In diretta il nido di Aloa e Briciola: fauna selvatica e uomo, saremo più sensibili grazie al lockdown?
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Con il coronavirus gli animali selvatici sono “tornati” negli spazi occupati dall’uomo. Eppure alcuni ci sono sempre stati, come da anni mostra l’associazione Ornis Italica, offrendo uno sguardo sui nidi dei falchi pellegrini. Proprio in questi giorni la diretta da Roma dal nido di Aloa e Briciola.
Tra le conseguenze positive del coronavirus per l’ambiente, in tutto il mondo si è parlato dello spazio lasciato agli animali selvatici, che sono “tornati” ad aggirarsi nei pressi dei centri abitati umani. Per quanto riguarda l’Italia, le innumerevoli immagini e video girati sui social hanno immortalato in particolare delfini, cerbiatti, pesci, anatre, oche e lepri.
Tuttavia, è corretto dire che sono “tornati”, o forse siamo noi che siamo diventati più attenti alla loro presenza, anche grazie all’opportunità che il blocco delle nostre attività quotidiane ci ha dato di metterci in ascolto? Sono vere entrambe le cose: sicuramente gli animali hanno trovato un ambiente meno pericoloso, in alcuni casi più pulito e più sano, con inquinamento ridotto e con più libertà di muoversi indisturbati. Alcuni effettivamente sono arrivati “da fuori”. Altri invece sono sempre stati “tra noi” e in questo periodo hanno semplicemente avuto più possibilità di farcelo notare. L’ambiente è di tutti gli esseri viventi, non solo dell’uomo. Anche quello cittadino!
La mission di Ornis Italica
Un’organizzazione che ben prima della pandemia si è occupata di trasmettere questo messaggio è Ornis italica. Si tratta di un associazione scientifica che riunisce naturalisti e biologi allo scopo di tutelare la fauna selvatica, in particolare gli uccelli, sia alimentandone la conoscenza scientifica sia rendendo questa conoscenza fruibile per i “non addetti ai lavori”. Come si legge dal sito, infatti, Ornis italica crede nell’importanza di “rendere le persone consapevoli del valore inestimabile della biodiversità e di ciò che comporta la sua perdita, nonché di altri problemi ambientali come la riduzione dell’habitat e l’effetto dell’inquinamento sulla fauna selvatica“.
Per raggiungere questo proposito Ornis italica promuove molte iniziative, tra cui, di particolare rilevanza è quella sostenuta tramite la piattaforma Birdcam.it. Su questo sito di live streaming a tema ornitologico, il primo in Europa, dal 2004 viene seguita in diretta la nidificazione di alcuni uccelli che ogni anno visitano le nostre città.
I falchi pellegrini di Roma
Ne è un esempio la coppia di falchi pellegrini Aloa e Briciola, che ormai da sei anni nidifica a Roma sulla cupola del complesso del Buon Pastore. Proprio in questi giorni è possibile seguirli sul blog. Dando la possibilità a chiunque di conoscere da vicino la vita quotidiana di questi uccelli selvatici, la speranza e lo scopo dell’iniziativa è di stimolare l’attenzione, la sensibilità e il rispetto verso il mondo naturale. Inoltre, la coppia di falchi in questione offre anche un’ottima opportunità di educazione ambientale diretta, in quanto seguita da studenti ed insegnanti del Liceo Malpighi, situato nello stesso complesso.
Sul sito birdcam.it è possibile seguire anche i falchi Alex e Vergine, che nidificano sempre a Roma, e i rondoni pallidi Paco e Blanca, a Palermo.
Le webcam installate offrono uno sguardo su questi tre nidi, ma Ornis italica ne segue molti di più! Dal 2004 si occupa di installare nuove cassette nido e di gestire quelle esistenti, e inoltre: di monitorare gli animali selvatici tramite GPS, di studiare il conflitto tra uccelli e linee elettriche, e più in generale di contribuire a gestire il rapporto uomo-fauna selvatica.
Uomo – fauna selvatica: abbiamo imparato qualcosa?
Gli uccelli sono un ottimo esempio di animali selvatici che condividono da sempre lo spazio delle nostre città, quarantena o non quarantena. Allora, a tutte le domande sul “dopo coronavirus” si può aggiungere questa: quando il lockdown sarà finito, l’attenzione per questi animali si dimostrerà un fenomeno social passeggero o stimolerà un maggior impegno nella loro tutela, come da anni cercano di fare tante associazioni “di nicchia”, tra cui Ornis Italica?
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