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Corona virus: una piccola luce nel buio

| TIZIANA CARENA

Tempo di lettura: 3 minuti

Corona virus: una piccola luce nel buio

Un piccolo essere si è mosso sulle gambe degli uomini ed è arrivato da noi, portando malattia e, in qualche caso, morte. Ma c’è anche una piccola luce di fronte agli sconfinati orizzonti del sapere possibili.

Tiziana C. Carena

Per anni abbiamo dubitato del sapere scientifico, dal “sapere senza fondamenti” al “pensiero debole”.
Abbiamo ascoltato le parole di Nietzsche: non ci sono fatti, ma soltanto interpretazioni.
Abbiamo ascoltato le parole di Lyotard sulla fine delle “grandi narrazioni”.
D’un tratto ci siamo trovati di fronte ai Limits of growth del Club di Roma e alle parole di Greta Thunberg: la realtà oggettiva non era, poi, così malleabile come credevamo.
Ora ci troviamo di fronte al rischio di una pandemia. Una realtà, non una interpretazione. Una realtà buia.
Se il buio è pesto, anche una piccola luce può servire. Ammettiamo pure che il sapere scientifico sia soltanto una piccola luce di fronte agli sconfinati orizzonti del sapere possibili. Una piccola luce è migliore del buio assoluto. Soprattutto nel momento in cui in un punto geografico assai distante da noi è iniziata una storia che ci ha coinvolto. Un piccolo essere si è mosso sulle gambe degli uomini ed è arrivato da noi, portando malattia e, in qualche caso, morte.

La morte principale ragione di vita?

Ha scritto Hobbes che la lotta contro la morte è la principale ragione di vita. Banale, forse, ma vero. Che la paura della morte è uno dei primi istinti. Anche questo rasenta l’ovvietà. Ma i comportamenti umani che ne derivano sono molto meno ovvi e molto più inquietanti. Innanzitutto, quando sono mossi dal panico. E l’unico rimedio al panico è, appunto il lume della ragione.
Il salto nel buio della possibile pandemia del virus COVID 19 ci apre alla sorpresa. Quale sorpresa? L’Italia con il più alto numero di contagi dopo la Cina in meno di 48 ore, il primo paese in Europa. Occorre un patto nazionale, dicono; l’emergenza sanitaria è importante; il primo indicatore è quello del blocco totale di ogni attività per una settimana: manifestazioni pubbliche sospese (persino il carnevale di Venezia, La Scala di Milano e il Duomo di Milano), scuole di ogni ordine e grado, università chiuse. Un decalogo dalle autorità per contenere il contagio. Il blocco dei treni da e per l’Italia dall’Austria. Si chiede responsabilità e collaborazione, perché il virus potrebbe essere “ubiquitario”. Virologi, epidemiologi, microbiologi, infettivologi, protezione civile sono tutti chiamati all’azione. Oltre 79.000 casi in Cina. La percezione era soltanto quella della distanza e la “vicenda cinese” sembrava non poterci toccare.

Segnali di panico e speculazioni

La sindrome simil-influenzale causata da COVID-19 ha già portato a migliaia di casi in tutto il mondo; salgono in modo esponenziale i casi nella Corea del Sud. L’OMS cerca di contenere l’effetto-coda mediatico della psicosi che accompagna la diffusione del virus. Tutte le “zone rosse” sono state messe in quarantena. Sono state allestite tende fuori di ogni Pronto Soccorso. È stato istituito il numero di pubblica utilità 1500. Ma i supermercati sono stati presi d’assalto; letteralmente saccheggiati gli scaffali dell’igienizzante Amuchina e del più comune alcool; anche nelle farmacie le scorte sono esaurite. Su Amazon “12 X Amuchina Gel Igienizzante per le mani per pulire e igienizzare senz’acqua a euro 209,90”: chiari indicatori di panico.
Tutelare il bene della salute per contenere il contagio è l’indicazione di base che viene dalle istituzioni. Naturalmente tutto dipenderà dalla sua attiva ricezione individuale e collettiva, anche perché non sappiamo come evolverà la situazione complessiva.

Scrive per noi

TIZIANA CARENA
Tiziana C. Carena, insegnante di Filosofia, Scienze umane, Psicologia generale e Comunicazione, Master di primo livello in Didattica e psicopedagogia degli allievi con disturbi dello spettro autistico, Perfezionamento in Criminalistica medico-legale. È iscritta dal 1993 all'Ordine dei Giornalisti del Piemonte. Si occupa di argomenti a carattere sociologico. Ha pubblicato per Mimesis, Aracne, Giuffrè, Hasta Edizioni, Brenner, Accademia dei Lincei, Claudiana.