensibilizzazione delle persone.
Hanno preso parte alla conferenza anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (che ha parlato dell’importanza di preservare le foreste del nostro territorio e l’ambiente nella lotta al cambiamento climatico), il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, oltre al presidente della regione Lazio Francesco Rocca, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi, rappresentanti dell’Unesco, della Fao, di molte università italiane e straniere. Ha chiuso i lavori il generale Antonio Marzo.
A corollario, sono state organizzate una sessione poster e vari side events, come il marketplace organizzato per creare un momento di networking tra progetti LIFE dedicati alla gestione e alla conservazione delle foreste o il side event dedicato ai giovani ricercatori italiani, invitati a presentare i risultati della loro attività di ricerca sui temi della conservazione, restauro ed uso degli ecosistemi forestali.

Nel corso della sessione finale sono stati annunciati i nomi dei tre studiosi selezionati dal comitato scientifico del Convegno sulla base della loro originalità, rigore metodologico ed impatto attestato o potenziale.

Mostre fotografiche a tema

Gli spazi del Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre sono stati anche la sede di tre mostre tematiche. La mostra “I carabinieri custodi della biodiversità italiana”, che arriva a Roma dopo essere stata a New York presso il Palazzo delle Nazioni Unite, realizzata dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con l’Aeronautica Militare, Leonardo spa e Telespazio spa per raccontare l’impegno del CUFA nella tutela della biodiversità in Italia e per presentare un viaggio ideale negli straordinari ambienti naturali italiani.
La mostra “The environmental photographer of the year”, che nasce dal Festival internazionale di cinema ambientale di Torino, ha portato a Roma una selezione degli scatti vincitori del Premio EPOTY, Environmental Photographer of the Year, concorso che presenta le migliori fotografie del mondo dedicate al tema dell’ambiente: dieci tele di grande formato e diciassette pannelli più piccoli per rappresentare tutti gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Un viaggio nell’Italia di alberi monumentali secolari e foreste vetuste è stato invece il tema della terza mostra, dal titolo “L’Italia è un bosco”, di Tiziano Fratus, fotografo e scrittore, che nell’arco di vent’anni di viaggi ha visitato migliaia di grandi alberi, centinaia di boschi, orti botanici e giardini storici e molte riserve naturali. Le foto scelte per questa esposizione sono un viaggio nell’Italia dei grandi alberi monumentali e dei boschi vetusti.

La mostra è organizzata in collaborazione con WEEC Network, la rete internazionale dell’educazione ambientale nel mondo.