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Ho’o pono pono. Per una costruzione della pace e dell’ascolto reciproco

| Federica Benedetti

Tempo di lettura: 3 minuti

Ho’o pono pono. Per una costruzione della pace e dell’ascolto reciproco

Ho’o pono pono è un metodo tradizionale hawaiano utilizzato per ristabilire l’armonia attraverso il dialogo e la riconciliazione, e che si basa sull’idea condivisa che siamo tutti responsabili per ciò che facciamo, ma soprattutto per coloro che condividono con noi lo stesso ambiente.

Responsabilità, dialogo e riconciliazione. Queste tre parole sono il fondamento dell’approccio ho’o pono pono, un metodo tradizionale polinesiano – nella fattispecie hawaiano – che si basa sull’idea condivisa che siamo tutti responsabili per ciò che facciamo, ma soprattutto siamo responsabili per coloro che condividono con noi lo stesso ambiente.

Per una costruzione della pace

Ho’o pono pono significa “fare la cosa giusta” o “porsi nel modo giusto”. Johan Galtung, fondatore della rete Transcend International e della “peace research” (un’area di studi che mette in luce l’importanza dell’empatia, del dialogo e della creatività per una costruzione della pace), si è ispirato a questa cerimonia di riconciliazione hawaiana per promuovere la riconciliazione dopo la violenza, fase essenziale della sua teoria sulla trasformazione nonviolenta dei conflitti. Infatti, secondo Galtung, dopo la violenza occorre agire mediante le 3R: Ricostruzione, Riconciliazione e Risoluzione, tre elementi pienamente racchiusi nell’approccio ho’o pono pono.

È una riconciliazione che si può raggiungere solo attraverso il dialogo, l’ascolto reciproco, la comprensione e, infine, il perdono e la guarigione. Ho’o pono pono aiuta a mantenere l’ordine sociale, ordine che si basa sulla filosofia dell’interconnessione delle cose che, nella cultura hawaiana, viene riflessa anche all’interno del parentado. Secondo le loro credenze, ci sono tre forze principali, cioè Dio (o gli dei, visto che i valori cristiani coesistono col rispetto per gli dei antichi), la natura e gli esseri umani; sono tutte e tre forze interconnesse che devono rimanere sempre in armonia, proprio come dovrebbe avvenire tra i membri della famiglia.

L’importanza dei legami nella cultura hawaiana

Nella cultura hawaiana, la parola ‘ohana significa “famiglia” e deriva dalle parole ‘oha (cioè la colocasia, la pianta che i miti raccontano essere collegata con l’origine delle persone) e na, che viene utilizzato per indicare i plurali. ‘Ohana prende quindi un significato metaforico: i membri della famiglia, come i germogli di colocasia, provengono tutti dalla stessa radice; così ‘ohana rappresenta l’unione e il senso di responsabilità condiviso.

Ho’o pono pono è un metodo per ristabilire l’armonia che tradizionalmente veniva utilizzato per risolvere i conflitti all’interno del parentado. L’importanza che viene data a questi legami si può esemplificare al meglio attraverso la metafora della rete: la famiglia è infatti vista come una complessa rete di relazioni, e ogni disordine che si trova da una parte della rete andrà inevitabilmente a tirare le altre parti. Infatti, i problemi all’interno del parentado non toccano solo i diretti interessati, ma riguardano anche gli altri membri della famiglia.

La cerimonia ho’o pono pono

Tutte le parti si siedono attorno ad un tavolo presieduto da un “saggio”, cioè il moderatore. La cerimonia si apre con una preghiera per chiedere a Dio l’aiuto e la benedizione nel processo di problem-solving, per poi passare all’identificazione del problema generale e, successivamente, del problema specifico. In questa fase della cerimonia, la vittima e il colpevole sono uniti da un legame negativo, detto “hihia”. Qui tutti i partecipanti che sono stati toccati dal problema – direttamente o indirettamente – vengono invitati a condividere i propri sentimenti e a raccontare la propria versione. Nella fase finale della discussione si otterrà una confessione da parte del colpevole e una sua richiesta di perdono. In questo momento, ci dovrà essere un allentamento del legame negativo che aveva unito le parti coinvolte durante tutta la cerimonia; senza questo rilascio finale non si può considerare completo il processo ho’o pono pono.

Abituati alla tendenza della società occidentale di tenere separate le cose, l’approccio ho’o pono pono diventa un metodo efficace proprio perché va nella direzione opposta, riuscendo a tenere insieme tutte le parti e tutte le verità, per giungere ad un accordo comune. In questo modo, grazie alla riconciliazione, la trasformazione nonviolenta dei conflitti di cui parla Galtung si può considerare completa ma soprattutto duratura.

Scrive per noi

Federica Benedetti
Federica Benedetti
Ha studiato arte presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e archeologia medievale presso la University of York in Inghilterra. È attualmente studentessa della magistrale di Antropologia Culturale ed Etnologia presso l’Università degli Studi di Torino. Ha pubblicato anche per Lavoro Culturale e la rivista pH.