Il racconto di un anonimo mercante greco-egiziano di duemila anni fa, che commerciava, avanti e indietro, fra Egitto, Somalia, Arabia e India, disegna una mappa di porti, di rotte, di rapporti economici e di risorse preziose valida ancor oggi (magari le merci sono cambiate, ma il meccanismo dei rapporti è sempre uguale) e ci insegna a essere curiosi (proprio come i mercanti antichi e medievali) dei popoli e paesi e delle lingue e culture di chi oggi ci vende camicette, carbone e computer – e adesso anche aglio! -, come dei tanti cittadini stranieri che sono intorno a noi, figli delle terre bagnate dagli oceani e attraversate dai deserti d’Africa e Asia, dai quali avremmo tanto da imparare.
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